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Testo in formato pdf - Testimonigeova

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Daniele/1-6 28-07-2004 9:52 Pag<strong>in</strong>a 58<br />

CAPITOLO 2<br />

ignora il motivo. Perciò domanda una spiegazione ad Arioc “ufficiale del re” (<strong>in</strong><br />

aramaico) )fK:lam-yid )f+yiLa$ shallîta’ dî-malka’, un attributo che sottol<strong>in</strong>ea il potere<br />

eccezionale di cui l’alto funzionario è rivestito). L’aramaico hfp:c:xah:m mehachzfah<br />

giustamente è tradotto “perentorio”, che è più che “urgente”. In sostanza Daniele<br />

vuole sapere perché il decreto del re non ammette dilazione. Arioc, col quale<br />

probabilmente il profeta <strong>in</strong>trattiene un buon rapporto di amicizia, fornisce al suo<br />

<strong>in</strong>terlocutore la spiegazione richiesta e verosimilmente, fidando nella capacità di<br />

Daniele di sciogliere l’enigma del re, sospende l’esecuzione dei savi di Babilonia.<br />

16 E Daniele entrò dal re, e gli chiese di dargli tempo; che avrebbe<br />

fatto conoscere al re l’<strong>in</strong>terpretazione del sogno.<br />

Nessuno può presentarsi davanti al sovrano senza esserne stato convocato o<br />

quanto meno senza farsi annunciare (Et 4:11). Questa procedura, omessa forse<br />

per motivo di concisione stilistica, deve darsi per scontata (cfr. v. 24).<br />

Daniele non sa ancora niente sul sogno e sul suo significato quando afferma<br />

con sicurezza davanti a Nabucodonosor che gli svelerà il segreto. Non è il<br />

gesto avventato di un uomo <strong>in</strong> pericolo di vita che cerca disperatamente di guadagnare<br />

tempo; Daniele crede a quello che dice perché crede all’onnipotenza e<br />

alla bontà del suo Dio. La fede di Daniele è davvero “certezza di cose che si<br />

sperano e dimostrazione di cose che non si vedono! (Eb 11:1).<br />

Nabucodonosor verosimilmente accorda la proroga richiesta dal giovane sapiente<br />

giudeo, perché a differenza dei Caldei (v.7) costui non ha posto come<br />

precondizione la conoscenza del sogno per darne l’<strong>in</strong>terpretazione, ma ha dichiarato<br />

con risolutezza che fornirà al re quella <strong>in</strong>terpretazione.<br />

17 Allora Daniele andò a casa sua, e <strong>in</strong>formò della cosa Hanania, Mishael<br />

e Azaria, suoi compagni, 18 perché implorassero la misericordia<br />

dell’Iddio del cielo, a proposito di questo segreto, onde Daniele e i suoi<br />

compagni non fossero messi a morte col resto dei savi di Babilonia.<br />

I quattro giovani giudei fanno parte della categoria sociale sulla quale grava<br />

come una spada di Damocle la spietata sentenza di Nabucodonosor. Il pensiero<br />

del giovane profeta si volge all’“Iddio del cielo” da cui soltanto può venire la salvezza.<br />

Daniele è certo che l’Iddio del cielo risponderà alle preghiere sue e dei<br />

suoi compagni, come avrebbe potuto altrimenti farsi <strong>in</strong>trodurre alla presenza del<br />

re e dichiarargli <strong>in</strong> term<strong>in</strong>i perentori che gli avrebbe svelato il sogno?<br />

Non per questo però reputa superfluo cercare nella preghiera l’aiuto di Dio.<br />

Per quanto Daniele e i suoi compagni nella corte pagana abbiano sempre onorato<br />

la loro fede con una condotta limpida e senza mai scendere a compromessi<br />

col paganesimo (cfr. 1:8, 11-12), essi non pensano affatto di avere per questo dei<br />

meriti personali da far valere davanti a Dio.<br />

Come è nel suo stile (cfr. 9:18), Daniele si affida soltanto alla misericordia<br />

dell’Iddio del cielo (l’espressione “Iddio del cielo” suona polemica nei confronti<br />

della religione astrale babilonese). Daniele dice candidamente e onestamente<br />

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