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Daniele/note storiche 28-07-2004 9:59 Pagina 461 CAPIRE DANIELE veri per le strade. Identici massacri si verificarono a Orléans, a Lione, Rouen, a Bordeaux, a Tolosa” (Autori vari, Storia Universale Rizzoli-Larousse, volume II, p. 400). Quando la mattanza finì, rimasero stese al suolo, appesi alle forche o galleggianti sulle acque della Senna i cadaveri di almeno 20.000 ugonotti, di cui 3.000 soltanto a Parigi. Secondo certi storici, alla determinazione della corona francese di perpetrare quell’orribile bagno di sangue non furono estranee le pressioni della curia romana, per la quale la forte presenza protestante nella Francia -“la figlia primogenita della Chiesa” - rappresentava un motivo di grande preoccupazione. Scrive lo storico del cristianesimo Enrico Meynier: “Pio V intervenne pure energicamente nei paesi stranieri per incoraggiare i regnanti a combattere e a reprimere, con qualsiasi mezzo, il movimento riformatore, come nei Paesi Bassi, e specialmente in Francia contro gli Ugonotti. Così diede ordine al comandante delle truppe papali mandate in Francia di sostenere quel governo contro gli ugonotti, di non fare prigionieri, ma di uccidere sul posto tutti quelli che cadrebbero nelle loro mani... 1 “Riguardo alle cose di Francia - prosegue il Meynier - si hanno lettere di Pio V (pubblicate in Anversa nel 1640) a Caterina dei Medici e a Carlo IX per incitarli allo sterminio dei protestanti. Vi si leggono frasi come queste: ‘Ad internecionenem usque: Nullo modo de causis hostibus Dei parcendum: Delendi omnibus haereticis’. Ora molti storici, fra i quali il Ranke, il Michelet, lord Acton, Giovanni Huber e altri, pongono la strage di S.Bartolomeo in relazione con tutta l’azione spiegata da Pio V nelle cose di Francia, e vi vedono una tal quale preparazione, in quanto servì a far maturare il pensiero di sbarazzarsi una buona volta degli Ugonotti e per sempre. È da notarsi ancora che, secondo i primi storici cattolici Papirio, Masson, Capilupì, la premeditazione (della strage completa degli Ugonotti quale si ebbe nella notte di S.Bartolomeo) fu lunga, costante, profondamente celata. Lo stesso Cesare Cantù, uno storico non sospetto, scrive: ‘La corte di Roma s’impadronì della corte di Francia, e Pio V scriveva a tutti i principi d’Europa per impegnarli a sostenere Carlo IX. Paragonate le parole del capo della religione cattolica, con quelle del duca d’Alba, di Filippo II e di Caterina dei Medici, e riconoscerete che la strage di S.Bartolomeo non fu se non l’ultimo scoppio di una catastrofe da lungo tempo preparata dalla necessità stessa delle cose e dalla posizione delle parti avverse’ ”. 2 Il successore di Pio V, Gregorio XIII, eletto alla carica pontificia il 13 maggio 1572, proseguì con altrettanta energia l’azione volta a convincere la corte di Francia a cancellare il protestantesimo nel regno. “Come già Paolo V - scrive ancora il Meynier - il papa spiegò una grande attività nelle cose interne della Francia per combattere gli Ugonotti. Possiamo però anche essere d’accordo col Pastor - ammette lo storico - che s’affanna a dimostrare che Gregorio XIII non prese parte né alla preparazione né all’esecuzione della notte di S.Bartolomeo. 1 Su questo assunto il Meynier fa riferimento allo storico del papato L.Ranke. 2 E. Meynier, Storia dei Papi, pp. 263-264 (la citazione di Cesare Cantù è tolta da Storia Universale, libro XV, p. 834). 461

Daniele/note storiche 28-07-2004 9:59 Pagina 462 NOTE STORICHE Ma ciò non toglie che il papa ha festeggiato l’atto orrendo che fu, dice il Ricotti, ‘il maggiore assassinio che mai si compiesse nel nome della religione’. Difatti Gregorio si recò in processione, accompagnato da 33 cardinali, alla chiesa di S.Luigi. L’iscrizione nel Tempio, fatta dal cardinale di Lorena, benediceva Dio perché ‘Carlo, re cristianissimo dei Francesi, animato da un santo zelo, aveva fatto sparire d’un sol colpo tutti gli eretici del regno’. Il Castel Sant’Angelo fu illuminato per la circostanza e il papa fece pur coniare una medaglia col motto : Ugonottorum Strages, 1572. Una bolla dell’11 settembre 1572 prescriveva un grande giubileo nel quale i fedeli dovevano ringraziare Iddio per la distruzione degli Ugonotti, e fu dato incarico al Vasari di eternare con un affresco nella Sala Regia, l’avvenimento”. 3 E’ possibile, anzi molto probabile, che il papa fosse all’oscuro del complotto contro gli Ugonotti in Francia; ma, come osserva giustamente il Meynier, è difficile credere che potessero esserlo gli altri dignitari della Chiesa. Non lo fu di certo il cardinale nunzio Salviati, “il quale - dice il nostro storico - sarebbe stato avvertito dalla stessa Caterina dei Medici del suo progetto, ma sotto condizione di tenere celata la cosa anche col papa”. Il nunzio papale Salviati tenne fede alla promessa, “limitandosi a comunicare l’11 agosto (dunque c’era già il disegno di trucidare in massa gli Ugonotti) che egli sperava ‘fra pochi giorni potere annunziare cosa che a Sua Santità recherebbe sicura gioia e tranquillità’ ” (quest’ultima frase virgolettata è dello storico cattolico L.Pastor). “E appena giunse a Roma la notizia della strage - riferisce ancora il Meynier - il cardinale di Lorena, recatosi con altri colleghi presso il papa, gli domandò: ‘Quale novità desidererebbe Vostra Santità più che ogni altra?’ Gregorio rispose: ‘Per l’esaltazione della fede cattolica noi non desidereremmo altro che lo sterminio degli Ugonotti’. ‘Questo sterminio, soggiunse il cardinale, possiamo comunicare a Vostra Santità a gloria di Dio e per la grandezza della Santa Chiesa’ ”. 4 Il massacro della notte di S.Bartolomeo però non cancellò il calvinismo nella Francia, come si erano prefissi il partito dei Guisa e la corona e come avevano sperato Pio V e Gregorio XIII. Anzi gli ugonotti scampati alla strage, sotto la guida dei loro capi - nel massacro era perito soltanto il Coligny - si riorganizzarono ancor più saldamente e ripresero la lotta per affermare il loro diritto all’esistenza. Intanto, morto il re Carlo IX solo due ani dopo l’eccidio di S.Bartolomeo, salì al trono di Francia il fratello di lui Enrico III di Valois. L’ostilità tra le fazioni estremiste dei cattolici e degli ugonotti, capitanati rispettivamente da Enrico di Guisa ed Enrico di Borbone signore di Navarra, minacciava di riacutizzarsi. Nel 1584 morì il duca di Angiò, fratello del re Enrico III, e poiché quest’ultimo non aveva eredi diretti, la successione al trono si apriva automaticamente al capo della fazione ugonotta Enrico di Navarra. 3 Ibidem, pp. 264-265. 4 E.Meynier, op. cit., p. 265 (il dialogo tra il cardinale e il papa è tolto dal volume IX dell’opera del Pastor Storia dei Papi, p. 359). 462

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NOTE STORICHE<br />

Ma ciò non toglie che il papa ha festeggiato l’atto orrendo che fu, dice il Ricotti,<br />

‘il maggiore assass<strong>in</strong>io che mai si compiesse nel nome della religione’. Difatti<br />

Gregorio si recò <strong>in</strong> processione, accompagnato da 33 card<strong>in</strong>ali, alla chiesa di<br />

S.Luigi. L’iscrizione nel Tempio, fatta dal card<strong>in</strong>ale di Lorena, benediceva Dio<br />

perché ‘Carlo, re cristianissimo dei Francesi, animato da un santo zelo, aveva<br />

fatto sparire d’un sol colpo tutti gli eretici del regno’. Il Castel Sant’Angelo fu illum<strong>in</strong>ato<br />

per la circostanza e il papa fece pur coniare una medaglia col motto :<br />

Ugonottorum Strages, 1572. Una bolla dell’11 settembre 1572 prescriveva un<br />

grande giubileo nel quale i fedeli dovevano r<strong>in</strong>graziare Iddio per la distruzione<br />

degli Ugonotti, e fu dato <strong>in</strong>carico al Vasari di eternare con un affresco nella Sala<br />

Regia, l’avvenimento”. 3<br />

E’ possibile, anzi molto probabile, che il papa fosse all’oscuro del complotto<br />

contro gli Ugonotti <strong>in</strong> Francia; ma, come osserva giustamente il Meynier, è<br />

difficile credere che potessero esserlo gli altri dignitari della Chiesa. Non lo fu di<br />

certo il card<strong>in</strong>ale nunzio Salviati, “il quale - dice il nostro storico - sarebbe stato<br />

avvertito dalla stessa Cater<strong>in</strong>a dei Medici del suo progetto, ma sotto condizione<br />

di tenere celata la cosa anche col papa”.<br />

Il nunzio papale Salviati tenne fede alla promessa, “limitandosi a comunicare<br />

l’11 agosto (dunque c’era già il disegno di trucidare <strong>in</strong> massa gli Ugonotti)<br />

che egli sperava ‘fra pochi giorni potere annunziare cosa che a Sua Santità recherebbe<br />

sicura gioia e tranquillità’ ” (quest’ultima frase virgolettata è dello storico<br />

cattolico L.Pastor).<br />

“E appena giunse a Roma la notizia della strage - riferisce ancora il Meynier<br />

- il card<strong>in</strong>ale di Lorena, recatosi con altri colleghi presso il papa, gli domandò:<br />

‘Quale novità desidererebbe Vostra Santità più che ogni altra?’ Gregorio rispose:<br />

‘Per l’esaltazione della fede cattolica noi non desidereremmo altro che lo sterm<strong>in</strong>io<br />

degli Ugonotti’. ‘Questo sterm<strong>in</strong>io, soggiunse il card<strong>in</strong>ale, possiamo comunicare<br />

a Vostra Santità a gloria di Dio e per la grandezza della Santa Chiesa’ ”. 4<br />

Il massacro della notte di S.Bartolomeo però non cancellò il calv<strong>in</strong>ismo<br />

nella Francia, come si erano prefissi il partito dei Guisa e la corona e come avevano<br />

sperato Pio V e Gregorio XIII. Anzi gli ugonotti scampati alla strage, sotto<br />

la guida dei loro capi - nel massacro era perito soltanto il Coligny - si riorganizzarono<br />

ancor più saldamente e ripresero la lotta per affermare il loro diritto<br />

all’esistenza.<br />

Intanto, morto il re Carlo IX solo due ani dopo l’eccidio di S.Bartolomeo,<br />

salì al trono di Francia il fratello di lui Enrico III di Valois. L’ostilità tra le fazioni<br />

estremiste dei cattolici e degli ugonotti, capitanati rispettivamente da Enrico di<br />

Guisa ed Enrico di Borbone signore di Navarra, m<strong>in</strong>acciava di riacutizzarsi. Nel<br />

1584 morì il duca di Angiò, fratello del re Enrico III, e poiché quest’ultimo non<br />

aveva eredi diretti, la successione al trono si apriva automaticamente al capo<br />

della fazione ugonotta Enrico di Navarra.<br />

3 Ibidem, pp. 264-265.<br />

4 E.Meynier, op. cit., p. 265 (il dialogo tra il card<strong>in</strong>ale e il papa è tolto dal volume IX dell’opera<br />

del Pastor Storia dei Papi, p. 359).<br />

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