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Testo in formato pdf - Testimonigeova

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Daniele/note storiche 28-07-2004 9:59 Pag<strong>in</strong>a 458<br />

NOTE STORICHE<br />

pucc<strong>in</strong>i, e al sud lo spagnolo Giovanni Valdès. La persecuzione antiprotestante<br />

<strong>in</strong>augurata da Paolo III s’<strong>in</strong>asprì ulteriormente sotto il pontificato di Giulio III<br />

(1550-1555). In questo periodo fra altri riformati italiani perirono sul rogo il Fannio<br />

a Ferrara e Giovanni Buzio a Roma. Il marchese di Vico Galeazzo Caracciolo,<br />

pronipote del card<strong>in</strong>ale Carafa, si salvò con la fuga a G<strong>in</strong>evra. Molti riformati<br />

italiani <strong>in</strong> quegli anni dovettero riparare all’estero.<br />

La repressione del movimento protestante <strong>in</strong> Italia si <strong>in</strong>tensificò sotto il pontificato<br />

di Paolo IV (1555-1559), che i suoi biografi descrivono come uomo “<strong>in</strong>transigente,<br />

ost<strong>in</strong>ato, collerico e crudele”. Nel 1558 subirono il supplizio del<br />

fuoco a Roma Baldo Lupet<strong>in</strong>o e a Venezia Pomponio Algeri. A Roma le carceri<br />

dell’Inquisizione si riempirono di sventurati sospetti di “eresia”. Paolo IV <strong>in</strong>fierì<br />

anche sugli Ebrei.<br />

Pio IV (1559-1565) proseguì l’azione repressiva antiprotestante con eguale<br />

rigore. Sotto il suo pontificato perirono sul rogo fra altri martiri del Vangelo il<br />

cappucc<strong>in</strong>o Bartolomeo Fozio e il pastore valdese Luigi Paschale (1560), e si<br />

consumò lo sterm<strong>in</strong>io spietato delle colonie valdesi <strong>in</strong> Calabria (vedi sez. e).<br />

Pio V (1566-1572), promotore <strong>in</strong>stancabile della lotta contro il protestantesimo,<br />

nel 1569 promulgò un editto che <strong>in</strong>troduceva la pratica della tortura verso<br />

i “rei” conv<strong>in</strong>ti di eresia per costr<strong>in</strong>gerli a ulteriori confessioni.<br />

Martiri illustri del protestantesimo italiano sotto il pontificato di Pio V furono<br />

il gentiluomo fiorent<strong>in</strong>o Pietro Carnesecchi, decapitato e arso a Roma nel<br />

1567, e il letterato e umanista Aonio Paleario bruciato vivo a Roma nel 1570. Nel<br />

1568 si era registrato il maggior numero di processi contro i protestanti nel Veneto.<br />

Al card<strong>in</strong>ale Carlo Borromeo, arcivescovo di Milano, il papa affidò l’<strong>in</strong>carico<br />

di reprimere il protestantesimo nella città di Mantova. Il Borromeo si era già<br />

dist<strong>in</strong>to come persecutore dei protestanti (nel 1556 aveva distrutto la fiorente<br />

chiesa evangelica di Locarno).<br />

Pio V premette ripetutamente su Emanuele Filiberto duca di Savoia aff<strong>in</strong>ché<br />

reprimesse l’eresia nei suoi stati. E <strong>in</strong>tervenne energicamente nei Paesi Bassi e <strong>in</strong><br />

Francia per la stessa ragione.<br />

Gregorio XIII (1572-1585) stimolò l’Inquisizione e vigilò aff<strong>in</strong>ché da Padova<br />

e Venezia non si propagassero per l’Italia le dottr<strong>in</strong>e riformate. Sotto il suo pontificato<br />

si moltiplicarono i processi e le condanne per eresia. Come il suo predecessore,<br />

Gregorio XIII s’<strong>in</strong>tromise nelle questioni <strong>in</strong>terne della Francia per combattere<br />

gli Ugonotti.<br />

Sisto V (1585-1589) combatté il protestantesimo francese con la stessa tenacia<br />

del suo predecessore, <strong>in</strong>gerendosi pesantemente nelle questioni <strong>in</strong>terne di<br />

quella nazione. Sisto V si <strong>in</strong>tromise pure nella politica <strong>in</strong>terna del regno d’Inghilterra<br />

appoggiando Maria Stuart, sostenitrice del partito cattolico, e osteggiando<br />

Elisabetta, protettrice dei protestanti. Comunque <strong>in</strong> Italia i processi e le condanne<br />

del tribunale dell’Inquisizione per eresia dim<strong>in</strong>uirono.,<br />

Urbano VII, Gregorio XIV e Innocenzo IX pontificarono per troppo breve<br />

tempo (rispettivamente 13 giorni, 10 mesi e 2 mesi) per potere agire <strong>in</strong> modo significativo<br />

contro la Riforma protestante <strong>in</strong> Italia. Clemente VIII (1592-1605), successore<br />

di Innocenzo IX, ebbe tutto il tempo di dedicarvisi e vi si dedicò con <strong>in</strong>-<br />

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