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Testo in formato pdf - Testimonigeova

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Daniele/note storiche 28-07-2004 9:59 Pag<strong>in</strong>a 448<br />

NOTE STORICHE<br />

Maria Crist<strong>in</strong>a, un esercito ducale forte di 4.000 armati agli ord<strong>in</strong>i del marchese<br />

di Pianezza <strong>in</strong>vase le valli e si dette al saccheggio. Le popolazioni subirono con<br />

una sorta di fatalistica rassegnazione la violenta aggressione delle bande armate<br />

sabaude. Invano i valdesi fecero conoscere ripetutamente alla corte di Tor<strong>in</strong>o la<br />

loro <strong>in</strong>tenzione di accettare le richieste dell’autorità ducale. Per imposizione del<br />

marchese di Pianezza, i soldati furono alloggiati nei comuni valdesi e una volta<br />

<strong>in</strong>sediatisi si dettero a massacrare proditoriamente le popolazioni <strong>in</strong>ermi (il fatto<br />

disgustoso passò alla storia col nome di “Pasque piemontesi”). Gli scampati alla<br />

strage fuggirono sulle alture dove la resistenza armata improvvisata da Giosuè<br />

Gianavello tenne a bada per alcuni giorni le bande ducali. Entro il 24 aprile 1655<br />

tutta la Val Germanasca era sotto il controllo dell’autorità ducale e i capi delle<br />

comunità furono messi al bando.<br />

La notizia della brutale repressione suscitò orrore e <strong>in</strong>dignazione <strong>in</strong> tutta<br />

l’Europa protestante. Il 17 maggio il Consiglio di Stato <strong>in</strong>glese giudicò il massacro<br />

dei valdesi <strong>in</strong> Piemonte un evento apocalittico, una manifestazione del potere<br />

dell’Anticristo. L’Inghilterra puritana manifestò il suo dolore per il martirio<br />

dei fratelli delle Alpi con un digiuno nazionale: il poeta John Milton evocò l’<strong>in</strong>fausto<br />

evento <strong>in</strong> un sonetto famoso (vedere G.Tourn, I Valdesi, pp. 144, 145). Il<br />

25 maggio l’Inghilterra <strong>in</strong>viò alla corte di Tor<strong>in</strong>o una nota di protesta e sollecitò<br />

l’<strong>in</strong>tervento degli stati europei. Un mese dopo mandò a Tor<strong>in</strong>o un ambasciatore<br />

straord<strong>in</strong>ario. Intanto nelle valli devastate i superstiti che erano stati piegati con<br />

la forza si ribellarono e sotto la guida di uom<strong>in</strong>i abili e coraggiosi come Gianavello<br />

e Jahier (e <strong>in</strong> seguito anche di ufficiali ugonotti) <strong>in</strong>trapresero una guerriglia<br />

senza quartiere.<br />

Sotto la pressione della diplomazia <strong>in</strong>ternazionale e della guerra partigiana,<br />

la corte sabauda dovette cedere. Il 18 agosto 1655 i delegati valdesi, assistiti da<br />

diplomatici <strong>in</strong>glesi e svizzeri, si <strong>in</strong>contrarono a P<strong>in</strong>erolo coi rappresentanti della<br />

corte, e dalle due parti fu firmato un accordo che riconosceva formalmente ai<br />

valdesi il diritto di esistere, ma <strong>in</strong> concreto lo negava, giacché le “Patenti di grazia”,<br />

come fu denom<strong>in</strong>ato il documento, presupponevano che a essi era concesso<br />

di esistere per la grazia del sovrano.<br />

Angherie di ogni genere, <strong>in</strong> cont<strong>in</strong>ua violazione delle clausole dell’accordo,<br />

costr<strong>in</strong>sero i valdesi a riprendere la guerriglia e la corte sabauda ebbe buon<br />

gioco per farli passare come ribelli e banditi.<br />

La revoca dell’Editto di Nantes nel 1685, voluta da Luigi XIV di Francia,<br />

ebbe effetti immediati anche nel ducato di Savoia. Il culto ri<strong>formato</strong> fu proibito<br />

<strong>in</strong> tutta la valle e furono demoliti i templi valdesi, tranne pochi che vennero requisiti<br />

e adibiti al culto cattolico. Nel gennaio del 1686 il duca Vittorio Amedeo II<br />

(1675-1730), cedendo alle pressioni dello zio, Luigi XIV, impose con un editto la<br />

cessazione del culto valdese, l’allontanamento dei pastori e il battesimo cattolico<br />

dei bamb<strong>in</strong>i. Parve ancora una volta che ai valdesi non rimanesse altra via che<br />

quella dell’esilio. Ma <strong>in</strong>fervorati da un pastore orig<strong>in</strong>ario del Delf<strong>in</strong>ato, che sarebbe<br />

divenuto una figura di spicco nella storia del valdismo, Enrico Arnaud,<br />

scelsero ancora una volta la via della resistenza armata.<br />

All’<strong>in</strong>izio di maggio del 1686 le truppe sabaude di Gabriele di Savoia e<br />

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