Testo in formato pdf - Testimonigeova
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Daniele/note storiche 28-07-2004 9:59 Pagina 437 CAPIRE DANIELE rico. Nei territori occidentali dell’Impero la Chiesa ebbe in generale una vita più tranquilla nonostante una forte presenza ariana in Italia fino a metà del VI secolo. Solo sul finire del regno di Teodorico i Goti sottoposero a persecuzione i cattolici e più che altro come ritorsione verso l’Impero avendo Giustino, come si è visto sopra, cominciato a perseguitare gli ariani in Oriente. Bisogna aggiungere che in Occidente il dissenso dottrinale fu un fenomeno sporadico, e quando si manifestò si trovò di fronte alla pronta ed energica reazione di una Chiesa forte e libera dal controllo imperiale. Placandosi in seno alla Chiesa orientale le dispute teologiche dopo l’VIII secolo, e di conseguenza riducendosi fin quasi a scomparire il fenomeno dell’eresia, cessarono pure le persecuzioni imperiali. c) Lo sterminio degli Albigesi nel Medioevo Il dissenso in seno alla Chiesa rifiorì in Occidente nel secolo XI, provocato e alimentato dalla sempre più accentuata mondanizzazione della Chiesa stessa e del suo clero. “La veste sacerdotale - scrive lo storico S.Hellmann - non era spesso se non un mantello per coprire aspirazioni mondane che si potevano più facilmente soddisfare sotto la protezione della Chiesa e col godimento dei suoi privilegi” (Storia del Medioevo, p. 374). Il prevalere nel seno della Chiesa delle preoccupazioni d’ordine materiale sui compiti specificamente religiosi, fece nascere nei ceti popolari forti sentimenti di malcontento da cui ebbero origine dei movimenti di dissenso e di protesta. I cristiani dissidenti invitarono la Chiesa a rinunciare ai beni terreni e a tornare alla povertà e alla purezza dei tempi apostolici. In coerenza con la loro condanna della mondanità e dell’opulenza i membri dei movimenti di protesta praticarono uno stile di vita contraddistinto dalla povertà e dalla semplicità. Si dettero il nome di Catari (“puri”) e crescendo di numero si concentrarono particolarmente nel mezzogiorno della Francia (presso Tolosa e in Albi da cui presero il nome di Albigesi) ma anche nelle Fiandre e in Lombardia, dove li si conobbe col nome di Patarini. I Catari ebbero una concezione etico-religiosa radicalmente dualistica fondata sull’esistenza del Bene e del Male quali principi contrapposti e ugualmente potenti. Disdegnarono la carne identificata col peccato (per questo negarono l’umanità di Cristo riallacciandosi all’antico monofisismo) e praticarono un ascetismo rigoroso. Le loro comunità si dettero un’organizzazione sociale basata sull’eguaglianza e l’abolizione della proprietà privata. Un altro movimento di rinnovamento religioso sorse nella Francia del sud nel XII secolo, quello Valdese. Il fondatore, un mercante lionese di nome Pietro Valdo (c.ca 1140-1217), conquistato dall’ideale evangelico di semplicità e povertà, aveva distribuito ai poveri i propri beni e si era dato alla predicazione propugnando quegli ideali. Valdo raccolse intorno a sé un numero crescente di seguaci. Costoro sostennero l’uguaglianza dei credenti nella Chiesa, il sacerdozio fondato sul merito e non sulla consacrazione esteriore, il diritto dei laici alla predicazione. Il sinodo di Verona nel 1184 li colpì di scomunica. Perseguitati insieme con gli Albigesi durante la crociata bandita da Innocenzo III nel 1209, i Valdesi trovarono rifugio nelle valli alpine del Piemonte; al- 437
Daniele/note storiche 28-07-2004 9:59 Pagina 438 NOTE STORICHE tri gruppi emigrarono verso la Spagna e la Germania. La chiesa romana non tollerò il dissenso religioso. Dapprima lo punì con la scomunica e il carcere, trovando consenzienti i sovrani temporali nei loro domini. Al sinodo di Verona del 1184 papa Lucio III e l’imperatore di Germania Federico I Barbarossa stabilirono di comune accordo di combattere l’eresia con l’esilio e la confisca dei beni. Nel 1197 Pietro d’Aragona decretò il bando degli eretici dalle sue terre e la pena di morte per quanti vi fossero rimasti a dispetto dell’editto. La stessa sanzione deliberò Luigi IX in Francia nel 1270. Ma non avendo queste misure prodotto effetti apprezzabili, si addivenne alla decisione di inasprirle. Il papa invocò per i casi più gravi di eresia la pena di morte e ancora una volta i principi temporali accolsero l’invito della Chiesa. Nel 1224 l’imperatore Federico II ordinò il taglio della lingua o la morte sul rogo per gli eretici nei suoi domini europei e nel 1238 estese alla Germania queste crudeli misure repressive. In Inghilterra divenne legge di stato nel 1401 la morte sul rogo per lo stesso tipo di reato. Al principio del XII, secolo i catari erano talmente numerosi nel sud della Francia che l’energico e battagliero papa Innocenzo III (1198-1216) decise di intraprendere un’azione vigorosa per sradicarli. Dopo avere inviato una lettera circolare a tutti gli arcivescovi, i conti e i baroni di Francia, spedì nella regione una delegazione con a capo due monaci cistercensi, ma i legati pontifici tornarono a Roma senza essere riusciti a convincere gli eretici e rientrare nel grembo della Chiesa romana. Più clamoroso ancora fu l’insuccesso di una seconda delegazione guidata dal cardinale Giovanni di santa Prisca nel 1200. Una terza delegazione non ebbe migliore successo delle due precedenti. Ci voleva un pretesto, un “casus belli”, per giustificare un intervento drastico da parte della Santa Sede. Il pretesto si offrì nel 1208, allorché il legato pontificio Pierre de Castelnau fu assassinato a quanto si crede da un valletto del conte di Tolosa incline agli Albigesi. Senza alcuna prova il delitto fu imputato ai catari. Innocenzo III ruppe gli indugi e decise di scatenare contro di loro una violenta offensiva. Il pontefice invitò “conti, baroni, cavalieri e fedeli di Cristo” a una “santa” crociata per sradicare con la spada l’eresia nella Francia del sud, promettendo a quanti vi avessero preso parte speciali indulgenze e, prospettiva certo più allettante, i beni e le terre degli “eretici”. Signori e signorotti di Francia e molta gente del comun popolo risposero all’appello del pontefice: si formò un esercito di cavalieri e rozzi soldati feudali a capo dei quali fu posto il conte Simon de Montfort. L’anima nera della crociata fu comunque il legato papale Arnaud Amaury. Il territorio dove gli Albigesi avevano messo salde radici fu devastato. Béziers, la roccaforte del catarismo, fu presa, saccheggiata e distrutta; i suoi abitanti furono massacrati senza alcun riguardo per l’età e il sesso. “Di Béziers - ha scritto un autore cattolico - non doveva rimanere che il nome: un nome insozzato di sangue e di vergogna”. Lo stesso autore, dopo avere alluso alle cifre discordanti riguardo alle vittime di questa carneficina, osserva con onestà e obiettività: “Ma ha veramente importanza discutere sulle cifre ? Ciò che conta è il massacro e i suoi motivi. Ciò 438
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tri gruppi emigrarono verso la Spagna e la Germania. La chiesa romana non tollerò<br />
il dissenso religioso. Dapprima lo punì con la scomunica e il carcere, trovando<br />
consenzienti i sovrani temporali nei loro dom<strong>in</strong>i. Al s<strong>in</strong>odo di Verona del<br />
1184 papa Lucio III e l’imperatore di Germania Federico I Barbarossa stabilirono<br />
di comune accordo di combattere l’eresia con l’esilio e la confisca dei beni. Nel<br />
1197 Pietro d’Aragona decretò il bando degli eretici dalle sue terre e la pena di<br />
morte per quanti vi fossero rimasti a dispetto dell’editto. La stessa sanzione deliberò<br />
Luigi IX <strong>in</strong> Francia nel 1270.<br />
Ma non avendo queste misure prodotto effetti apprezzabili, si addivenne<br />
alla decisione di <strong>in</strong>asprirle. Il papa <strong>in</strong>vocò per i casi più gravi di eresia la pena di<br />
morte e ancora una volta i pr<strong>in</strong>cipi temporali accolsero l’<strong>in</strong>vito della Chiesa. Nel<br />
1224 l’imperatore Federico II ord<strong>in</strong>ò il taglio della l<strong>in</strong>gua o la morte sul rogo per<br />
gli eretici nei suoi dom<strong>in</strong>i europei e nel 1238 estese alla Germania queste crudeli<br />
misure repressive. In Inghilterra divenne legge di stato nel 1401 la morte sul<br />
rogo per lo stesso tipo di reato.<br />
Al pr<strong>in</strong>cipio del XII, secolo i catari erano talmente numerosi nel sud della<br />
Francia che l’energico e battagliero papa Innocenzo III (1198-1216) decise di <strong>in</strong>traprendere<br />
un’azione vigorosa per sradicarli. Dopo avere <strong>in</strong>viato una lettera circolare<br />
a tutti gli arcivescovi, i conti e i baroni di Francia, spedì nella regione una<br />
delegazione con a capo due monaci cistercensi, ma i legati pontifici tornarono a<br />
Roma senza essere riusciti a conv<strong>in</strong>cere gli eretici e rientrare nel grembo della<br />
Chiesa romana. Più clamoroso ancora fu l’<strong>in</strong>successo di una seconda delegazione<br />
guidata dal card<strong>in</strong>ale Giovanni di santa Prisca nel 1200. Una terza delegazione<br />
non ebbe migliore successo delle due precedenti.<br />
Ci voleva un pretesto, un “casus belli”, per giustificare un <strong>in</strong>tervento drastico<br />
da parte della Santa Sede. Il pretesto si offrì nel 1208, allorché il legato<br />
pontificio Pierre de Castelnau fu assass<strong>in</strong>ato a quanto si crede da un valletto del<br />
conte di Tolosa <strong>in</strong>cl<strong>in</strong>e agli Albigesi. Senza alcuna prova il delitto fu imputato ai<br />
catari. Innocenzo III ruppe gli <strong>in</strong>dugi e decise di scatenare contro di loro una<br />
violenta offensiva. Il pontefice <strong>in</strong>vitò “conti, baroni, cavalieri e fedeli di Cristo” a<br />
una “santa” crociata per sradicare con la spada l’eresia nella Francia del sud, promettendo<br />
a quanti vi avessero preso parte speciali <strong>in</strong>dulgenze e, prospettiva<br />
certo più allettante, i beni e le terre degli “eretici”.<br />
Signori e signorotti di Francia e molta gente del comun popolo risposero<br />
all’appello del pontefice: si formò un esercito di cavalieri e rozzi soldati feudali a<br />
capo dei quali fu posto il conte Simon de Montfort. L’anima nera della crociata<br />
fu comunque il legato papale Arnaud Amaury.<br />
Il territorio dove gli Albigesi avevano messo salde radici fu devastato. Béziers,<br />
la roccaforte del catarismo, fu presa, saccheggiata e distrutta; i suoi abitanti<br />
furono massacrati senza alcun riguardo per l’età e il sesso. “Di Béziers - ha<br />
scritto un autore cattolico - non doveva rimanere che il nome: un nome <strong>in</strong>sozzato<br />
di sangue e di vergogna”.<br />
Lo stesso autore, dopo avere alluso alle cifre discordanti riguardo alle vittime<br />
di questa carnefic<strong>in</strong>a, osserva con onestà e obiettività: “Ma ha veramente<br />
importanza discutere sulle cifre ? Ciò che conta è il massacro e i suoi motivi. Ciò<br />
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