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Testo in formato pdf - Testimonigeova

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Daniele/note storiche 28-07-2004 9:59 Pag<strong>in</strong>a 419<br />

CAPIRE DANIELE<br />

pero le terre che aveva <strong>in</strong>debitamente occupato, senza però ottenere alcun risultato.<br />

In realtà Stefano II mirava a ottenere per la Chiesa quelle terre: “... nei suoi<br />

discorsi, nelle sue lettere - dice il Villari - <strong>in</strong>vece di restituzione all’Impero, com<strong>in</strong>ciò<br />

a parlare di restituzione a Roma, a S.Pietro, alla Chiesa” (op. cit., p. 374).<br />

d) Nell’estate del 754, <strong>in</strong> risposta all’appello del Papa, Pip<strong>in</strong>o scese <strong>in</strong> Italia<br />

alla testa di un esercito franco, affrontò i Longobardi e <strong>in</strong>flisse loro una severa<br />

sconfitta; Astolfo, da Pavia dove si era r<strong>in</strong>chiuso, fu costretto a venire a patti col<br />

Re dei Franchi. Il Longobardo s’impegnò a cedere Ravenna e le altre terre occupate.<br />

“Le terre così ottenute vennero da Pip<strong>in</strong>o cedute al Papa, che ormai senza<br />

più esitare cercava di sostituirsi <strong>in</strong> Italia all’Impero” (P.Villari, op. cit., p. 379).<br />

Partito Pip<strong>in</strong>o col suo esercito però Astolfo non mantenne gli impegni assunti,<br />

anzi, alla f<strong>in</strong>e del 755, marciò ancora alla volta di Roma. Papa Stefano si<br />

appellò di nuovo a Pip<strong>in</strong>o e questi nella primavera del 756 venne per la seconda<br />

volta <strong>in</strong> Italia alla testa dell’esercito franco: Astolfo abbandonò subito l’assedio di<br />

Roma e si r<strong>in</strong>chiuse ancora a Pavia.<br />

I Franchi batterono l’esercito longobardo che Astolfo aveva mandato contro<br />

di loro e assediarono Pavia che <strong>in</strong> breve si arrese. Stavolta le condizioni imposte<br />

dal v<strong>in</strong>citore furono assai più dure: pagamento di un’<strong>in</strong>dennità di guerra e di un<br />

tributo annuo, consegna di un maggior numero di città e di nuovi ostaggi. I<br />

Franchi presero <strong>in</strong> consegna le città le cui chiavi “furono <strong>in</strong> Roma consegnate al<br />

Papa <strong>in</strong>sieme con l’atto di donazione a S.Pietro, alla Santa Repubblica romana, e<br />

a tutti i successivi pontefici” (P.Villari, op. cit., p. 380).<br />

e) Pochi mesi dopo Astolfo morì. Suo fratello Rachis uscì dal monastero per<br />

rioccupare il trono, ma Desiderio, duca di Toscana, con generose promesse fatte<br />

al Papa ebbe la meglio. Il Pontefice scrisse a Pip<strong>in</strong>o esaltando i meriti di Desiderio<br />

e le promesse da lui fatte alla Chiesa. “Si trattava adesso, diceva il Papa, di<br />

condurre a compimento la bene <strong>in</strong>com<strong>in</strong>ciata impresa, facendo restituire a S.Pietro<br />

e alla Chiesa anche le terre che prima di Astolfo avevano fatto parte dell’Esarcato<br />

e della Pentapoli...” (ibidem, p. 381).<br />

“È chiaro - osserva ancora il Villari - che ora non si tratta più della pura e<br />

semplice attuazione delle antiche promesse, più o meno generiche, fatte da Pip<strong>in</strong>o,<br />

ma di nuove domande e sempre meglio determ<strong>in</strong>ate. Il Papa chiedeva<br />

l’Esarcato e la Pentapoli nella loro primitiva e assai più vasta estensione; chiedeva<br />

<strong>in</strong>oltre le terre, le proprietà della Chiesa, sparse altrove, che erano state <strong>in</strong>debitamente<br />

occupate dai Longobardi o dai Bizant<strong>in</strong>i” (op. cit., p. 382).<br />

Desiderio però non mantenne tutte le promesse; doveva ancora trascorrere<br />

del tempo prima che le aspirazioni territoriali dei papi si attuassero pienamente.<br />

Intanto “la donazione di Pip<strong>in</strong>o rendeva il capo della Chiesa sovrano temporale”<br />

(op. cit., p. 382).<br />

Pip<strong>in</strong>o il Breve morì nel 768; quanto a Desiderio, egli fu v<strong>in</strong>to e destituito<br />

nel 774 da Carlomagno, figlio e successore unico di Pip<strong>in</strong>o il Breve dopo la<br />

morte del fratello Carlomanno. Con Desiderio tramontò il regno dei Longobardi<br />

<strong>in</strong> Italia. Era durato 202 anni.<br />

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