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Testo in formato pdf - Testimonigeova

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Daniele/note storiche 28-07-2004 9:59 Pag<strong>in</strong>a 418<br />

NOTE STORICHE<br />

riodo di decl<strong>in</strong>o dovuto all’<strong>in</strong>ettitud<strong>in</strong>e dei regnanti che gli succedettero. La storia<br />

ha bollato col titolo poco lus<strong>in</strong>ghiero di “re fannulloni” (rois fénéants) gli ultimi<br />

d<strong>in</strong>asti merov<strong>in</strong>gi. Il vuoto di potere <strong>in</strong> questo periodo sempre più fu occupato<br />

dai capi dell’aristocrazia franca che ricoprirono nelle maggiori prov<strong>in</strong>ce del<br />

regno l’ufficio di maestri di palazzo o maggiordomi.<br />

Dopo il 683 emerse Pip<strong>in</strong>o di Heristal, maestro di palazzo di Neustria, una<br />

delle grandi prov<strong>in</strong>ce del regno franco. Sebbene Pip<strong>in</strong>o riconoscesse <strong>in</strong> teoria il<br />

diritto d<strong>in</strong>astico dei re merov<strong>in</strong>gi, di fatto si fece padrone di tutto il regno.<br />

Alla morte di Pip<strong>in</strong>o di Heristal, avvenuta nel 714, dopo un periodo di disord<strong>in</strong>i<br />

e lotte per la successione, l’eredità fu raccolta dal figlio naturale di lui,<br />

Carlo Martello.<br />

Noto alla storia per avere favorito il nascere del Feudalesimo <strong>in</strong> seno all’aristocrazia<br />

franca, Carlo Martello fu soprattutto un valoroso uomo d’armi. Condusse<br />

una serie di fortunate operazioni militari, fra le quali rimase celebre nella<br />

storia la vittoriosa battaglia di Poitiers nel 732 che arrestò l’avanzata degli Arabi<br />

verso il cuore dell’Europa.<br />

A Carlo Martello si appellò papa Gregorio III nel 739 sollecitandone l’aiuto<br />

per far fronte alle m<strong>in</strong>acce del longobardo Liutprando. Ma l’appello del Pontefice<br />

<strong>in</strong> quel frangente non fu raccolto dal re franco che aveva bisogno dell’alleato<br />

longobardo nella lotta contro gli Arabi (vedi sopra).<br />

Alla morte di Carlo Martello nel 741 i due figli di lui, Carlomanno e Pip<strong>in</strong>o<br />

detto il Breve, ereditarono ambedue il titolo e i poteri di maggiordomo d’Austrasia,<br />

un’altra grande prov<strong>in</strong>cia del regno franco. Nel 747 Carlomanno lasciò il potere<br />

e abbracciò la vita monastica, sì che Pip<strong>in</strong>o rimase il solo maestro di palazzo<br />

dell’Austrasia. Nel 751 Pip<strong>in</strong>o il Breve chiese e ottenne da papa Zaccaria (741-<br />

752) prima l’assenso alla deposizione di Childerico III, ultimo rappresentante<br />

della d<strong>in</strong>astia merov<strong>in</strong>gia, poi l’<strong>in</strong>coronazione come re dei Franchi. Il Pontefice<br />

nel 754 <strong>in</strong>coronò Pip<strong>in</strong>o e consacrò lui e la sua famiglia facendo <strong>in</strong> pratica dei<br />

suoi discendenti gli eredi al trono dei Franchi e sanzionando di fatto una flagrante<br />

usurpazione.<br />

c) Intanto <strong>in</strong> Italia Liutprando era venuto di nuovo a diverbio col papa e nel<br />

742 aveva occupato Roma. Morì poi a Pavia due anni dopo. Gli succedette il figlio<br />

Ildebrando, subito deposto per <strong>in</strong>ettitud<strong>in</strong>e e sostituito con Rachis, duca del<br />

Friuli. Dopo 5 anni di regno, sopraffatto nella contesa col Papa, Rachis si ritirò<br />

nel monastero di Montecass<strong>in</strong>o e <strong>in</strong> sua vece fu elevato al trono il fratello di lui,<br />

Astolfo (749-756). Astolfo riprese la lotta col papato per il possesso del ducato e<br />

della città di Roma. Nel 752, dopo avere occupato Ravenna ponendo f<strong>in</strong>e<br />

all’Esarcato, Astolfo marciò alla volta di Roma. Papa Stefano II, succeduto a papa<br />

Zaccaria <strong>in</strong> quello stesso anno, ottenne dal Longobardo una pace che questi <strong>in</strong>franse<br />

pochi mesi dopo. Astolfo m<strong>in</strong>acciò di nuovo Roma e il Papa sollecitò<br />

l’Imperatore a <strong>in</strong>tervenire <strong>in</strong> difesa della città e dell’Italia, ma da Costant<strong>in</strong>opoli<br />

non venne alcuna risposta. Stefano II si rivolse allora a Pip<strong>in</strong>o, tanto più che a<br />

lui il re franco doveva la sua <strong>in</strong>coronazione e consacrazione.<br />

Il Pontefice, comunque, tentò ancora di <strong>in</strong>durre Astolfo a restituire all’Im-<br />

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