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Testo in formato pdf - Testimonigeova

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Daniele/note storiche 28-07-2004 9:59 Pag<strong>in</strong>a 416<br />

NOTE STORICHE<br />

pre più affermare la propria <strong>in</strong>dipendenza spirituale, una eguale <strong>in</strong>dipendenza si<br />

estese naturalmente anche all’esercizio di quelle temporali che, senza riflettere<br />

alle <strong>in</strong>evitabili conseguenze, le erano state concesse. L’Impero aveva dato alla<br />

Chiesa le armi con le quali essa doveva poi combatterlo” (op. cit., pp. 234, 235).<br />

Giust<strong>in</strong>iano, l’artefice di grandi realizzazioni, ma anche il responsabile di<br />

scelte e decisioni che, specie <strong>in</strong> Italia, ebbero gravi conseguenze, morì ottantatreenne<br />

nel 565.<br />

8. I REGNI DEI LONGOBARDI E DEI FRANCHI -<br />

IL PAPATO TRA L’IMPERO E<br />

I LONGOBARDI E TRA I LONGOBARDI E I FRANCHI<br />

a) Nel 568 - tre anni dopo la morte di Giust<strong>in</strong>iano - i Longobardi, dopo varie<br />

migrazioni, dalla Pannonia varcarono le Alpi sotto la guida del re Albo<strong>in</strong>o e<br />

dilagarono nella pianura padana. Conquistata Milano nel 569, assediarono Pavia<br />

che cadde nelle loro mani tre anni dopo (la città divenne poi capitale del regno<br />

longobardo). Nel 572 Albo<strong>in</strong>o perì per mano della moglie Rosmunda e l’anno<br />

seguente i Longobardi elessero loro re Clefi, duca di Bergamo.<br />

Intanto l’esercito, forte di 35.000 uom<strong>in</strong>i, proseguì la conquista progressiva<br />

della penisola, term<strong>in</strong>ata la quale rimasero ai Bizant<strong>in</strong>i soltanto la Liguria, la Pentapoli<br />

(Rim<strong>in</strong>i, Pesaro, Fano, Senigallia, Ancona), l’Esarcato (che comprendeva,<br />

oltre a Ravenna, Ferrara, Bologna e Adria), i ducati di Roma e di Napoli, la Puglia<br />

e la Calabria.<br />

Nei territori conquistati i Longobardi crearono numerosi ducati che di più <strong>in</strong><br />

più tesero all’autonomia (dopo il 650 erano quasi <strong>in</strong>dipendenti i ducati di<br />

Trento, Tuscia, Spoleto e Benevento).<br />

Alla morte di Clefi avvenuta nel 575 seguì un decennio di eclisse del potere<br />

centrale, avendo i duchi evitato di eleggere un successore per rafforzare la loro<br />

autonomia. La m<strong>in</strong>accia dei Bizant<strong>in</strong>i, che si erano frattanto alleati coi Franchi, li<br />

<strong>in</strong>dusse nel 585 a riprist<strong>in</strong>are il potere centrale con l’elevazione al trono di Autari,<br />

figlio di Clefi.<br />

Autari aveva sposato la cattolica Teodol<strong>in</strong>da, figlia del duca di Baviera legato<br />

ai Franchi. Autari è riconosciuto dagli storici come uno dei pr<strong>in</strong>cipali fondatori<br />

del regno dei Longobardi.<br />

Ad Autari, morto nel 590, succedette Agigulfo, duca di Tor<strong>in</strong>o, che sposò la<br />

sua vedova. Sovrano valoroso e prudente, Agigulfo subì la volontà del Pontefice<br />

esercitata per mezzo della moglie Teodol<strong>in</strong>da. Col concorso di papa Gregorio I<br />

Magno (590-604) Teodol<strong>in</strong>da ottenne la conversione al cattolicesimo della corte<br />

e di gran parte dei Longobardi.<br />

Ad Autari, morto nel 590, succedette Agigulfo, duca di Tor<strong>in</strong>o, che sposò la<br />

sua vedova. Sovrano valoroso e prudente, Agigulfo subì la volontà del Pontefice<br />

esercitata per mezzo della moglie Teodol<strong>in</strong>da. Col concorso di papa Gregorio I<br />

Magno (590-604) Teodol<strong>in</strong>da ottenne la conversione al cattolicesimo della corte<br />

e di gran parte dei longobardi.<br />

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