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Testo in formato pdf - Testimonigeova

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Daniele/note storiche 28-07-2004 9:59 Pag<strong>in</strong>a 413<br />

CAPIRE DANIELE<br />

mando. Geloso per i successi del generale, Giust<strong>in</strong>iano nel 539 spedì <strong>in</strong> Italia<br />

Narsete con l’<strong>in</strong>carico di dividere il comando con Belisario. Vitige approfittò<br />

della discordia fra i due generali per rialzare la testa. Rafforzò le sue posizioni <strong>in</strong><br />

Liguria e fece occupare e radere al suolo Milano i cui 300.000 abitanti furono trucidati.<br />

Intanto Teudiberto re dei Franchi faceva scendere <strong>in</strong> Italia <strong>in</strong> aiuto degli<br />

Ostrogoti 10.000 Burgundi che si dettero a razziare il paese. Giust<strong>in</strong>iano, conscio<br />

delle conseguenze disastrose della sua decisione, richiamò a Costant<strong>in</strong>opoli<br />

Narsete e l’unità di comandò <strong>in</strong> Italia fu riprist<strong>in</strong>ata.<br />

Ma i guai non erano f<strong>in</strong>iti per i romani. Centomila franchi scesero dalle Alpi<br />

con alla testa il loro re Teudiberto, con l’apparente <strong>in</strong>tenzione di venire <strong>in</strong> aiuto<br />

dei goti. In realtà gli <strong>in</strong>vasori si dettero a saccheggiare Pavia, qu<strong>in</strong>di si gettarono<br />

addosso ai goti stessi che si videro obbligati a ritirarsi <strong>in</strong> Ravenna. Anche gli imperiali<br />

si ritirarono verso le Marche dove Belisario assediava Osimo. Per buona<br />

ventura dei romani una tremenda epidemia diffusasi tra i franchi fece tale strage<br />

di barbari che i superstiti si ritirarono al di là delle Alpi (539). Gli imperiali allora<br />

posero l’assedio alla capitale dei goti mentre da ogni parte aumentavano le loro<br />

diserzioni. Nella primavera del 540 Belisario alla testa dei suoi soldati entrò <strong>in</strong><br />

Ravenna che da quel momento divenne bizant<strong>in</strong>a e tale rimase per 212 anni,<br />

cioè f<strong>in</strong>chè i Longobardi non la tolsero ai Bizant<strong>in</strong>i nel 752.<br />

Se il 538 vide la liberazione di Roma dalla morsa <strong>in</strong> cui l’avevano stretta gli<br />

ostrogoti, <strong>in</strong> quell’anno si videro pure le conseguenze catastrofiche della lunga<br />

guerra tra i bizant<strong>in</strong>i e i goti. Quattro anni di lotte cont<strong>in</strong>ue avevavno ridotto<br />

l’Italia <strong>in</strong> uno stato di desolazione al di là di ogni immag<strong>in</strong>azione. Da due anni i<br />

campi erano <strong>in</strong> uno stato di completo abbandono. In Toscana gli abitanti fuggirono<br />

ai monti e si nutrirono di ghiande. Nel Piceno 50.000 contad<strong>in</strong>i morirono di<br />

stenti. I corpi di quegli sventurati erano ridotti <strong>in</strong> tale stato che dopo la morte gli<br />

uccelli predatori rifiutarono di cibarsene.<br />

Gli anni che seguirono il 538 furono segnati non solo da <strong>in</strong>dicibili calamità,<br />

ma anche da un risveglio del sentimento religioso. In quegli anni nell’Occidente<br />

si diffuse straord<strong>in</strong>ariamente il monachesimo. Nel 539 Cassiodoro fondò a Vivarium,<br />

presso Squillace (<strong>in</strong> Calabria) un monastero che divenne un centro di cultura<br />

oltre che di vita mistica, sul modello del monastero di Montecass<strong>in</strong>o fondato<br />

da Bendetto Da Norcia dieci anni prima.<br />

l) Nel 540 Belisario tornò a Costant<strong>in</strong>opoli alla testa dei suoi soldati: portava<br />

con sé il tesoro dei Goti e lo stesso Vitige fra altri prigionieri. La gelosia di Giust<strong>in</strong>iano<br />

però lo relegò sempre di più nell’ombra.<br />

Partito Belisario, le sorti dei goti <strong>in</strong> Italia com<strong>in</strong>ciarono a risollevarsi. Ildibaldo<br />

riuscì a impadronirsi di buona parte dell’Italia del nord, ma nel 541 venne<br />

ucciso. I goti allora elessero a loro capo Totila, uno dei più valorosi capitani<br />

ostrogoti, dotato anche di non comune capacità strategica e politica.<br />

Mentre i bizant<strong>in</strong>i per sostentarsi spogliavano le popolazioni e favorivano i<br />

latifondisti, suscitando sdegno fra il popolo, Totila al contrario lasciava <strong>in</strong> pace il<br />

popolo e appesantiva la mano sui latifondisti: “s’impadroniva delle loro rendite -<br />

dice il Villari - e anche di quelle della Chiesa, che era già f<strong>in</strong> da allora uno dei<br />

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