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Testo in formato pdf - Testimonigeova

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Daniele/note storiche 28-07-2004 9:59 Pag<strong>in</strong>a 412<br />

NOTE STORICHE<br />

Belisario allora, raccolti <strong>in</strong>torno a sé i suoi, sferrò un assalto talmente impetuoso<br />

che i goti, credendo che gli imperiali avessero ricevuto r<strong>in</strong>forzi, si ritirarono. Così<br />

Belisario poté entrare nella città alla testa dei suoi.<br />

I goti tornarono e circondarono Roma (erano i primi di maggio 537). Reiterati<br />

assalti di Vitige furono resp<strong>in</strong>ti dai difensori. In uno di questi attacchi gli imperiali<br />

gettarono sui goti che si erano ammassati sotto il mausoleo di Adriano<br />

(oggi Castel Sant’Angelo) f<strong>in</strong>anche le statue che divelsero dal monumento, facendo<br />

strage di nemici sì che i goti dovettero desistere dal proseguire l’assalto.<br />

Nella città assediata <strong>in</strong>tanto la situazione si faceva sempre più drammatica per la<br />

mancanza di cibo. Belisario vi rimediò <strong>in</strong> qualche modo: distogliendo gli assedianti<br />

da un settore delle mura con f<strong>in</strong>ti attacchi <strong>in</strong> altri settori, poté fare entrare<br />

nella città r<strong>in</strong>forzi e vettovaglie, e questo a diverse riprese. In una di queste occasioni<br />

entrò <strong>in</strong> Roma Anton<strong>in</strong>a, l’energica moglie del generale bizant<strong>in</strong>o. Pare<br />

che fosse venuta anche per dare attuazione alla volontà dell’Imperatrice Teodora<br />

di deporre papa Silverio a lei <strong>in</strong>viso e fare leggere <strong>in</strong> sua vece il diacono Vigilio,<br />

<strong>in</strong>cl<strong>in</strong>e a favorire i Monofisiti che l’Imperatrice aveva preso sotto la sua protezione.<br />

Belisario depose Silverio con l’accusa di volere consegnare la città ai goti<br />

e fece eleggere Vigilio (537).<br />

Silverio morì esule nell’isola di Palmarola, presso Ponza il 21 giugno 538.<br />

Frattanto fra i goti schierati sotto le mura di Roma si manifestavano segni di stanchezza<br />

per il lungo e vano assedio. Vitige avanzò proposte di pace, ma Belisario<br />

le resp<strong>in</strong>se. Allora chiese e ottenne una tregua di tre mesi, che gli imperiali sfruttarono<br />

a loro vantaggio. Vitige tentò un colpo di mano per entrare nella città, ma<br />

venne resp<strong>in</strong>to. Inoltre un corpo di spedizione bizant<strong>in</strong>o agli ord<strong>in</strong>i del capitano<br />

Giovanni si dette a devastare il Piceno abitato dai goti e prese Rim<strong>in</strong>i costr<strong>in</strong>gendo<br />

la guarnigione ostrogota a r<strong>in</strong>chiudersi <strong>in</strong> Ravenna. Giovanni poi si avviò<br />

verso Roma per prendere alle spalle gli assedianti. Sgomenti per i rovesci subiti<br />

e per l’avanzare degli imperiali dal nord, i goti <strong>in</strong>f<strong>in</strong>e tolsero l’assedio e si ritirarono.<br />

Era il 12 marzo 538. I barbari erano stati sconfitti e i romani poterono celebrare<br />

la vittoria. “Belisario scriveva a Costant<strong>in</strong>opoli che era veramente un miracolo<br />

l’aver potuto con un esercito di 5.000 uom<strong>in</strong>i resistere vittoriosamente a<br />

150.000” (Villari).<br />

I bizant<strong>in</strong>i non dettero tregua ai goti <strong>in</strong> ritirata. Li assalirono mentre attraversavano<br />

il Tevere creando grande scompiglio tra le loro file sì che molti morirono<br />

affogati. Al Passo del Furlo, sugli Appenn<strong>in</strong>i, li impegnarono ancora <strong>in</strong> combattimento<br />

e li v<strong>in</strong>sero. I superstiti disertarono e si unirono ai v<strong>in</strong>citori. L’esercito di<br />

Vitige si assottigliò del cont<strong>in</strong>uo, e sebbene i goti occupassero ancora numerose<br />

città nell’Italia centrale, il loro potere andò decl<strong>in</strong>ando. Ridotti a doversi difendere<br />

dagli attacchi cont<strong>in</strong>ui dei bizant<strong>in</strong>i, non furono più <strong>in</strong> grado di spadroneggiare<br />

quasi <strong>in</strong>contrastati <strong>in</strong> Italia come ai tempi di Teodorico, per quanto <strong>in</strong> seguito<br />

riuscissero ancora a cogliere qualche sporadico successo militare. La fase<br />

più <strong>in</strong>cisiva del loro dom<strong>in</strong>io <strong>in</strong> Italia era f<strong>in</strong>ita con la sconfitta sotto le mura di<br />

Roma il 12 marzo 538.<br />

i) Le operazioni militari dei Bizant<strong>in</strong>i nell’Italia centrale sarebbero proseguite<br />

con più celerità se l’Imperatore non avesse tolto a Belisario l’unità di co-<br />

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