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Testo in formato pdf - Testimonigeova

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Daniele/1-6 28-07-2004 9:52 Pag<strong>in</strong>a 40<br />

CAPITOLO 1<br />

egli era dal dio <strong>in</strong>vestito dell’autorità sovrana. Da quel giorno si com<strong>in</strong>ciava a<br />

contare i suoi anni di regno.<br />

I testi cuneiformi babilonesi menzionano frequentemente i tesori dell’Esagila.<br />

Uno degli ambienti del grande complesso templare riportato alla luce dagli<br />

archeologi deve avere custodito i tesori suddetti. Quivi Nabucodonosor deve<br />

avere posto i sacri utensili asportati dal tempio di Yahweh <strong>in</strong> Gerusalemme.<br />

3 E il re disse a Ashpenaz, capo de’ suoi eunuchi, di menargli alcuni<br />

de’ figliuoli d’Israele di stirpe reale e di famiglie nobili, 4 giovani<br />

senza difetti fisici, belli d’aspetto, dotati d’ogni sorta di talenti,<br />

istruiti e <strong>in</strong>telligenti, tali che avessero attitud<strong>in</strong>e a stare nel palazzo<br />

del re; e d’<strong>in</strong>segnare loro la letteratura e la l<strong>in</strong>gua de’ Caldei.<br />

Insieme con gli utensili sacri del Tempio, Nabucodonosor portò via da Gerusalemme,<br />

forse come ostaggi, un imprecisato numero di giovani ({yidflºy yeladîm)<br />

appartenenti a famiglie altolocate. Il capo degli eunuchi (wyfsyirfs bar rav sarîsayu),<br />

al quale il re conferì l’<strong>in</strong>carico di condurgli nel palazzo alcuni dei giovani giudei<br />

deportati, era un alto funzionario del palazzo il cui ufficio corrispondeva pressappoco<br />

a quello del maggiordomo. Il titolo equivale probabilmente al babilonese<br />

rav sha reshi (letteralmente “il capo di colui che sta alla testa”) documentato<br />

nei testi cuneiformi.<br />

Il nome del funzionario, Ashpenaz, tradisce un’orig<strong>in</strong>e persiana. In una<br />

forma leggermente variante, Ashpazanda, esso è stato letto nei testi di Nippur<br />

del V secolo a.C., e nella forma Aspenaz nei testi magici aramaici pure di<br />

Nippur 31.<br />

La presenza <strong>in</strong> Babilonia di stranieri al servizio dei Caldei durante il regno<br />

di Nabucodonosor è documentata 32. Inoltre è noto che Babilonesi e Medi - questi<br />

ultimi parenti prossimi dei Persiani - furono alleati nella guerra contro l’Assiria<br />

sul f<strong>in</strong>ire del secolo VII a.C. Si sa <strong>in</strong>f<strong>in</strong>e che degli stranieri al servizio di Babilonia<br />

furono promossi a <strong>in</strong>carichi di prestigio.<br />

Non era poco quello che si richiedeva ai candidati per essere ammessi nelle<br />

scuole reali. Il curriculum di studi non era lieve e il servizio nel palazzo richiedeva<br />

resistenza alla fatica. Perciò occorrevano prestanza fisica e non comuni doti<br />

<strong>in</strong>tellettuali e morali. Nel gruppo dei “figli d’Israele” deportati <strong>in</strong> Babilonia si<br />

scelsero i giovani che possedevano questi requisiti.<br />

L’appellativo “figli d’Israele” <strong>in</strong> quest’epoca designava i sudditi del regno di<br />

Giuda. Il term<strong>in</strong>e ebraico yeladîm non significa necessariamente “fanciulli”,<br />

come traduce qualche versione, tale term<strong>in</strong>e applicandosi a una fascia di età variabile<br />

tra i dieci e i venti anni. “Giov<strong>in</strong>etti” è la traduzione che conviene meglio<br />

qui (vedi Ec 4:13) .<br />

Daniele e i suoi tre compagni dovevano essere formati <strong>in</strong> vista di un <strong>in</strong>ca-<br />

31 - Vedi S.D.A. Bible Commentary, vol. IV, p. 757.<br />

32 - ibidem, p. 781.<br />

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