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Daniele/9-12 28-07-2004 9:57 Pagina 377 CAPIRE DANIELE frena lo sviluppo si apre una breccia e da quel momento ‘il papato può attuare in tutta sicurezza i propri progetti di governo’ 476. “Ma si deve attendere fino al 538 perché l’ultimo regno ariano che minaccia ancora la Chiesa sia finalmente respinto dall’imperatore Giustiniano (527-565). Come aveva predetto il profeta Daniele (7:27), la comparsa del piccolo corno avrebbe comportato la caduta di un certo numero di regni già dipendenti dalla dominazione romana. “Nel 1798 infine, la potenza politica della Chiesa è spezzata a seguito di una serie di avvenimenti che condurranno all’arresto e alla deportazione del papa stesso. per mezzo dei suoi vescovi, era organizzata ben più fortemente dell’ariana. I Franchi divennero così il popolo eletto da Dio a difesa del papa e dalla religione”. -Le invasioni barbariche in Italia, p. 357. Fu una scelta politicamente oculata quella di Clodoveo. “E fu - scrive lo storico S.Hellmann in riferimento alla conversione del re franco alla fede cattolica - un avvenimento d’importanza storica: il contrasto religioso che alcuni decenni dopo doveva essere fatale per i regni ostrogoto e vandalico e il cui pericolo fu solo scongiurato dai Visigoti e dai Longobardi con una tardiva conversione al cattolicesimo, fu subito da lui evitato mediante una politica saggia e lungimirante”. Storia del Medioevo, pp. 34-35. La conversione di Clodoveo segnò l’inizio di un processo storico che opportunisticamente assecondato dai papi, avrebbe condotto la Chiesa all’acquisizione del potere temporale. “Meravigliosa addirittura - dice il Villari - è la persistenza con la quale i papi continuarono attraverso i secoli, l’opera loro, quasi imponendo ai Franchi la missione voluta, preveduta dalla Chiesa; e non smisero mai fino a che essa non ebbe il suo adempimento con la coronazione di Carlo Magno e la formazione del potere temporale”. - Op. cit, p. 358. Nel 507 Clodoveo con l’aiuto dei Burgundi, sconfisse i Visigoti a Vouillé, nelle pianure del Poitou, e tolse ad essi tutta l’Aquitania fino ai Pirenei. La vittoria di Vouillé spazzò via dalla Gallia i Visigoti liberando dall’influenza ariana quella vasta regione. Dal 508, un regno franco forte e unito che si estendeva dalla regione ad est del Reno fino alle coste della Manica ad ovest e ai Pirenei a sud, avrebbe garantito alla Chiesa protezione e libertà d’azione in quelle terre ove il cattolicesimo era stato finora avversato, consentendole di intensificare la sua influenza. Nel corso della sua visita pastorale in Francia nel settembre del 1996, papa Wojtyla non ha mancato di riproporre ai francesi la figura di Clodoveo di cui ricorreva il millecinquecentesimo anniversario della conversione al cattolicesimo, “uno degli eventi che hanno formato la Francia”, ha sottolineato il Pontefice romano durante l’incontro col Presidente Chirac a Tours. In effetti, come si è visto, la conversione alla fede cattolica valse a Clodoveo l’appoggio della Chiesa, una circostanza che contribuì in maniera determinante alla sua affermazione politica. E valse alla Chiesa il sostegno di una nazione destinata a dominare nei prossimi secoli la politica dell’Europa germanica e latina. 476 - W. ULLMANN, A Short History of the Papacy in the Middle Ages, New York, 1972, p. 37. “Verso il ‘500, scrive Marcel Pacaut, si libera un’istituzione la cui autorità (...) è incontestabile (...) Il papa, sommo pontefice (summu pontifex), sommo sacerdote (summus sacerdos), talora persino chiamato (...) ‘Vicario di Cristo’ (...) gode nella sede apostolica di un prestigio particolare”. - Histoire de la Papautè de l’Origine au Concile di Trente, Parigi 1976, p. 44. (Nota dell’Autore) 377

Daniele/9-12 28-07-2004 9:57 Pagina 378 CAPITOLO 12 “Quanto al 1844, si deve riconoscere che anche su questa data la profezia ha visto giusto. Certo il 1844, al contrario delle altre date a cui si è fatto riferimento prima, non è una data che la storia abbia conservato. Ad essa non è associata una rivoluzione né una conquista e nemmeno un decreto reale. Quella data non figura nei manuali di storia; essa non evoca nulla nelle nostre memorie scolastiche. Eppure, se si crede al libro di Daniele, il 1844 è una data che conta. Quell’anno precisamente è segnato dal montare di un movimento di attesa e di speranza, un movimento nel contempo interconfessionale e internazionale che definisce sé stesso precisamente in rapporto alla venuta, ‘all’avvento’ di Dio 477. Quell’anno è anche segnato da un intensificarsi degli studi sul libro di Daniele, e specificamente su quella profezia che annunciava il tempo della fine. C’è da stupirsene ? Nel 1844 è finalmente decodificata la profezia che annuncia il 1844. “A partire da questa data in effetti la profezia si chiarisce, la si comprende. Daniele lo aveva previsto. L’angelo lo aveva prevenuto. Solo nel tempo della fine la parola sarebbe stata desigillata e la si sarebbe capita (vv. 4, 9, 10). Quando la profezia si adempie, allora si può riconoscerla, si può comprenderla e vi si può credere: ‘... ve l’ho detto prima che avvenga, affinché, quando sarà avvenuto, crediate’ (Gv 14. 29) “Questa è la ragione d’essere di tutte quelle date che segnano il percorso della storia: servire da punti di riferimento nel tempo, per risvegliare e rafforzare l’attesa” 478. 13 Ma tu avviati verso la fine; tu ti riposerai, e poi sorgerai per ricevere la tua parte di eredità, alla fine de’ giorni. Secoli e secoli sarebbero trascorsi prima che si fossero compiute le ultime profezie rivelate a Daniele; esse non potevano dunque riguardare lui e la sua generazione. La vita terrena dell’anziano profeta - una vita intensa, tutta dedita alla missione alla quale è stato chiamato molti anni prima - volge oramai alla fine. Essere profeta per le età e per le genti a venire, essere profeta universale, insomma: fu questa la missione della quale Daniele fu investito ed egli l’ha svolta con indefettibile fedeltà raccogliendo in forma scritta per consegnarle ai posteri tutte le straordinarie rivelazioni che gli sono state date. Adesso Daniele deve prepararsi al trapasso. Nell’immediato lo attende il riposo nel sepolcro, non la gloria del paradiso! L’eredità eterna la riceverà quando risorgerà “alla fine dei giorni”. 477 - Su questo soggetto vedi H. DESROCHE, Sociologie de l’Esperance, Parigi 1973. (Nota dell’Autore) 478 - Le soupir de la terre, pp. 264-267. 378

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CAPITOLO 12<br />

“Quanto al 1844, si deve riconoscere che anche su questa data la profezia<br />

ha visto giusto. Certo il 1844, al contrario delle altre date a cui si è fatto riferimento<br />

prima, non è una data che la storia abbia conservato. Ad essa non è associata<br />

una rivoluzione né una conquista e nemmeno un decreto reale. Quella<br />

data non figura nei manuali di storia; essa non evoca nulla nelle nostre memorie<br />

scolastiche. Eppure, se si crede al libro di Daniele, il 1844 è una data che conta.<br />

Quell’anno precisamente è segnato dal montare di un movimento di attesa e di<br />

speranza, un movimento nel contempo <strong>in</strong>terconfessionale e <strong>in</strong>ternazionale che<br />

def<strong>in</strong>isce sé stesso precisamente <strong>in</strong> rapporto alla venuta, ‘all’avvento’ di Dio 477.<br />

Quell’anno è anche segnato da un <strong>in</strong>tensificarsi degli studi sul libro di Daniele, e<br />

specificamente su quella profezia che annunciava il tempo della f<strong>in</strong>e. C’è da stupirsene<br />

? Nel 1844 è f<strong>in</strong>almente decodificata la profezia che annuncia il 1844.<br />

“A partire da questa data <strong>in</strong> effetti la profezia si chiarisce, la si comprende.<br />

Daniele lo aveva previsto. L’angelo lo aveva prevenuto. Solo nel tempo della<br />

f<strong>in</strong>e la parola sarebbe stata desigillata e la si sarebbe capita (vv. 4, 9, 10).<br />

Quando la profezia si adempie, allora si può riconoscerla, si può comprenderla<br />

e vi si può credere:<br />

‘... ve l’ho detto prima che avvenga, aff<strong>in</strong>ché, quando<br />

sarà avvenuto, crediate’ (Gv 14. 29)<br />

“Questa è la ragione d’essere di tutte quelle date che segnano il percorso<br />

della storia: servire da punti di riferimento nel tempo, per risvegliare e rafforzare<br />

l’attesa” 478.<br />

13 Ma tu avviati verso la f<strong>in</strong>e; tu ti riposerai, e poi sorgerai per ricevere<br />

la tua parte di eredità, alla f<strong>in</strong>e de’ giorni.<br />

Secoli e secoli sarebbero trascorsi prima che si fossero compiute le ultime profezie<br />

rivelate a Daniele; esse non potevano dunque riguardare lui e la sua generazione.<br />

La vita terrena dell’anziano profeta - una vita <strong>in</strong>tensa, tutta dedita alla missione<br />

alla quale è stato chiamato molti anni prima - volge oramai alla f<strong>in</strong>e.<br />

Essere profeta per le età e per le genti a venire, essere profeta universale,<br />

<strong>in</strong>somma: fu questa la missione della quale Daniele fu <strong>in</strong>vestito ed egli l’ha<br />

svolta con <strong>in</strong>defettibile fedeltà raccogliendo <strong>in</strong> forma scritta per consegnarle ai<br />

posteri tutte le straord<strong>in</strong>arie rivelazioni che gli sono state date.<br />

Adesso Daniele deve prepararsi al trapasso. Nell’immediato lo attende il riposo<br />

nel sepolcro, non la gloria del paradiso! L’eredità eterna la riceverà quando<br />

risorgerà “alla f<strong>in</strong>e dei giorni”.<br />

477 - Su questo soggetto vedi H. DESROCHE, Sociologie de l’Esperance, Parigi 1973. (Nota<br />

dell’Autore)<br />

478 - Le soupir de la terre, pp. 264-267.<br />

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