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Testo in formato pdf - Testimonigeova

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Daniele/9-12 28-07-2004 9:57 Pag<strong>in</strong>a 370<br />

CAPITOLO 12<br />

5 Poi, io, Daniele, guardai, ed ecco due altri uom<strong>in</strong>i <strong>in</strong> piedi: l’uno di<br />

qua sulla sponda del fiume, 6 e l’altro di là, sull’altra sponda del<br />

fiume. E l’un d’essi disse all’uomo vestito di l<strong>in</strong>o che stava sopra le<br />

acque del fiume: “Quando sarà la f<strong>in</strong>e di queste maraviglie?”<br />

Il messaggio profetico recato a Daniele da un angelo (presumibilmente Gabriele),<br />

<strong>in</strong>trodotto <strong>in</strong> 11:2, si è concluso nel v. 4 del cap. 12. Daniele non dice se<br />

il latore del messaggio celeste una volta conclusa la sua missione se ne sia andato<br />

o gli sia rimasto ancora vic<strong>in</strong>o. Comunque volgendo lo sguardo <strong>in</strong>torno o<br />

davanti a sé, il profeta scorge due figure dall’aspetto umano che si tengono <strong>in</strong><br />

piedi sulle rive opposte del fiume (ye’or), certamente l’Hiddekel (il Tigri) <strong>in</strong> prossimità<br />

del quale egli si trovava all’<strong>in</strong>izio della rivelazione (10:4). Sono due angeli<br />

ed è probabile che siano comparsi alla f<strong>in</strong>e della rivelazione stessa. Non è spiegato<br />

perché siano <strong>in</strong> due e perché si tengano sulle opposte sponde del fiume.<br />

Anche <strong>in</strong> 8:13 due angeli stanno davanti a Daniele, e dialogano fra loro; qui<br />

<strong>in</strong>vece è uno solo che parla. Un terzo personaggio, certamente di rango superiore<br />

(è vestito di l<strong>in</strong>o), si tiene <strong>in</strong> piedi sulle acque del fiume e a lui si rivolge<br />

l’uno degli angeli che parla. Daniele ha già visto una figura simile a questa al<br />

pr<strong>in</strong>cipio della visione (10:5). Ivi il personaggio è <strong>in</strong>dicato <strong>in</strong> modo <strong>in</strong>determ<strong>in</strong>ato:<br />

“un uomo vestito di l<strong>in</strong>o”, ’ish ’echad levûsh habbaddîm, come se lo avesse<br />

visto per la prima volta. Qui <strong>in</strong>vece è <strong>in</strong>dicato con l’articolo: “all’uomo <strong>in</strong> abiti di<br />

l<strong>in</strong>o”, {yiDaBah $Ub:l $yi)fl la’îsh levush habbaddîm, come riferendosi a un personaggio<br />

già noto. Parrebbe che alla f<strong>in</strong>e della rivelazione il profeta vedesse di<br />

nuovo l’Essere celeste che gli era apparso all’<strong>in</strong>izio, pur se stavolta non si dilunga<br />

a descriverne l’aspetto.<br />

“E l’un d’essi disse...” I LXX, Teodozione e la Vulgata traducono: “E dissi...”;<br />

così pure G.R<strong>in</strong>aldi. Questo sarebbe con certezza il senso della frase se<br />

nell’ebraico il verbo fosse seguito dal pronome di prima persona. Ma non è così,<br />

wayo’mer non ha alcun pronome ed è seguito immediatamente dalla menzione<br />

dell’ “uomo vestito di l<strong>in</strong>o”, onde la traduzione quasi univoca delle versioni: “e<br />

uno (di loro) disse...” sembra del tutto corretta.<br />

La domanda, che l’uno degli angeli rivolge al personaggio che sta sulle acque,<br />

pare rivelare un vivo <strong>in</strong>teresse delle creature celesti per gli eventi umani. In<br />

8:13 una domanda sulle 2300 sere e matt<strong>in</strong>e formulata <strong>in</strong>izialmente negli stessi<br />

term<strong>in</strong>i (‘ad mathay..., “f<strong>in</strong>o a quando...?”) fu rivolta dall’uno dei due angeli dialoganti<br />

tra loro all’angelo <strong>in</strong>terprete della profezia. Ivi pure si scorge l’<strong>in</strong>teresse<br />

dell’universo angelico per le vicende terrene che attengono alla salvezza degli<br />

uom<strong>in</strong>i (cfr. 1Pie 1:12).<br />

Nell’orig<strong>in</strong>ale l’<strong>in</strong>terrogazione è così formulata: tO)fl:Pah j"q yatfm-da( ‘ad<br />

mathay qetz happela’ôth. Letteralmente: “f<strong>in</strong>o a quando la f<strong>in</strong>e delle meraviglie?”<br />

L’<strong>in</strong>serzione dell’aggettivo dimostrativo “queste” tra “f<strong>in</strong>e” e “meraviglie”, sebbene<br />

non ci sia nell’orig<strong>in</strong>ale, si impone, giacché pela’ôth (“meraviglie”) si riferisce<br />

con tutta evidenza agli eventi preannunciati nella rivelazione.<br />

Il S.D.A. Bible Commentary, ibidem, p. 880, osserva: “L’angelo formula la domanda<br />

<strong>in</strong>espressa che deve avere predom<strong>in</strong>ato nei pensieri di Daniele. La rapida<br />

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