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Testo in formato pdf - Testimonigeova

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Daniele/9-12 28-07-2004 9:57 Pag<strong>in</strong>a 355<br />

CAPIRE DANIELE<br />

Di ritorno da questa spedizione fallimentare, il re di Siria prese d’assalto Gerusalemme,<br />

dove serpeggiava la rivolta contro le pratiche e i costumi ellenistici<br />

<strong>in</strong>trodotti anni prima, e <strong>in</strong>fierì sulla popolazione perpetrando crudeli massacri, devastando<br />

alcuni quartieri della città e saccheggiando ancora una volta il tempio.<br />

31 Delle forze mandate da lui si presenteranno e profaneranno il<br />

santuario, la fortezza, sopprimeranno il sacrifizio cont<strong>in</strong>uo, e vi collocheranno<br />

l’abom<strong>in</strong>azione, che cagiona la desolazione.<br />

Letteralmente: “Braccia (forze) da lui si ergeranno”, cioè delle forze appartenenti<br />

a questo potere sorgeranno per compiere la profanazione qui descritta. Alcune<br />

versioni traducono: “contam<strong>in</strong>eranno il santuario”; <strong>in</strong> realtà il verbo ebraico<br />

chalâl significa propriamente “profanare” (Gesenius). “Contam<strong>in</strong>are” qualcosa significa<br />

renderla impura, <strong>in</strong>qu<strong>in</strong>arla; chalal esprime <strong>in</strong>vece l’idea di rendere comune,<br />

banale qualcosa che è sacro. Questo verbo è adoperato <strong>in</strong> Es 20:25 per<br />

<strong>in</strong>dicare che le pietre da utilizzare per la costruzione di un altare sarebbero “profanate”<br />

se le si lavorasse con lo scalpello. In Es 31:14 chalâl è usato <strong>in</strong> relazione<br />

alla dissacrazione del sabato.<br />

“...il santuario, la fortezza...”, ebr. zO(fMah $fD:qiMah hammiqdash hammâ‘oz,<br />

lett.: “il luogo santo, il rifugio” (la seconda parola è <strong>in</strong> apposizione rispetto alla<br />

prima: “il luogo santo, cioè il rifugio”). Qualche commentatore ha applicato alla<br />

città di Roma l’espressione “il santuario, la fortezza o rifugio”. Secondo questa<br />

comprensione del passo sarebbe qui adombrato l’attacco distruttivo dei Barbari<br />

alla “città eterna”.<br />

Altri autori pensano che l’oggetto della profanazione <strong>in</strong> questo versetto sia<br />

il santuario celeste. L’ebraico ma‘oz, tradotto “forza” o “fortezza” (dal verbo<br />

‘azaz, “essere forte”), ritorna ripetutamente <strong>in</strong> questo capitolo (vv 7, 10, 19, 38,<br />

39), per quanto le versioni non lo rendano <strong>in</strong> modo uniforme.<br />

Il santuario di Gerusalemme era circondato da fortificazioni, ma il luogo di<br />

rifugio per eccellenza è il santuario del cielo dove Gesù offre il suo sangue a beneficio<br />

dei peccatori (Eb 9:11-14). Secondo questa comprensione dell’espressione:<br />

“profaneranno il santuario, il rifugio”, essa si riferirebbe alla sostituzione<br />

del sacrificio e del sacerdozio autentici di Cristo nel santuario celeste con un<br />

falso sacrificio e un falso sacerdozio terreni (su tamîd - “cont<strong>in</strong>uità”, vedi il commento<br />

di 8: 12).<br />

“L’abom<strong>in</strong>azione che cagiona la desolazione” (ebr. {"mO$:m jUQi

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