Testo in formato pdf - Testimonigeova

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Daniele/9-12 28-07-2004 9:57 Pagina 343 CAPIRE DANIELE gran cura una nuova spedizione contro l’Egitto. Intorno al 203 a.C. il re Tolomeo IV e la regina perirono misteriosamente e sul trono dei Làgidi fu posto il loro figlioletto di 5 o 6 anni, Tolomeo V Epifane. Antioco stimò che fosse il momento giusto per una nuova offensiva al sud. “... in capo a un certo numero d’anni...”: probabilmente è un riferimento ai 16 anni circa (217-201) che trascorsero tra la disastrosa battaglia di Rafia e la seconda spedizione contro l’Egitto. 14 E in quel tempo molti insorgeranno contro il re del mezzogiorno; e degli uomini violenti di fra il tuo popolo insorgeranno per dar compimento alla visione, ma cadranno. Da questo punto le interpretazioni sul cap. 11 di Daniele, fin qui convergenti, cominciano a divergere, anche notevolmente. Un certo numero di commentatori stima che nei vv. 14-45 si riflettano ancora le vicende dei re seleucidi e làgidi, altri pensano che dal v. 14 fino al 35 siano di scena Roma imperiale e la Chiesa cristiana. “Numerosi commentatori qui o più avanti in questo capitolo vedono riferimenti ad Antioco IV, che regnò fra il 176 e il 164 a.C., e alla crisi nazionale giudaica che la sua politica di ellenizzazione forzata fece esplodere. È di certo un fatto storico innegabile che il tentativo di Antioco di costringere i Giudei a rinnegare la religione e la cultura nazionali per adottare la religione, la cultura e la lingua dei Greci, costituì l’evento più significativo della storia giudaica del periodo intertestamentale. “La minaccia rappresentata dalla politica di Antioco Epifane pose i Giudei di fronte ad una crisi paragonabile a quelle causate dal faraone, da Sennacherib, da Nabucodonosor, da Haman e da Tito. Durante il suo breve regno di 12 anni, poco mancò che Antioco estinguesse la religione e la cultura giudaiche. Spogliò il santuario dei suoi tesori, saccheggiò Gerusalemme, lasciò in rovine la città e le sue mura, massacrò migliaia di giudei e altri ne condusse in esilio come schiavi. Un editto reale impose ad essi l’abbandono di tutti i riti della loro religione per vivere da pagani. Furono costretti ad accogliere altari pagani nelle loro città e ad offrire su di essi carne di porco, nonché a consegnare tutte le copie delle loro scritture sacre per essere fatte a pezzi e bruciate. Antioco pose anche un idolo sull’altare del tempio in Gerusalemme e offrì sopra di esso carne di maiale. “Parve farsi labile, negli anni in cui fu promossa questa politica, la prospettiva di una sopravvivenza della religione giudaica e degli stessi Giudei come popolo con una sua propria identità nazionale. “Finalmente i Giudei insorsero e cacciarono dalla Giudea le forze di Antioco. Riuscirono persino a respingere un esercito che Antioco aveva spedito in Palestina col compito specifico di sterminarli. Di nuovo liberi dalla sua mano oppressiva, essi restaurarono il tempio, vi misero un nuovo altare e ricominciarono ad offrire il sacrificio. Avendo stretto alleanza con Roma alcuni anni dopo (161 a.C.), i Giudei godettero per circa un secolo un’indipendenza e una prosperità relative sotto la protezione romana, fin- 343

Daniele/9-12 28-07-2004 9:57 Pagina 344 CAPITOLO 11 ché la Giudea non divenne provincia di Roma nel 63 a.C. Coloro che sostengono che Antioco Epifane sia menzionato nei vv. 14 e 15, identificano negli ‘uomini violenti’ quei giudei che tradirono i loro connazionali e collaborarono con Antioco per attuare la sua politica ed eseguire i suoi decreti crudeli e blasfemi 437. “E’ possibile che nel cap. 11 ci siano riferimenti alla crisi provocata dalla politica di Antioco Epifane, per quanto le opinioni divergano considerevolmente riguardo alla parte della profezia in cui si dà notizia di lui. Riconoscere che nel cap. 11 ci siano riferimenti ad Antioco Epifane non implica comunque che si consideri questo personaggio protagonista dei fatti anticipati nelle profezie dei capitoli 7 e 8, più di quanto non lo richieda la menzione di altri re seleucidi” 438. Sugli “uomini violenti di fra il tuo popolo” (letteralmente “i figli dei demolitori del tuo popolo”) l’opera citata osserva: “L’espressione può comprendersi in senso soggettivo, ‘i figli dei violenti fra il tuo popolo’ (...). Così intesa essa si riferirebbe a quei giudei che presero occasione dai conflitti internazionali per promuovere i loro interessi nazionali, anche travalicando i limiti della legalità pur di raggiungere i loro fini. Se invece si prende la frase in senso oggettivo, il passo può significare: ‘coloro che agiscono con violenza contro il tuo popolo’. Nell’espressione intesa in questo modo si è visto un riferimento ai Romani i quali nel 63 a.C. privarono i Giudei dell’indipendenza, e in seguito (nel 70 e nel 135 d.C.) distrussero il Tempio e la città di Gerusalemme. In effetti fu durante il regno di Antioco III (vedi su 10-13) che i Romani, intervenuti in Oriente per tutelare gli interessi dei loro alleati (Pergamo, Rodi, Atene ed Egitto), fecero sentire il loro peso sulle politiche della Siria e dell’Egitto”. 15 E il re del settentrione verrà; innalzerà de’ bastioni, e s’impadronirà di una città fortificata; e né le forze del mezzogiorno, né le truppe scelte avran la forza di resistere. Prosegue la descrizione - iniziata nel v. 13 - della seconda campagna di Antioco III in Palestina. La “città fortificata” (tOrfc:bim ryi( ‘îr mivtzarôth, lett.: “una città di fortificazioni”) è probabilmente Gaza. Occupata la Celesiria nel 202, Antioco espugnò questa città fortificata nel 201 dopo un prolungato assedio. Secondo altri espositori la “città fortificata” sarebbe Sidon, che nel corso di questa stessa campagna Antioco III assediò mettendo alla strette l’esercito egizio che vi si era asserragliato, costringendolo alla resa. 437 - Per informazioni più particolareggiate sulle esperienze dolorose dei giudei in quegli anni infausti, vedi I Maccabei 1 e 2 e GIUSEPPE FLAVIO, Antichità, XII, 6,7; Guerre, I, 1. 438 - S.D.A. Bible Commentary, vol. IV, p. 868-869. 344

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CAPITOLO 11<br />

ché la Giudea non divenne prov<strong>in</strong>cia di Roma nel 63 a.C.<br />

Coloro che sostengono che Antioco Epifane sia menzionato nei vv. 14 e 15,<br />

identificano negli ‘uom<strong>in</strong>i violenti’ quei giudei che tradirono i loro connazionali<br />

e collaborarono con Antioco per attuare la sua politica ed eseguire i suoi decreti<br />

crudeli e blasfemi 437. “E’ possibile che nel cap. 11 ci siano riferimenti alla crisi<br />

provocata dalla politica di Antioco Epifane, per quanto le op<strong>in</strong>ioni divergano<br />

considerevolmente riguardo alla parte della profezia <strong>in</strong> cui si dà notizia di lui. Riconoscere<br />

che nel cap. 11 ci siano riferimenti ad Antioco Epifane non implica<br />

comunque che si consideri questo personaggio protagonista dei fatti anticipati<br />

nelle profezie dei capitoli 7 e 8, più di quanto non lo richieda la menzione di altri<br />

re seleucidi” 438.<br />

Sugli “uom<strong>in</strong>i violenti di fra il tuo popolo” (letteralmente “i figli dei demolitori<br />

del tuo popolo”) l’opera citata osserva: “L’espressione può comprendersi <strong>in</strong><br />

senso soggettivo, ‘i figli dei violenti fra il tuo popolo’ (...). Così <strong>in</strong>tesa essa si riferirebbe<br />

a quei giudei che presero occasione dai conflitti <strong>in</strong>ternazionali per promuovere<br />

i loro <strong>in</strong>teressi nazionali, anche travalicando i limiti della legalità pur di<br />

raggiungere i loro f<strong>in</strong>i.<br />

Se <strong>in</strong>vece si prende la frase <strong>in</strong> senso oggettivo, il passo può significare: ‘coloro<br />

che agiscono con violenza contro il tuo popolo’. Nell’espressione <strong>in</strong>tesa <strong>in</strong><br />

questo modo si è visto un riferimento ai Romani i quali nel 63 a.C. privarono i<br />

Giudei dell’<strong>in</strong>dipendenza, e <strong>in</strong> seguito (nel 70 e nel 135 d.C.) distrussero il Tempio<br />

e la città di Gerusalemme. In effetti fu durante il regno di Antioco III (vedi<br />

su 10-13) che i Romani, <strong>in</strong>tervenuti <strong>in</strong> Oriente per tutelare gli <strong>in</strong>teressi dei loro<br />

alleati (Pergamo, Rodi, Atene ed Egitto), fecero sentire il loro peso sulle politiche<br />

della Siria e dell’Egitto”.<br />

15 E il re del settentrione verrà; <strong>in</strong>nalzerà de’ bastioni, e s’impadronirà<br />

di una città fortificata; e né le forze del mezzogiorno, né le<br />

truppe scelte avran la forza di resistere.<br />

Prosegue la descrizione - <strong>in</strong>iziata nel v. 13 - della seconda campagna di Antioco<br />

III <strong>in</strong> Palest<strong>in</strong>a. La “città fortificata” (tOrfc:bim ryi( ‘îr mivtzarôth, lett.: “una città di<br />

fortificazioni”) è probabilmente Gaza.<br />

Occupata la Celesiria nel 202, Antioco espugnò questa città fortificata nel<br />

201 dopo un prolungato assedio.<br />

Secondo altri espositori la “città fortificata” sarebbe Sidon, che nel corso di<br />

questa stessa campagna Antioco III assediò mettendo alla strette l’esercito egizio<br />

che vi si era asserragliato, costr<strong>in</strong>gendolo alla resa.<br />

437 - Per <strong>in</strong>formazioni più particolareggiate sulle esperienze dolorose dei giudei <strong>in</strong> quegli anni<br />

<strong>in</strong>fausti, vedi I Maccabei 1 e 2 e GIUSEPPE FLAVIO, Antichità, XII, 6,7; Guerre, I, 1.<br />

438 - S.D.A. Bible Commentary, vol. IV, p. 868-869.<br />

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