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Testo in formato pdf - Testimonigeova

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Daniele/9-12 28-07-2004 9:57 Pag<strong>in</strong>a 327<br />

CAPIRE DANIELE<br />

Il piegarsi del capo verso il basso e la perdita della favella sono i segni di<br />

un forte malessere fisico: un nuovo deliquio sta per cogliere il vecchio profeta.<br />

La forte emozione che le parole dell’angelo gli hanno procurato (“mentr’egli mi<br />

rivolgeva queste parole”) sta fiaccando la sua già provata resistenza fisica.<br />

16 Ed ecco uno che aveva sembianza d’un figliuol d’uomo, mi toccò le<br />

labbra. Allora io aprii la bocca, parlai, e dissi a colui che mi stava<br />

davanti: “Signor mio, a motivo di questa visione m’ha colto lo spasimo,<br />

e non m’è più rimasto alcun vigore.<br />

L’aspetto sfolgorante dell’angelo sembra avere avuto anch’esso un effetto debilitante<br />

sul fisico di Daniele: “Signor mio, a motivo di questa visione... non m’è più<br />

rimasto alcun vigore”, yaryic Uk:pehån h):raMaB yénodA) ’adonî bamar’âh nehefku tzirai. È<br />

improbabile che il profeta si riferisca a una delle visioni avute <strong>in</strong> precedenza,<br />

come ha congetturato qualche commentatore. Quelle visioni sono troppo lontane<br />

nel tempo perché possano ancora <strong>in</strong>fluire sulle emozioni di Daniele. La parola<br />

mar’eh ha anche il senso di “aspetto”, “apparizione” (vedi il versetto seguente),<br />

e questa è l’accezione che conviene meglio al testo <strong>in</strong> esame. E’ perciò<br />

preferibile la traduzione di G.R<strong>in</strong>aldi: “Signor mio, nell’apparizione mi <strong>in</strong>colsero<br />

questi miei dolori...” (la T.O.B. traduce <strong>in</strong> modo simile: “Monseigneur, à cause<br />

de l’apparition, des angoisses m’ont saisi...”).<br />

Solo ora Daniele può scorgere davanti a sé il suo eccezionale <strong>in</strong>terlocutore.<br />

L’angelo ha dunque velato il suo splendore straord<strong>in</strong>ario, come spiega<br />

E.G.White, 426 sì che il profeta può contemplare la sua figura simile a quella di<br />

un comune essere umano ({fdf) y¢n:B tUm:diK kidmûth benê ’adam, letteralmente:<br />

“somigliante a figli d’uomo”).<br />

Il tocco dell’angelo ha disserrato le labbra contratte di Daniele. L’uomo di<br />

Dio, quasi sul punto di svenire (“non mi è rimasto più alcun vigore”), forse balbettando<br />

si lamenta per il grande malessere che lo ha colto.<br />

17 E come potrebbe questo servo del mio signore parlare a cotesto<br />

signor mio? Poiché oramai nessun vigore mi resta, e mi manca f<strong>in</strong>o<br />

il respiro”.<br />

Con tipico stile orientale, Daniele parla all’<strong>in</strong>viato del cielo con la deferenza<br />

dovuta al suo rango, e gli spiega la ragione per la quale non aveva potuto articolare<br />

parola: le forze lo hanno quasi del tutto abbandonato al punto che egli<br />

non è stato più <strong>in</strong> grado di far funzionare con regolarità i muscoli toracici per <strong>in</strong>trodurre<br />

aria nei polmoni ed espellerla (i s<strong>in</strong>tomi del grave malessere sono descritti<br />

con precisione).<br />

426 - The Sanctified Life, Ediz. 1955, p. 52.<br />

327

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