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Testo in formato pdf - Testimonigeova

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Daniele/9-12 28-07-2004 9:57 Pag<strong>in</strong>a 322<br />

CAPITOLO 10<br />

Colui che ha rimesso <strong>in</strong> piedi il profeta e lo sollecita a concentrarsi per<br />

ascoltarlo, non è venuto di sua <strong>in</strong>iziativa, egli sta semplicemente eseguendo un<br />

mandato: “ora io sono stato mandato da te...” La Div<strong>in</strong>ità non riceve mandati, li<br />

conferisce. Ecco la prova che chi ha toccato Daniele e lo ha fatto tornare <strong>in</strong> sé<br />

non è stato l’Essere maestoso che lo ha fatto andare <strong>in</strong> deliquio, ma soltanto un<br />

suo messaggero. Per dirlo con un’espressione tolta dal l<strong>in</strong>guaggio tecnologico<br />

moderno, egli è stato una c<strong>in</strong>ghia di trasmissione, non un motore.<br />

12 Ed egli mi disse: “Non temere, Daniele; poiché dal primo giorno che<br />

ti mettesti <strong>in</strong> cuore d’<strong>in</strong>tendere e d’umiliarti nel cospetto del tuo Dio,<br />

le tue parole furono udite, e io son venuto a motivo delle tue parole.<br />

Un uomo di Dio quanto più sia cosciente della propria imperfezione e <strong>in</strong>degnità<br />

tanto più prova sgomento e confusione nel confrontarsi con la perfezione div<strong>in</strong>a<br />

(vedi Is 6:5). L’angelo deve avere notato il grande disagio del vecchio profeta nel<br />

trovarsi <strong>in</strong> sua presenza, perciò lo r<strong>in</strong>cuora e lo rassicura chiamandolo per<br />

nome: “Non temere, Daniele...!”.<br />

“Dal primo giorno...”. È di certo un riferimento all’<strong>in</strong>izio dei 21 giorni di<br />

duolo e di umiliazione (vedi il v. 2). Come abbiamo detto nel commento del v.<br />

2, eventi <strong>in</strong>quietanti stavano accadendo <strong>in</strong> quei giorni nella patria lontana dove<br />

da poco erano giunti i primi reduci dall’esilio. Daniele ne era rimasto scosso e<br />

aveva cercato di capire perché succedevano quelle cose. Come già tre anni<br />

prima (cfr. 9:3), si era umiliato davanti al suo Dio - forse confessando ancora<br />

una volta i peccati del suo popolo dei quali si sentiva <strong>in</strong> qualche modo corresponsabile<br />

- e aveva rivolto al Signore fervide suppliche per la sua gente.<br />

Ora egli è messo al corrente dal messaggero di Dio che le sue suppliche<br />

sono state accolte <strong>in</strong> cielo f<strong>in</strong> dalle prime battute: “dal primo giorno... le tue parole<br />

furono udite...”. “Dio - osserva J.Doukhan - esaudisce anche la preghiera<br />

<strong>in</strong>espressa, o piuttosto non ancora espressa. Perché non è la preghiera <strong>in</strong> sé<br />

stessa che è vana, ma è l’illusione che l’<strong>in</strong>tervento dall’alto sia stato provocato<br />

dal peso magico delle parole con le quali la preghiera è stata espressa” 417 (La<br />

supplica di Daniele era dunque stata esaudita f<strong>in</strong> dalle prime parole, ma per tre<br />

settimane <strong>in</strong>tere non era successo nulla che lo facesse supporre. Solo dopo 21<br />

lunghi giorni l’angelo del Signore è venuto per portargli la risposta. Perché questo<br />

prolungato <strong>in</strong>dugio?<br />

La risposta è data nel versetto seguente.<br />

322<br />

13 Ma il capo del regno di Persia m’ha resistito ventun giorni; però<br />

ecco, Micael, uno dei primi capi, è venuto <strong>in</strong> mio soccorso, e io son<br />

rimasto là presso i re di Persia.<br />

417 - Op. cit., p. 228.

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