Testo in formato pdf - Testimonigeova
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Daniele/9-12 28-07-2004 9:57 Pag<strong>in</strong>a 311<br />
turgico nel santuario d’Israele e l’opera redentiva<br />
del Messia, tra l’ufficio del sommo sacerdote<br />
terreno e il m<strong>in</strong>istero di Gesù Cristo <strong>in</strong><br />
cielo dopo il sacrificio della croce. La Lettera<br />
agli Ebrei fa di siffatto rapporto il card<strong>in</strong>e della<br />
sua teologia: “Ora, il punto capitale delle<br />
cose che stiamo dicendo è questo: che abbiamo<br />
un tal Sommo Sacerdote, che si è posto<br />
a sedere alla destra del trono della Maestà<br />
nei cieli, m<strong>in</strong>istro del santuario e del vero<br />
tabernacolo che il Signore e non un uomo, ha<br />
eretto” (Eb 8:1-2). Il v. 5, poi, col caratterizzare<br />
come “ombra e figura delle cose celesti”<br />
il santuario giudaico, ne esplicita ulteriormente<br />
la funzione prefigurativa.<br />
Il nesso esistente fra l’ombra terrena e<br />
la realtà celeste è ulteriormente sviluppato e<br />
chiarito nel cap. 9 della Lettera agli Ebrei.<br />
Ad una descrizione sommaria del santuario<br />
dell’Antica Alleanza e dei suoi arredi<br />
(vv. 1-5) e ad un accenno al servizio liturgico<br />
giornaliero (v. 6) e a quello annuale (v. 7) che<br />
<strong>in</strong> esso si svolgevano, Eb 9 fa seguire un’applicazione<br />
del suddetto servizio liturgico<br />
all’opera sacerdotale di Gesù Cristo nel Santuario<br />
del cielo. Spiega il v. 8 che “Lo Spirito<br />
Santo voleva con questo significare che la via<br />
al santuario non era ancora manifestata f<strong>in</strong>ché<br />
sussisteva ancora il primo tabernacolo”.<br />
Come nel tempio giudaico il Luogo Santissimo<br />
restava coperto dal velo per tutto il<br />
tempo <strong>in</strong> cui nel Santo si svolgeva il servizio<br />
sacro diuturno, così il Tempio di Dio <strong>in</strong> cielo<br />
doveva rimanere <strong>in</strong>accessibile f<strong>in</strong>tantoché<br />
fosse <strong>in</strong> funzione la sua controfigura terrena.<br />
È questo, secondo Eb 9:8, il senso che lo<br />
Spirito Santo <strong>in</strong>tese dare al servizio cultuale<br />
giornaliero e annuale nel santuario giudaico<br />
(le parole “santuario”, greco ‘aghion, e<br />
“primo tabernacolo, greco pròtes skenes, <strong>in</strong><br />
questo versetto non sono s<strong>in</strong>onimi, sono due<br />
CAPIRE DANIELE<br />
term<strong>in</strong>i dist<strong>in</strong>ti che sembrano voler designare<br />
l’una il Luogo Santissimo, l’altra il Luogo<br />
Santo del tempio israelitico come raffigurazioni<br />
rispettivamente del santuario celeste e<br />
della sua controfigura terrena). In def<strong>in</strong>itiva il<br />
Tempio di Dio <strong>in</strong> cielo non avrebbe assunto la<br />
sua funzione prima che il sacrificio della croce<br />
avesse realizzato ciò che la liturgia sacrificale<br />
nel Santuario dell’Antica Alleanza prefigurava<br />
e preannunciava.<br />
Come sappiamo, questo evento cosmico<br />
- l’<strong>in</strong>augurazione <strong>in</strong> cielo del Santuario<br />
della Nuova Alleanza - fu anticipato profeticamente<br />
a Daniele dall’angelo Gabriele nel contesto<br />
della rivelazione delle settanta settimane.<br />
In 9:24, la consacrazione di un “luogo<br />
santissimo” (ebr. qodesh qodashîm) appare<br />
come il coronamento dell’opera espiatoria<br />
che il Messia avrebbe compiuto 401 .<br />
Proseguendo, nel cap. 9, il suo ragionamento<br />
fondato sul parallelismo fra il vecchio<br />
e il nuovo, l’autore della Lettera agli Ebrei<br />
dice nel v. 12 che Cristo - def<strong>in</strong>ito “Sommo<br />
Sacerdote di futuri beni” nel v. 11 - “mediante<br />
il proprio sangue, è entrato una volta per<br />
sempre nel santuario, avendo acquistato una<br />
redenzione eterna”. Gesù Cristo dunque<br />
svolge ad un tempo il ruolo di sacerdote e<br />
quello di vittima sacrificale, e <strong>in</strong> questa duplice<br />
funzione realizza quanto il m<strong>in</strong>istero del<br />
sacerdozio aronnico prefigurava, ovverosia la<br />
nostra riconciliazione con Dio e l’affrancamento<br />
dal peccato. Come sacerdote, Egli media<br />
fra noi e il Padre (1Tm 2:5), come vittima<br />
sacrificiale compie il nostro riscatto (v. 6).<br />
Il sacrificio di Cristo non solo procura a<br />
noi il perdono dei peccati (come per anticipazione<br />
lo procurava agli israeliti il sacrificio<br />
espiatorio), ma ne realizza la totale e def<strong>in</strong>itiva<br />
rimozione dalla presenza di Dio, come avveniva<br />
simbolicamente sotto l’Antica Alleanza<br />
401 - Vedi il commento di Dn 9:24; cfr. con S.D.A. Bble Commentary, vol. IV, p. 852.<br />
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