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Testo in formato pdf - Testimonigeova

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Daniele/9-12 28-07-2004 9:57 Pag<strong>in</strong>a 307<br />

erano <strong>in</strong> completa antitesi, e si avrà una dimostrazione<br />

ulteriore che essi non potevano raffigurare<br />

un’unica e medesima realtà. L’uno dei<br />

due animali era immolato, l’altro no; dell’uno<br />

si aspergeva il sangue, dell’altro no; il sangue<br />

del capro espiatorio purificava (Le 16:15-16),<br />

il capro emissario contam<strong>in</strong>ava (v. 26).<br />

Il sommo sacerdote doveva prima fare<br />

l’espiazione per sé stesso onde essere idoneo<br />

a fare l’espiazione per il popolo. Perciò,<br />

concluso il sorteggio e la presentazione al Signore<br />

dei due capri nell’atrio del Santuario<br />

(vv. 7 e 8), egli faceva accostare presso l’altare<br />

dell’olocausto il giovenco e lo immolava<br />

come vittima espiatoria per sé e per “la sua<br />

casa” (v.. 6). Poi con l’<strong>in</strong>censiere d’oro <strong>in</strong> una<br />

mano e nell’altra un vaso pure d’oro con due<br />

manciate di res<strong>in</strong>e odorose polverizzate, entrava<br />

tutto solo nel Luogo Santo (Le 16:17)<br />

giacché egli era l’unica persona del popolo<br />

idonea a presentarsi alla presenza di Dio nel<br />

Santo dei Santi. Davanti al velo che lo separava<br />

dall’Arca santa col suo propiziatorio 390 ,<br />

egli spargeva le res<strong>in</strong>e odorose sulle braci<br />

dell’<strong>in</strong>censiere prelevate <strong>in</strong> precedenza dall’altare<br />

dell’olocausto (Le 16:12) sì che il fumo,<br />

penetrando dall’alto, <strong>in</strong>vadeva il Luogo Santissimo<br />

(vv. 12 e 13).<br />

Spostato da un lato il velo e deposto<br />

l’<strong>in</strong>censiere fumante davanti all’Arca già offuscata<br />

dalla nuvola d’<strong>in</strong>censo, il sommo sacerdote<br />

tornava nell’atrio camm<strong>in</strong>ando a ritroso<br />

(Talmud), vi prelevava una bac<strong>in</strong>ella d’oro col<br />

sangue del giovenco immolato ed entrava per<br />

la seconda volta nel Santo dei Santi. Quivi<br />

aspergeva col dito di quel sangue una volta il<br />

propiziatorio e sette volte il suolo davanti ad<br />

CAPIRE DANIELE<br />

esso (Le 16:14). Con questo rito egli aveva<br />

fatto l’espiazione per la sua persona e “per la<br />

sua casa” (v. 17) ovvero per corpo sacerdotale<br />

(v. 33).<br />

“Esente da peccato, egli adesso rappresentava<br />

adeguatamente Gesù Cristo, Colui<br />

che è senza peccato, ed era perciò <strong>in</strong> grado<br />

di mediare a beneficio degli altri” 391 .<br />

Pronunciata una breve preghiera mentre<br />

la congregazione attendeva con ansia la sua<br />

ricomparsa, il sommo sacerdote tornava<br />

nell’atrio del Santuario, faceva accostare il<br />

capro “del sacrificio per il peccato che è per il<br />

popolo” (Le 16:15a) e lo immolava senza imporre<br />

le mani sul suo capo. Qu<strong>in</strong>di, recando<br />

una bac<strong>in</strong>ella col sangue dell’animale, entrava<br />

per terza volta nel Santo dei Santi e con<br />

quel sangue ripeteva esattamente, per la congregazione,<br />

le aspersioni già fatte per sé e<br />

per il corpo sacerdotale col sangue del giovenco<br />

(v. 15b). Con questo rito era fatta<br />

“l’espiazione per il santuario a motivo delle<br />

impurità dei figli d’Israele, delle loro trasgressioni<br />

e di tutti i loro peccati” (Le 16:16a). “Il<br />

Santo dei Santi ha ormai ricuperato il suo<br />

splendore: né i peccati del sacerdozio né<br />

quelli dei fedeli offuscano più gli sguardi di<br />

Yahweh. Il ‘propiziatorio’ ha svolto il suo<br />

ruolo, ha concretizzato il suo nome procurando<br />

la propiziazione agli adoratori di<br />

Yahweh” 392 .<br />

Riportato il velo nella posizione abituale<br />

<strong>in</strong> modo da occultare di nuovo l’Arca col suo<br />

propiziatorio, il celebrante ungeva col sangue<br />

del capro e del giovenco i corni dell’altare che<br />

stava davanti al velo e ne aspergeva sette<br />

volte il disopra (Le 16:18-19).<br />

390 - Il propiziatorio (ebr. kapporeth) era una lastra d’oro massiccio sormontata da due figure di<br />

cherub<strong>in</strong>i, anche essi d’oro, la quale fungeva da coperchio dell’Arca (Es 37: 6-9).<br />

391 - S.D.A. Bible Commentary, vol. I, p. 776.<br />

392 - ALÉXIS MÉDEBIELLE, L’Expiation dans l’Ancien et le Nouveau Testament, vol. I, pp. 97-98.<br />

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