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Testo in formato pdf - Testimonigeova

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Daniele/9-12 28-07-2004 9:57 Pag<strong>in</strong>a 304<br />

CAPITOLO 9<br />

storia il nuovo astro persiano (8:20 si è avverato).<br />

La f<strong>in</strong>e di Babilonia ed il sorgere dell’impero<br />

persiano erano stati <strong>in</strong>dicati dalla profezia<br />

come il preludio della r<strong>in</strong>ascita d’Israele<br />

(cfr. Gr 25:12-14; 29:10; Is 44:28; 45:1, 4,<br />

13). È dunque giunto il tempo di rivelare a Daniele<br />

cose che sarebbe stato prematuro annunciare<br />

sette anni prima.<br />

4. L’espressione “sere-matt<strong>in</strong>e” (‘erevboqer)<br />

<strong>in</strong> 8:14 è improntata al l<strong>in</strong>guaggio del<br />

racconto della Creazione del capitolo primo<br />

della Genesi, dove 6 volte la frase “fu sera e<br />

fu matt<strong>in</strong>a” (wayehî ‘erev wayehî voqer) designa<br />

un giorno pieno. Come è stato ricordato<br />

nel commento di questo passo (8:14),<br />

l’espressione “sere-matt<strong>in</strong>e” non va, comunque,<br />

presa alla lettera, poichè essa compare<br />

<strong>in</strong> un contesto simbolico. “Sere - matt<strong>in</strong>e”<br />

non significa dunque “giorni di calendario”<br />

ma “giorni profetici” che sono equivalenti ad<br />

anni storici (cfr. il commento a 8:14 e la nota<br />

relativa). Questo elemento temporale <strong>in</strong>serito<br />

nella visione-audizione del cap. 8 ha un riscontro<br />

nella rivelazione-audizione del cap. 9<br />

la quale esordisce precisamente con un riferimento<br />

ad un elemento temporale: settanta<br />

settimane (di anni) “sono tagliate” (nechthak)<br />

per il popolo e per la santa città (cfr. il commento<br />

a 9:24). Il passivo nechthak associato<br />

alle settanta settimane fa pensare ad una<br />

estrapolazione dei 490 anni da un periodo di<br />

tempo più esteso. E quale potrebbe essere<br />

questo periodo se non quello dei 2300 anni a<br />

cui si allude <strong>in</strong> 8:14 ? Rafforza questa tesi la<br />

designazione di entrambi i periodi, <strong>in</strong> 8:26a e<br />

<strong>in</strong> 9:23 u.p., con lo stesso vocabolo: mar’eh.<br />

È <strong>in</strong>oltre significativo che eventi di<br />

grande portata <strong>in</strong> rapporto con la redenzione<br />

304<br />

siano posti alla f<strong>in</strong>e dei 490 come dei 2300<br />

anni. Allo scadere del periodo più breve<br />

(9:26a e 27a) sarà offerto il vero sacrificio<br />

espiatorio il quale porrà f<strong>in</strong>e ai sacrifici che lo<br />

prefiguravano nel santuario di Gerusalemme.<br />

Allo scadere dei 2300 anni sarà posta f<strong>in</strong>e<br />

alla prevaricazione contro il m<strong>in</strong>istero cont<strong>in</strong>uo<br />

di Cristo (thamîd) nel santuario dei cieli<br />

per il perdono dei peccati e sarà rimossa l’offesa<br />

recata al santuario (il santuario “sarà purificato”).<br />

È pure significativo il parallelismo<br />

tra il santuario che sarà purificato <strong>in</strong> 8:14<br />

u.p. ed il santuario che sarà consacrato<br />

(“unto”) <strong>in</strong> 9:24 u.p. Così, allo scadere dei<br />

490 anni <strong>in</strong>iziati con la promulgazione di un<br />

decreto autorizzante la restaurazione di Gerusalemme,<br />

si concluderà <strong>in</strong> Gerusalemme restaurata,<br />

con la morte cruenta del Messia, un<br />

rituale ciclico che era “ombra e figura delle<br />

cose celesti” (Eb 8:5), ovvero di eventi ultraterreni;<br />

e lassù nel cielo quegli eventi com<strong>in</strong>ceranno<br />

ad aver corso con l’<strong>in</strong>izio del m<strong>in</strong>istero<br />

sacerdotale del Messia risorto e glorificato<br />

(Eb 8:1-2), un m<strong>in</strong>istero cont<strong>in</strong>uo di mediazione<br />

per il perdono dei peccati (1Tm 2:5;<br />

Eb 8:6; 9:15; 12:24; 1Gv 2:1) che si concluderà<br />

<strong>in</strong> capo a 2300 anni con un solenne<br />

“kippur” celeste (“il santuario sarà purificato”)<br />

di cui era figura il “kippur” che il<br />

sommo sacerdote d’Israele celebrava nel<br />

santuario di Gerusalemme alla f<strong>in</strong>e di ogni ciclo<br />

liturgico annuale. Dunque i due periodi<br />

profetici annunciati <strong>in</strong> 8:14 e 9:24 si giustappongono,<br />

così che il più breve viene a formare<br />

la prima “tranche” del più esteso ed entrambi<br />

hanno <strong>in</strong> comune la data d’<strong>in</strong>izio 380 . Questa<br />

data è l’anno 457 a.C. (vedi il commento a<br />

9:25 e la nota relativa).<br />

380 - Esemplificando: supponiamo di volere misurare due lunghezze: una di 30, l’altra di 100<br />

centimetri. Per delimitare la prima useremo i primi 30 centimetri del nostro metro, e per determ<strong>in</strong>are<br />

la seconda utilizzeremo il metro <strong>in</strong>tero; ma nell’uno e nell’altro caso <strong>in</strong>izieremo la misurazione<br />

dal primo centimetro. Così, poiché i 490 anni costituiscono il primo segmento dei<br />

2300, è chiaro che l’uno e l’altro arco di tempo hanno <strong>in</strong> comune la data <strong>in</strong>iziale.

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