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Testo in formato pdf - Testimonigeova

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Daniele/9-12 28-07-2004 9:57 Pag<strong>in</strong>a 288<br />

CAPITOLO 9<br />

È evidente che questo vocabolo ebraico nell’Antico Testamento è anche<br />

adoperato per <strong>in</strong>dicare l’estremità di un oggetto qualunque; <strong>in</strong> architettura può<br />

denotare la parte sommitale di una struttura edilizia, appunto il p<strong>in</strong>nacolo. Prima<br />

che fosse distrutto, il tempio si ergeva sulla sommità del colle di Sion quasi fosse<br />

il suo p<strong>in</strong>nacolo. Tradurre: “sopra il tempio” l’espressione ebraica ‘al kanaf,<br />

come fanno i LXX, ci sembra dunque del tutto ragionevole.<br />

È stato osservato con ragione che il Salvatore stesso avallò la correttezza di<br />

questa traduzione di kanaf allorchè avvertì i suoi discepoli: “Quando dunque<br />

avrete vedute l’abom<strong>in</strong>azione della desolazione (tò bdéligma tes ’eremoseos),<br />

della quale ha parlato il profeta Daniele, posta <strong>in</strong> luogo santo (‘estòs ’en topo<br />

‘agio) ... allora quelli che sono <strong>in</strong> Giudea fuggano ai monti” (Mt 24:15). Il “luogo<br />

santo” nom<strong>in</strong>ato da Gesù <strong>in</strong> questo passo è senza dubbio il santuario.<br />

“Il segno che misericordiosamente Cristo aveva <strong>in</strong>dicato - commenta Boutflower<br />

- non solo si avverò <strong>in</strong> modo <strong>in</strong>equivocabile, ma lasciò a tutti quelli che<br />

gli credettero, ampio marg<strong>in</strong>e di tempo per fuggire come Lot dalla città condannata,<br />

poiché il tempio fu occupato dagli Zeloti e tras<strong>formato</strong> <strong>in</strong> fortezza circa tre<br />

anni prima che la città fosse per la prima volta <strong>in</strong>vestita dai Romani e circondata<br />

di un muro di circonvallazione” 375.<br />

Per la coscienza di ogni pio giudeo la presenza permanente nei sacri cortili<br />

del tempio di una masnada di briganti senza scrupoli non poté non rappresentare<br />

un’<strong>in</strong>tollerabile abom<strong>in</strong>azione.<br />

Giuseppe Flavio ricorda il dolore del vecchio sacerdote Anano alla vista<br />

dell’empia profanazione del tempio occupato dagli Zeloti. Dice lo storico giudeo:<br />

“Una volta che il popolo era raccolto <strong>in</strong> assemblea e tutti erano <strong>in</strong>dignati<br />

per l’occupazione del santuario, per le ruberie per le uccisioni, ma non avevano<br />

ancora <strong>in</strong>trapreso alcuna azione di resistenza perché ritenevano, e a ragione, che<br />

non sarebbe stato facile mettere a posto gli Zeloti, si levò a parlare alla folla<br />

Anano e, rivolgendo ripetutamente lo sguardo al tempio con gli occhi pieni di<br />

lacrime, così disse: ‘Come sarebbe stato bello per me morire prima di vedere la<br />

casa di Dio ricolma di tanti empi misfatti e i luoghi <strong>in</strong>accessibili e sacri violati da<br />

piedi tanto scellerati !” 376.<br />

Si consumava <strong>in</strong> quei giorni tristissimi, tra lo sgomento dei pii giudei come<br />

Anano, l’abom<strong>in</strong>azione della quale aveva parlato Daniele e a cui Gesù aveva<br />

fatto riferimento (Mt 24:15), l’abom<strong>in</strong>azione che era al tempo stesso preludio e<br />

causa della desolazione che <strong>in</strong>combeva sul sacro luogo e sulla santa città (“l’abom<strong>in</strong>azione<br />

della desolazione”). Circa tre anni dopo, il 5 agosto dell’anno 70, i legionari<br />

di Tito occuparono la spianata del tempio; il giorno seguente il sacro edificio<br />

andò <strong>in</strong> fiamme nonostante che il generale romano avesse deciso col suo<br />

consiglio di guerra di risparmiarlo. Successivamente le milizie romane occuparono<br />

e <strong>in</strong>cendiarono prima la città bassa, poi la città alta. Inf<strong>in</strong>e, spentesi le<br />

375 - C. BOUTFLOWER, op. cit., p. 203<br />

376 - GIUSEPPE FLAVIO, Guerra Giudaica, IV. 3, 10.<br />

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