Testo in formato pdf - Testimonigeova
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Daniele/9-12 28-07-2004 9:57 Pagina 279 CAPIRE DANIELE l’erezione del muro di cinta nel 444. All’interno del muro bisognava ancora ricostruire le case tuttora in rovina (Ne 7:4). Su questa seconda fase del riassetto della città non abbiamo notizie. È comunque difficile ammettere che Sanballat si fosse dato per vinto dopo l’erezione del muro, è anzi verosimile che questa circostanza avesse accresciuto il suo livore verso i Giudei. I tempi di angustia per costoro dunque non erano finiti con la ricostruzione del muro di Gerusalemme e non potevano finire finché Sanballat fosse in vita o comunque contasse in Samaria. Ma nel 408 a.C., esattamente 49 anni dopo l’editto di Artaserse I Longimane (408 + 49 = 457), Sanballat non era più governatore di Samaria. Le 7 settimane della tormentata ricostruzione della santa città erano finite ed erano finiti per i Giudei i tempi di angustia. Restavano le 62 settimane (434 anni) che dovevano trascorrere fino alla venuta dell’Unto-Principe. L’editto sulla restaurazione di Gerusalemme era stato emanato nella primavera del settimo anno di Artaserse I (Ed 7:8-9), vale a dire nel mese di marzo quando il 457 a.C. calcolato sul calendario giuliano era cominciato da 3 mesi. Poiché nel computo cronologico storico non esiste l’anno zero (il 31 dicembre dell’1 a.C. fu seguito dal 1° gennaio dell’1 d.C.), 457 anni pieni dalla emanazione del decreto di Artaserse scaddero nel mese di marzo dell’anno 1 dopo Cristo. Aggiungendo i 26 anni completi avanzati dopo avere sottratto 434 anni da 457, si arriva al mese di marzo dell’anno 27 d.C. Con molta verosimiglianza nell’autunno di questo anno 367 Gesù di Nazareth fu battezzato nel Giordano da Giovanni Battista. Tutti e quattro gli evangelisti testimoniano il prodigio della discesa visibile dello Spirito Santo sulla persona di Gesù nel momento del battesimo (Mt 3:16; Mr 1:10; Lc 3:20-21; Gv 1:32). Luca soltanto aggiunge al racconto del battesimo e della tentazione del Signore nel deserto l’episodio dell’inaugurazione del suo ministero pubblico nella sinagoga di Nazareth quando Egli annunciò la sua missione applicando a sé la profezia di Is 61:1-2: “Lo Spirito del Signore è sopra me; per questo egli mi ha unto per evangelizzare i poveri; mi ha mandato a bandir liberazione ai prigionieri, ed ai ciechi ricupero della vita; a rimettere in libertà gli oppressi, e a predicare l’anno accettevole del Signore” (Lc 4:18-19). Nel libro degli Atti, Luca ricorda la missione di Pietro a Cesarea quando l’apostolo annunciò al centurione Cornelio e ai suoi familiari la salvezza in Cristo col volgere la loro attenzione al ministero messianico di Gesù: “Voi sapete quello che è avvenuto per tutta la Giudea: vale a dire la storia di Gesù di Nazareth; come Iddio lo ha unto di Spirito Santo e di potenza; e com’egli è andato attorno facendo del bene...” (At 10:37-38). Dalle notizie di Luca sull’inizio del ministero messianico di Gesù a Nazareth e sull’evangelizzazione dell’ufficiale romano a Cesarea, si evince che il Signore ricevette la consacrazione messianica con l’unzione dello Spirito Santo, e dai quattro evangeli citati prima sappiamo che ciò avvenne durante il suo battesimo nel Giordano. I sinottici associano un prodigio audibile alla discesa visibile dello Spirito Santo: “Ed ecco una voce dai cieli che disse: -Questo è il mio diletto Figliolo nel 367 - Vedi Appendice C a fine capitolo. 279
Daniele/9-12 28-07-2004 9:57 Pagina 280 CAPITOLO 9 quale mi sono compiaciuto -” (Mt 3:17; cfr. con Mr 1:11 e Lc 3: 22b). Così Giovanni e tutti i Giudei che si trovavano lì quando Gesù ricevette il battesimo, furono testimoni oculari e auricolari della consacrazione messianica di Gesù di Nazareth. “Principe della pace” (sar shalôm) era stato uno dei titoli con cui Isaia aveva caratterizzato il Messia venturo (Is 9:5 u.p.). Nell’anno 27 E.V. - 483 anni dopo l’editto di Artaserse I Longimane su Gerusalemme - comparve in Israele l’Unto-Principe che Daniele aveva preannunciato. Nei vv. 26 e 27 di Dn 9 culmina e si conclude la mirabile profezia delle settanta settimane. Sono qui anticipati profeticamente gli eventi verso i quali dovevano convergere i dettagli preliminari della profezia, ovvero la morte violenta del Messia, la sua alleanza “con molti” e la fine del sistema tipico dei sacrifici. Infine, dopo le 70 settimane, sarebbero sopravvenute la fine tragica di Gerusalemme e del santuario e la desolazione del paese. A leggere l’uno dopo l’altro i vv. 25-27 si ha l’impressione che la successione degli eventi ivi predetti sia confusa, specie nei vv. 26 e 27. Ciò dipende dalla particolare struttura letteraria che ha dato Daniele a questo brano. Il professor JACQUES DOUKHAN ha evidenziato nei tre versetti un parallelismo incrociato o chiastico che si può illustrare mediante il diagramma sottostante. 280 A1 (v. 25a) costruzione della città Dalla uscita di una parola perché sia restaurata e ricostruita Gerusalemme fino “al” Messia Principe vi saranno 7 settimane e 62 settimane A2 (v. 26a) distruzione del Messia - Principe Dopo le 62 settimane il Messia sarà soppresso senza alcun aiuto STRUTTURA CHIASTICA IN DANIELE 9:25-27 A3 (v. 27a) cessazione del sacrificio e delle oblazioni E riuscirà nell’alleanza con molti in una settimana; e a metà della settimana farà cessare per sempre sacrificio e oblazione B1 (v. 25b) costruzione della città essa sarà restaurata e ricostruita piazze e fossato (chrtz) ma in tempi angosciosi B2 (v. 26b) distruzione del santuario e il popolo di un principe aggressore distruggerà la città e il santuario. La sua fine verrà in un’inondazione, e fino alla fine di un decreto (chrtz) vi sarà guerra; sarà una desolazione. B3 (v. 27b) distruzione del popolo del Principe e dal lato dell’abominazione vi sarà desolazione fino alla fine, (fino) a che quello che è decretato (chrtz) sia versato sulla desolazione
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quale mi sono compiaciuto -” (Mt 3:17; cfr. con Mr 1:11 e Lc 3: 22b). Così Giovanni<br />
e tutti i Giudei che si trovavano lì quando Gesù ricevette il battesimo, furono<br />
testimoni oculari e auricolari della consacrazione messianica di Gesù di Nazareth.<br />
“Pr<strong>in</strong>cipe della pace” (sar shalôm) era stato uno dei titoli con cui Isaia<br />
aveva caratterizzato il Messia venturo (Is 9:5 u.p.).<br />
Nell’anno 27 E.V. - 483 anni dopo l’editto di Artaserse I Longimane su Gerusalemme<br />
- comparve <strong>in</strong> Israele l’Unto-Pr<strong>in</strong>cipe che Daniele aveva preannunciato.<br />
Nei vv. 26 e 27 di Dn 9 culm<strong>in</strong>a e si conclude la mirabile profezia delle<br />
settanta settimane. Sono qui anticipati profeticamente gli eventi verso i quali dovevano<br />
convergere i dettagli prelim<strong>in</strong>ari della profezia, ovvero la morte violenta<br />
del Messia, la sua alleanza “con molti” e la f<strong>in</strong>e del sistema tipico dei sacrifici. Inf<strong>in</strong>e,<br />
dopo le 70 settimane, sarebbero sopravvenute la f<strong>in</strong>e tragica di Gerusalemme<br />
e del santuario e la desolazione del paese. A leggere l’uno dopo l’altro i<br />
vv. 25-27 si ha l’impressione che la successione degli eventi ivi predetti sia confusa,<br />
specie nei vv. 26 e 27. Ciò dipende dalla particolare struttura letteraria che<br />
ha dato Daniele a questo brano.<br />
Il professor JACQUES DOUKHAN ha evidenziato nei tre versetti un parallelismo<br />
<strong>in</strong>crociato o chiastico che si può illustrare mediante il diagramma sottostante.<br />
280<br />
A1 (v. 25a) costruzione<br />
della città<br />
Dalla uscita di una parola perché<br />
sia restaurata e ricostruita<br />
Gerusalemme f<strong>in</strong>o “al” Messia<br />
Pr<strong>in</strong>cipe vi saranno 7 settimane<br />
e 62 settimane<br />
A2 (v. 26a) distruzione<br />
del Messia - Pr<strong>in</strong>cipe<br />
Dopo le 62 settimane il Messia<br />
sarà soppresso senza alcun aiuto<br />
STRUTTURA CHIASTICA IN DANIELE 9:25-27<br />
A3 (v. 27a) cessazione<br />
del sacrificio<br />
e delle oblazioni<br />
E riuscirà nell’alleanza con molti<br />
<strong>in</strong> una settimana; e a metà della<br />
settimana farà cessare per sempre<br />
sacrificio e oblazione<br />
B1 (v. 25b) costruzione<br />
della città<br />
essa sarà restaurata e ricostruita<br />
piazze e fossato (chrtz) ma <strong>in</strong><br />
tempi angosciosi<br />
B2 (v. 26b) distruzione<br />
del santuario<br />
e il popolo di un pr<strong>in</strong>cipe aggressore<br />
distruggerà la città e il santuario. La sua<br />
f<strong>in</strong>e verrà <strong>in</strong> un’<strong>in</strong>ondazione, e f<strong>in</strong>o alla<br />
f<strong>in</strong>e di un decreto (chrtz) vi sarà guerra;<br />
sarà una desolazione.<br />
B3 (v. 27b) distruzione<br />
del popolo del Pr<strong>in</strong>cipe<br />
e dal lato dell’abom<strong>in</strong>azione vi sarà<br />
desolazione f<strong>in</strong>o alla f<strong>in</strong>e,<br />
(f<strong>in</strong>o) a che quello che è decretato<br />
(chrtz) sia versato sulla desolazione