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Testo in formato pdf - Testimonigeova

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Daniele/9-12 28-07-2004 9:57 Pag<strong>in</strong>a 263<br />

CAPIRE DANIELE<br />

Alla conversione che avrà nella penitenza suggellata dal battesimo d’acqua (cfr.<br />

Mt 3:1,2,11; Mr 1:5; Lc 3:3) la sua espressione genu<strong>in</strong>a, farà seguito l’opera <strong>in</strong>f<strong>in</strong>itamente<br />

grande del Messia. Egli verrà:<br />

1) “... per espiare l’<strong>in</strong>iquità” (}owf( r"Pak:lU ulekapper ‘awon). Il verbo kafar,<br />

qui usato all’<strong>in</strong>f<strong>in</strong>ito, significa letteralmente “coprire” (cfr. Ge 6:14). Nel l<strong>in</strong>guaggio<br />

teologico dell’Antico Testamento kafar può significare “coprire il<br />

peccato”, “perdonare”, “espiare”, “rappacificare”, secondo le forme specifiche<br />

nelle quali il verbo viene usato 345. Kafar è <strong>in</strong>somma un term<strong>in</strong>e-chiave<br />

della teologia anticotestamentaria della riconciliazione. Kapporeth era detto<br />

il coperchio dell’Arca del patto, o propiziatorio, sul quale il sommo sacerdote<br />

aspergeva il sangue del sacrificio espiatorio per la purificazione del<br />

santuario nel Giorno delle Espiazioni (Le 16: 14-16), lo yôm hakkippurîm<br />

(Le 23:27). Nella dispensazione vetero-testamentaria ad ogni peccato doveva<br />

r<strong>in</strong>novarsi il sacrificio di espiazione (Le 4:22,23). Non sarà più così<br />

nell’economia messianica perché un sacrificio unico e perfetto che sarà offerto<br />

nella settantesima settimana espierà una volta per tutte i peccati del<br />

popolo di Dio (Eb 9:28; 10:14). Il Messia si offrirà alla morte anche:<br />

2) “... per addurre una giustizia eterna” ({yimflo( qedec )yibfh:lU ulehavî’<br />

tzedeq ‘olamîm). I sacrifici espiatori offerti nel santuario giudaico, prefigurativi<br />

di un futuro sacrificio perfetto, procuravano soltanto una giustizia temporanea,<br />

perciò dovevano essere cont<strong>in</strong>uamente r<strong>in</strong>novati (Eb 7:27; 9:12;<br />

10:12). L’effetto del sacrificio perfetto consumato sulla croce sarà una giustizia<br />

perenne (Is 51:8; Rm 3:21,22; Fl 3:9).<br />

Le ultime due dichiarazioni anticipano i risultati f<strong>in</strong>ali dell’opera del Messia:<br />

1) “... suggellare visione e profezia” ()yibænºw }Ozfx {oT:xalºw welachtom chazôn<br />

wennavî’). Nell’antichità i sovrani apponevano il loro sigillo sui decreti reali<br />

al f<strong>in</strong>e di autenticarli.<br />

Il verbo châtham, “sigillare”, non ha qui il senso di “r<strong>in</strong>chiudere”, come<br />

nella frase precedente “suggellare il peccato”, ma significa precisamente<br />

“autenticare”. È l’avverarsi della profezia che ne attesta la veridicità (cfr. De<br />

18:22; Gv 13:19). Tutte le profezie messianiche della rivelazione anticotestamentaria<br />

si sono avverate <strong>in</strong> Cristo (cfr. Lc 24:27, 44-46). Con la sua <strong>in</strong>carnazione,<br />

la sua vita santa, la sua morte cruenta, la sua risurrezione gloriosa.<br />

Egli ha per così dire impresso sulla profezia il sigillo dell’autenticità. Suggellare<br />

visione e profezia vuol dire accreditarne l’autenticità. Questo avviene<br />

quando la profezia si avvera (cfr. De 18:22; Gr 28:9; Gv 13:19). Tutte le profezie<br />

messianiche si compirono nei trentatré anni circa della vita terrena di<br />

345 - Cfr. B. DAVIDSON, op. cit., voce “kâfar”.<br />

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