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Testo in formato pdf - Testimonigeova

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Daniele/9-12 28-07-2004 9:57 Pag<strong>in</strong>a 254<br />

CAPITOLO 9<br />

mento <strong>in</strong>tenso pervade un discorso, come avviene con tutta evidenza <strong>in</strong> questo<br />

caso, facilmente l’emozione resp<strong>in</strong>ge dietro le qu<strong>in</strong>te la logica” 336.<br />

15 Ed ora, o Signore, Iddio nostro, che traesti il tuo popolo fuori del<br />

paese d’Egitto con mano potente, e ti facesti il nome che hai oggi, noi<br />

abbiamo peccato, abbiamo operato malvagiamente.<br />

La confessione si chiude con l’evocazione di un grandissimo evento del passato,<br />

<strong>in</strong> cui rifulse la potenza redentrice di Dio verso il suo popolo. Un’evocazione<br />

che mette <strong>in</strong> risalto l’immensa <strong>in</strong>gratitud<strong>in</strong>e d’Israele: contro il suo Dio che lo<br />

trasse fuori dall’Egitto con mano potente esso ha peccato ed ha agito malvagiamente.<br />

Per la quarta volta ritorna nella confessione di Daniele la frase: “Noi abbiamo<br />

peccato”, rivelando quanto opprimesse il suo cuore il peccato d’Israele<br />

nel quale ancora una volta egli co<strong>in</strong>volge sé stesso.<br />

16 O Signore, secondo tutte le tue opere di giustizia, fa’, ti prego, che<br />

la tua ira e il tuo furore si ritraggano dalla tua città di Gerusalemme,<br />

il tuo monte santo; poiché per i nostri peccati e per le <strong>in</strong>iquità<br />

de’ nostri padri, Gerusalemme e il tuo popolo sono esposti al<br />

vituperio di tutti quelli che ci circondano.<br />

Dopo la confessione, la petizione. Quasi volendo subito sgombrare il campo da<br />

ogni più piccola presunzione di merito, Daniele <strong>in</strong>voca la misericordia div<strong>in</strong>a<br />

prima di presentare le sue richieste: “Signore, secondo tutta la tua giustizia...”<br />

(!etoq:dic-lfk:K yænodA)’adonay kekol-tzidkoteka...).<br />

Per prima cosa il profeta supplica il Signore che ponga f<strong>in</strong>e alla sua <strong>in</strong>dignazione<br />

verso Gerusalemme: “... si plachi la tua ira e il tuo sdegno verso Gerusalemme,<br />

tua città, verso il tuo monte santo...” (versione della C.E.I.). Daniele<br />

pensa allo scadere imm<strong>in</strong>ente dei 70 anni? È possibile.<br />

Il “monte santo” è il colle di Sion caro ai salmisti (Sl 48:2; 78:68; 125:1), ora<br />

cosparso delle rov<strong>in</strong>e di Gerusalemme. Lo santificava la presenza del santuario,<br />

mistica dimora del Signore (Sl 72:2 u.p.). Mille volte profanato e dissacrato da<br />

atti crim<strong>in</strong>ali e idolatrici, il “monte santo” <strong>in</strong>f<strong>in</strong>e fu abbandonato al furore devastante<br />

dei Caldei e alla desolazione.<br />

Se la rov<strong>in</strong>a della città santa e del tempio di Yahweh e se la deportazione<br />

degli abitanti del paese erano state conseguenza delle colpe di ieri, il permanere<br />

dello stato di abbandono del paese e della misera condizione dei deportati -<br />

sventure che davano adito agli scherni dei pagani - sono l’effetto delle colpe di<br />

oggi: “per i nostri peccati e per le <strong>in</strong>iquità dei nostri padri Gerusalemme e il tuo<br />

popolo sono esposti al vituperio di tutti quelli che ci circondano”. Ancora un riconoscimento<br />

della colpa, quella passata e quella presente.<br />

336 - Op. cit., p. 382.<br />

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