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Testo in formato pdf - Testimonigeova

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Daniele/7-8 28-07-2004 9:55 Pag<strong>in</strong>a 242<br />

CAPITOLO 8<br />

festa delle Settimane, o di Pentecoste, che si<br />

celebrava <strong>in</strong> capo a sette ‘settimane <strong>in</strong>tere’,<br />

letteralmente ‘sette sabati <strong>in</strong>teri’ (shabbathôth<br />

tmîmoth, Le 23:15). Poiché bisognava<br />

contare più che dei giorni di ‘Sabato’<br />

completi per arrivare al c<strong>in</strong>quantesimo giorno<br />

fissato per la celebrazione della Pentecoste,<br />

è evidente che ‘Sabati’ qui significa ‘settimane’,<br />

come giustamente traducono il term<strong>in</strong>e<br />

le versioni. Questa fraseologia parallela<br />

att<strong>in</strong>ente alla Pentecoste mostra che i ‘Sabati’<br />

ai quali si fa riferimento <strong>in</strong> Le 25:8 <strong>in</strong> relazione<br />

al Giubileo, debbono anche significare<br />

‘settimane’.<br />

“In def<strong>in</strong>itiva il giorno del Sabato e i sei<br />

giorni che lo precedono vennero utilizzati come<br />

modello per fissare, secondo le direttive div<strong>in</strong>e,<br />

la ricorrenza dell’anno giubilare” (op. cit., p. 71).<br />

Ben a ragione Shea sostiene che<br />

nell’ambito della profezia questa utilizzazione<br />

del pr<strong>in</strong>cipio anno-giorno ha il suo corrispettivo<br />

<strong>in</strong> 9:24-27, sebbene qui ricorra un term<strong>in</strong>e<br />

un po’ diverso, shavu‘a, il quale tuttavia<br />

significa la stessa cosa che “Sabati” <strong>in</strong> Le<br />

25:8, cioè “settimane”. Che il pr<strong>in</strong>cipio annogiorno<br />

sia applicabile ai periodi temporali di<br />

9:24-27, risulta dunque particolarmente evidente<br />

dalla costruzione parallela che si trova<br />

nella legislazione levitica relativa all’anno giubilare.<br />

“Si potrebbe quasi dire che il periodo<br />

temporale contemplato <strong>in</strong> 9:24-27 sia modellato<br />

sulla legislazione giubilare” (p. 72).<br />

Concludendo - riportiamo sempre il<br />

pensiero di Shea - se è legittimo applicare il<br />

pr<strong>in</strong>cipio anno-giorno ai giorni della settimana<br />

di cui si parla <strong>in</strong> Le 25 per calcolare il tempo<br />

futuro che deve trascorrere f<strong>in</strong>o al prossimo<br />

Giubileo, lo è anche <strong>in</strong> rapporto ai giorni delle<br />

settimane di Dn 9 per calcolare il tempo futuro<br />

facendolo decorrere dall’<strong>in</strong>izio di quelle<br />

“settimane”; e per estensione lo stesso pr<strong>in</strong>-<br />

242<br />

cipio potrà ragionevolmente applicarsi ai<br />

“giorni” delle altre cronoprofezie danieliche.<br />

Il prof. Shea cita Nu 14:34 come un<br />

terzo caso <strong>in</strong> cui nella Bibbia il pr<strong>in</strong>cipio<br />

giorno-anno è applicato <strong>in</strong> modo alquanto differente<br />

da come lo è <strong>in</strong> Le 25.<br />

Nel cap. 14 dei Numeri i “giorni” come<br />

unità di misura per calcolare gli “anni” sono<br />

presi da eventi del passato storico immediato,<br />

precisamente dai 40 giorni che 12 uom<strong>in</strong>i<br />

mandati da Giosuè impiegarono per<br />

esplorare il paese di Canaan. Poiché il popolo<br />

accampato nel deserto credette al rapporto<br />

negativo presentato dalla maggior parte degli<br />

esploratori, Dio sentenziò che esso sarebbe<br />

rimasto nel deserto per 40 anni:<br />

“Come avete messo quaranta giorni a<br />

esplorare il paese, porterete la pena delle vostre<br />

<strong>in</strong>iquità quarant’anni; un anno per ogni<br />

giorno (yôm lashshanath yôm lashshanath); e<br />

saprete che cosa sia <strong>in</strong>correre nella mia disgrazia”.<br />

Il dest<strong>in</strong>o di quella generazione ribelle -<br />

errare nel deserto - “è predetto <strong>in</strong> forma di<br />

giudizio profetico calibrato sul pr<strong>in</strong>cipio annogiorno”.<br />

È evidente - arguisce il nostro Autore<br />

- che <strong>in</strong>terpretando un giorno come equivalente<br />

a un anno nelle profezie apocalittiche, il<br />

pr<strong>in</strong>cipio anno-giorno viene applicato <strong>in</strong> ord<strong>in</strong>e<br />

<strong>in</strong>verso rispetto a come lo è <strong>in</strong> Nu 14:34. In<br />

questo passo un giorno passato equivale a<br />

un anno futuro; nelle profezie apocalittiche un<br />

giorno futuro sta per un anno futuro.<br />

“Questo non significa - spiega il prof.<br />

Shea - che il pr<strong>in</strong>cipio anno-giorno <strong>in</strong> ciascuno<br />

dei due casi abbia un’orig<strong>in</strong>e <strong>in</strong>dipendente, significa<br />

soltanto che esso è stato adattato e<br />

tras<strong>formato</strong> per l’uso che se ne fece nel più<br />

tardivo genere di tempo profetico apocalittico.<br />

I due tipi di tempo profetico possono ancora<br />

essere considerati come essendo <strong>in</strong> rapporto

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