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Daniele/1-6 28-07-2004 9:52 Pagina 24 INTRODUZIONE cabea, e le visioni (capitoli 7-12) al tempo di Antioco Epifane con materiale più antico d’origine mitologica. F. L’unità di Daniele era stata messa in discussione da BENEDETTO SPINOZA nel 1674 e alcuni decenni più tardi da Sir ISAAC NEWTON. Poi questa contestazione era caduta nell’oblio per rifiorire cento anni dopo. a) La dissezione del libro in diverse unità letterarie di varia provenienza ebbe il suo momento di gloria nel primo ottocento con L. BERTHOLDT che postulò ben 9 autori diversi! Nel 1822 con F. BLEEK, che difese l’unità sostanziale del libro, la teoria entrò in crisi e per quasi un secolo prevalse la tesi dell’unità di Daniele. b) La battaglia contro l’unità del libro fu ripresa nel 1926 da M. NOTH e ancora nel 1948 con H.L. GINSBERG, ma ebbe scarsa fortuna. Difesa da H.H. ROWLEY (che nondimeno mantenne la data bassa del libro), l’unità di Daniele è stata mantenuta dalla maggioranza degli autori della scuola liberale. c) Oggi sembra prevalere tra i criteri d’orientamento liberale la tendenza a far risalire la serie dei racconti (capitoli 1-6) ad un’epoca anteriore al II secolo (III secolo e qualche autore anche prima) e a collocare nel II secolo la stesura delle visioni. Un ignoto giudeo vissuto al tempo dei Maccabei avrebbe rielaborato del materiale antico e vi avrebbe poi aggiunto di proprio le visioni. Secondo altri critici che si ostinano a negare l’unità di Daniele, la sezione narrativa del libro sarebbe opera di più autori mentre un solo autore avrebbe composto le visioni al tempo di Antioco Epifane. Un redattore, che potrebbe anche essere l’estensore delle visioni, avrebbe riunito le due porzioni nel II secolo a.C. d) È giusto segnalare il contributo positivo a sostegno del valore storico di alcune parti del libro apportato da alcuni critici moderati, come J.A. MONTGO- MERY (1927), R.P. DAUGHERTY (1929), H.H. ROWLEY (1932). La battaglia in difesa di Daniele è sostenuta dagli Avventisti del Settimo Giorno su due fronti paralleli ed è condotta con le armi ad essi fornite da aree specifiche del sapere contemporaneo. Sul fronte propriamente apologetico la lotta è portata avanti con l’ausilio dei risultati positivi acquisiti da scienze come la Storia e l’Archeologia. Sul fronte dell’esegesi, il confronto è sostenuto mediante un’analisi molto attenta del testo su base filologica e secondo il metodo ermeneutico storico che 25 secoli d’interpretazione profetica hanno affinato e collaudato. Nella sezione che segue, un esame critico delle obiezioni mosse contro l’antichità e l’autenticità di Daniele chiuderà questa introduzione allo studio di Daniele. L’esposizione dei capitoli profetici secondo il metodo storico occuperà la parte più voluminosa del presente manuale. 24

Daniele/1-6 28-07-2004 9:52 Pagina 25 IV. ARGOMENTI DELLA CRITICA CONTRO L’AUTENTICITÀ DI DANIELE E LORO VALORE 1. Argomenti contro Daniele La critica moderna scorge in Daniele anacronismi, inesattezze storiche, notizie leggendarie e altre incongruenze. A. Anacronismi In Daniele 1:1 si sincronizza il primo anno di regno di Nabucodonosor col terzo di Gioiachim re di Giuda, mentre è noto da Geremia 25:1 che il primo anno di Nabucodonosor corrispose al quarto di Gioiachim. B. Inesattezze storiche a) In Dn 5:2,11,13,18 Nabucodonosor è detto “padre” di Belsazar e nel v. 22 questi è detto “suo figlio”, mentre sappiamo dai testi babilonesi (“Cronaca di Babilonia”, ecc...) che Belsazar fu figlio di Nabonide. b) In Dn 5:31 e nel cap. 6 figura come primo re di Babilonia dopo la caduta della dinastia caldea un certo Dario il Medo, una figura ignorata da tutte le fonti storiche antiche. c) In Daniele 2:2,5,10 ricorre il termine “caldei” (kasdim) come designazione di una classe di sapienti babilonesi, un uso del termine che divenne comune soltanto in epoca tarda. Anticamente “caldei” si adoperava soltanto in senso etnico, per designare una popolazione. d) Nel cap. 5 Daniele menziona Belzasar come ultimo re caldeo di Babilonia, mentre le liste reali, i documenti amministrativi e la “Cronaca di Babilonia” conoscono soltanto Nabonide come ultimo re caldeo di Babilonia. C. Notizie leggendarie In Dn 4 si allude a una follia di Nabucodonosor di cui non si trova traccia nei documenti contemporanei. D. Altre incongruenze CAPIRE DANIELE a) In Dn 3 compaiono 3 parole greche, segno che il libro fu scritto nell’età ellenistica. b) L’autore di Daniele enuncia concetti dottrinali, come il giudizio, la risurrezione e il ministero degli angeli, che appartengono al tardo giudaismo. 25

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INTRODUZIONE<br />

cabea, e le visioni (capitoli 7-12) al tempo di Antioco Epifane con materiale<br />

più antico d’orig<strong>in</strong>e mitologica.<br />

F. L’unità di Daniele era stata messa <strong>in</strong> discussione da BENEDETTO SPINOZA nel<br />

1674 e alcuni decenni più tardi da Sir ISAAC NEWTON. Poi questa contestazione<br />

era caduta nell’oblio per rifiorire cento anni dopo.<br />

a) La dissezione del libro <strong>in</strong> diverse unità letterarie di varia provenienza ebbe<br />

il suo momento di gloria nel primo ottocento con L. BERTHOLDT che postulò<br />

ben 9 autori diversi! Nel 1822 con F. BLEEK, che difese l’unità sostanziale del<br />

libro, la teoria entrò <strong>in</strong> crisi e per quasi un secolo prevalse la tesi dell’unità<br />

di Daniele.<br />

b) La battaglia contro l’unità del libro fu ripresa nel 1926 da M. NOTH e ancora<br />

nel 1948 con H.L. GINSBERG, ma ebbe scarsa fortuna. Difesa da H.H. ROWLEY<br />

(che nondimeno mantenne la data bassa del libro), l’unità di Daniele è stata<br />

mantenuta dalla maggioranza degli autori della scuola liberale.<br />

c) Oggi sembra prevalere tra i criteri d’orientamento liberale la tendenza a far<br />

risalire la serie dei racconti (capitoli 1-6) ad un’epoca anteriore al II secolo<br />

(III secolo e qualche autore anche prima) e a collocare nel II secolo la stesura<br />

delle visioni. Un ignoto giudeo vissuto al tempo dei Maccabei avrebbe<br />

rielaborato del materiale antico e vi avrebbe poi aggiunto di proprio le visioni.<br />

Secondo altri critici che si ost<strong>in</strong>ano a negare l’unità di Daniele, la sezione<br />

narrativa del libro sarebbe opera di più autori mentre un solo autore<br />

avrebbe composto le visioni al tempo di Antioco Epifane. Un redattore, che<br />

potrebbe anche essere l’estensore delle visioni, avrebbe riunito le due porzioni<br />

nel II secolo a.C.<br />

d) È giusto segnalare il contributo positivo a sostegno del valore storico di alcune<br />

parti del libro apportato da alcuni critici moderati, come J.A. MONTGO-<br />

MERY (1927), R.P. DAUGHERTY (1929), H.H. ROWLEY (1932). La battaglia <strong>in</strong> difesa<br />

di Daniele è sostenuta dagli Avventisti del Settimo Giorno su due fronti<br />

paralleli ed è condotta con le armi ad essi fornite da aree specifiche del sapere<br />

contemporaneo. Sul fronte propriamente apologetico la lotta è portata<br />

avanti con l’ausilio dei risultati positivi acquisiti da scienze come la Storia e<br />

l’Archeologia. Sul fronte dell’esegesi, il confronto è sostenuto mediante<br />

un’analisi molto attenta del testo su base filologica e secondo il metodo ermeneutico<br />

storico che 25 secoli d’<strong>in</strong>terpretazione profetica hanno aff<strong>in</strong>ato e<br />

collaudato. Nella sezione che segue, un esame critico delle obiezioni mosse<br />

contro l’antichità e l’autenticità di Daniele chiuderà questa <strong>in</strong>troduzione allo<br />

studio di Daniele. L’esposizione dei capitoli profetici secondo il metodo storico<br />

occuperà la parte più volum<strong>in</strong>osa del presente manuale.<br />

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