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Testo in formato pdf - Testimonigeova

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Daniele/7-8 28-07-2004 9:55 Pag<strong>in</strong>a 226<br />

CAPITOLO 8<br />

una creatura umana. La voce proveniente dall’Ulai chiama per nome la figura<br />

che sta di fronte a Daniele: “Gabriele...!”<br />

Il primo elemento del nome angelico è lo stesso vocabolo che usa Daniele<br />

per “uomo” quando def<strong>in</strong>isce l’aspetto dell’angelo: gaver, “eroe”. “Dio è potente”<br />

(gavri’el) sembra essere il significato del nome angelico.<br />

Questo messaggero celeste compare ancora <strong>in</strong> Dn 9:21. Nel Nuovo Testamento<br />

ritorna due volte: <strong>in</strong> Lc 1:19, dove si annuncia al sacerdote Zaccaria, il futuro<br />

padre del precursore del Messia, con le parole: “Io son Gabriele, che sto davanti<br />

a Dio; e sono stato mandato a parlarti e recarti questa buona notizia”; e ancora<br />

<strong>in</strong> Lc 1:26 dove Gabriele annuncia alla verg<strong>in</strong>e Maria la div<strong>in</strong>a maternità.<br />

ELLEN WHITE 321 dice che Gabriele occupa <strong>in</strong> cielo la posizione che fu del decaduto<br />

Lucifero. La voce che viene dall’Ulai comanda a Gabriele di fare da <strong>in</strong>terprete<br />

al profeta: “Gabriele, spiega a lui la visione !” (versione CEI), ebraico:<br />

he):raMah-te) zfLah:l }"bfh l")yir:baG gavrî’el haven lehallaz ’eth hammar’eh.<br />

Daniele qui non usa il vocabolo abituale per “visione”, chazôn, ma adopera,<br />

e per la prima volta, un term<strong>in</strong>e diverso: mar’eh. Dalla radice verbale r’h,<br />

“vedere”, mar’eh ha lo stesso significato generale di chazôn, ma con alcune specifiche<br />

sfumature di senso delle quali si dirà più avanti. Non è certo senza motivo<br />

che Daniele usa qui per “visione” mar’eh anziché chazôn. Sembra ragionevole<br />

supporre che i due term<strong>in</strong>i siano applicati a due aspetti dist<strong>in</strong>ti della rivelazione.<br />

Che sia così lo si dimostrerà nel commento del v. 26.<br />

226<br />

17 Ed esso venne presso al luogo dove io stavo; alla sua venuta io fui<br />

spaventato, e caddi sulla mia faccia; ma egli mi disse: “Intendi bene,<br />

o figliuol d’uomo! perché questa visione concerne il tempo della<br />

f<strong>in</strong>e”. 18 E com’egli mi parlava, io mi lasciai andare con la faccia a<br />

terra, profondamente assopito; ma egli mi toccò, e mi fece stare <strong>in</strong><br />

piedi.<br />

Si deve supporre che Gabriele sia apparso di fronte a Daniele a una certa distanza<br />

da lui, verosimilmente sulla riva opposta del fiume-canale, altrimenti non<br />

sarebbe comprensibile la frase: “Ed esso venne presso al luogo dove io stavo”.<br />

Per quanto <strong>in</strong> sembianze umane, Gabriele è pur sempre un essere celeste, e la<br />

presenza di un essere siffatto ha sempre suscitato grande <strong>in</strong>quietud<strong>in</strong>e nel cuore<br />

dei mortali. Nel cap. 10 per tre volte (vv. 9,15 e 17) Daniele esterna il suo<br />

profondo malessere per la presenza vic<strong>in</strong>o a lui di un Essere div<strong>in</strong>o. La stessa<br />

sconvolgente emozione provarono i profeti Isaia ed Ezechiele <strong>in</strong> circostanze<br />

identiche (cfr. Is 6:5; Ez 1: 28).<br />

321 - The Desire of Ages, p. 99.

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