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Testo in formato pdf - Testimonigeova

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Daniele/7-8 28-07-2004 9:55 Pag<strong>in</strong>a 219<br />

CAPIRE DANIELE<br />

preso a applicato f<strong>in</strong> dagl’<strong>in</strong>izi del IX secolo <strong>in</strong> ambito ebraico e a partire<br />

dalla seconda metà del XII secolo fra i cristiani. Sono stati numerosi, nei<br />

due campi, gli espositori di Daniele che nei secoli seguenti hanno equiparato<br />

ad anni storici i giorni profetici menzionati <strong>in</strong> questo libro 313.<br />

Un consenso ampio su un’<strong>in</strong>terpretazione biblica è certamente una circostanza<br />

confortante, ma non è di per sé sufficiente a garantire la correttezza<br />

dell’<strong>in</strong>terpretazione stessa. La prova del nove sta nel sostegno oggettivo<br />

che quest’ultima può ricevere da una solida documentazione biblica.<br />

Una siffatta documentazione sul pr<strong>in</strong>cipio di equivalenza giorno-anno nelle<br />

profezie danieliche e offerta dal prof. WILLIAM H. SHEA 314.<br />

313 - Agl’<strong>in</strong>izi del IX secolo il dotto giudeo Nahawendi eguagliò ad altrettanti anni i 1290 e i<br />

2300 giorni delle profezie di Daniele. Nel secolo X utilizzarono lo stesso pr<strong>in</strong>cipio per <strong>in</strong>terpretare<br />

le 70 settimane e uno o più di uno dei periodi di 1290, 1335 e 2300 giorni del libro di Daniele,<br />

i dotti giudei Saadia ben-Josef, Jeroham, Hakohen, Iefet ibn-Alì e Rashi. Nei secoli XI e XII<br />

applicarono questo criterio esegetico ai più lunghi periodi profetici di Daniele i rabbi Hanasi e<br />

Eliezer, e nel secolo XIII lo studioso giudeo Nahmanides (vedi LEROY EDWIN FROOM, The Prophetic<br />

Faith of Our Fathers, Wash<strong>in</strong>gton DC 1946,1950, vol. I, p. 713. Vedi anche ALFRED-FELIX<br />

VAUCHER, Lacunziana I, 1949, pp. 54-56). Fra i cristiani l’abate calabrese Gioacch<strong>in</strong>o da Fiore<br />

(circa 1130-1202) fu il primo espositore delle profezie apocalittiche ad utilizzare il pr<strong>in</strong>cipio<br />

giorno-anno per <strong>in</strong>terpretare i lunghi periodi profetici di Daniele (i 1260, i 1335 e i 2300 giorni).<br />

Lo seguirono il teologo laico spagnolo Arnoldo da Villanova (circa 1235- circa 1313), il francescano<br />

della L<strong>in</strong>guadoca Pierre Jean d’Olivi (1248-1298) e l’italiano Ubert<strong>in</strong>o da Casale nato nel<br />

1259 (vedi L.E.FROOM, op. cit., pp. 750-751; 772-773; 780).<br />

L’escatologo ALFRED-FELIX VAUCHER nel suo saggio Les prophécies apocalyptiques et leur <strong>in</strong>terpretation<br />

(Collonges-sous-Salève 1972, p. 9) cita lo studioso William Bell Dawson (nato nel 1854)<br />

il quale ha scritto: “Che un giorno nella profezia corrisponda ad un anno lo hanno riconosciuto i<br />

pr<strong>in</strong>cipali esegeti dalla Riforma <strong>in</strong> poi” (“Solar and Lunar Cycles implied <strong>in</strong> the prophetical Numbers<br />

<strong>in</strong> the Book of Daniel” <strong>in</strong> Transactions of the Royal Soc. of Canada, 2d Series, XI, III, Ottawa<br />

1905, p.51).<br />

A.F.Vaucher dice che “non basterebbero parecchie pag<strong>in</strong>e per menzionare tutti gli autori protestanti<br />

che si sono occupati dei 2300 giorni compresi come altrettanti anni” e ne nom<strong>in</strong>a alcuni<br />

fra i più noti: il fisico <strong>in</strong>glese Isaac Newton (1643-1727), l’astronomo valdese Jean Philippe<br />

Loys de Cheseaux (1718-1751), il vescovo anglicano Thomas Newton (1704-1782), il cronologo<br />

William Hales (1747-1831), l’espositore Edward Bishop Elliott (1793-1853) (Les prophécies<br />

apocalyptiques et leur <strong>in</strong>terpretation, p. 10).<br />

Fra gli autori cattolici che hanno <strong>in</strong>terpretato i 2300 giorni di Dn 8:14 <strong>in</strong> term<strong>in</strong>i di anni il Vaucher<br />

ricorda il canonico Claude Lesquev<strong>in</strong> (seconda metà del XVIII secolo), l’ebraicista Francois<br />

Houbigant (1686-1783), il canonico giansenista Pierre Jourdan, morto nel 1746, il giurista<br />

messicano José Maria Rosas-Gutierrez (1769-1848), Pierre Lacheze (1840), William Palmer<br />

(1811-1879), Salvatore Di Pietro (1830-1898) ed altri (ibidem, p. 11).<br />

314 - Vedi Appendice 8A a f<strong>in</strong>e capitolo.<br />

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