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Testo in formato pdf - Testimonigeova

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Daniele/7-8 28-07-2004 9:55 Pag<strong>in</strong>a 217<br />

CAPIRE DANIELE<br />

causto cont<strong>in</strong>uo” al s<strong>in</strong>golare (dyimfT talo(‘olath tamîd). Questa espressione è<br />

applicata, con un’unica eccezione (Nu 28:23), ai due olocausti quotidiani <strong>in</strong>sieme<br />

308. Ogni ‘olath tamîd comprendeva due sacrifici quotidiani, non uno<br />

solo 309. Pertanto la divisione <strong>in</strong> due del ‘olath tamîd - e conseguentemente<br />

delle 2300 sere-matt<strong>in</strong>e <strong>in</strong> 8:14 - è arbitraria.<br />

2. Nel l<strong>in</strong>guaggio della liturgia sacrificale dell’Antico Testamento, per<br />

quanto attiene al doppio sacrificio quotidiano l’ord<strong>in</strong>e di successione dei<br />

due olocausti è <strong>in</strong>variabilmente matt<strong>in</strong>a e sera, mai sera e matt<strong>in</strong>a 310. Dunque<br />

l’espressione “sere-matt<strong>in</strong>e” <strong>in</strong> 8:14 non è riferita ai sacrifici tamîd ma<br />

ad un periodo di tempo.<br />

3. La separazione delle “sere” e delle “matt<strong>in</strong>e” allo scopo di dimezzare<br />

il numero 2300 non ha alcun sostegno esegetico. L’espressione “sera e matt<strong>in</strong>a”<br />

per designare un giorno <strong>in</strong>tero compare per la prima volta nel racconto<br />

della creazione <strong>in</strong> Ge 1: “fu sera e fu matt<strong>in</strong>a, e fu il primo giorno”,<br />

dfxe) {Oy reqob-yihºyáw bere(-yihºyáw wayhî ‘erev wayhî voqer yom ’echad (l’espressione<br />

si ripete 6 volte). Daniele per <strong>in</strong>dicare i giorni profetici usa il l<strong>in</strong>guaggio<br />

lapidario del racconto della creazione (S.J. SCHWANTES).<br />

C.F. KEIL 311 osserva con ragione: “Un lettore ebreo non potrebbe capire<br />

il periodo temporale (di) 2300 sere-matt<strong>in</strong>e... (come equivalente a)<br />

2300 mezze giornate o 1150 giorni completi, poiché alla creazione sera e<br />

matt<strong>in</strong>a costituirono un giorno pieno e non due mezze giornate... Dobbiamo<br />

dunque prendere le parole così come sono, vale a dire dobbiamo<br />

comprenderle nel senso di 2300 giorni completi”.<br />

Gli ebrei quando volevano <strong>in</strong>dicare separatamente i giorni e le notti<br />

numeravano gli uni e le altre: “quaranta giorni e quaranta notti”, “tre giorni<br />

e tre notti” (cfr. Es 34:28; 1Re 19:8; Gion 2:1; Mt 12:40). “Quaranta giorni e<br />

quaranta notti” non significava 20 giorni pieni ma 40 giorni di calendario.<br />

Correttamente i LXX traducono “2300 giorni” l’espressione ebraica “2300<br />

sere-matt<strong>in</strong>e”.<br />

308 - “Questo è il sacrificio mediante il fuoco che offrirete all’Eterno: degli agnelli dell’anno,<br />

senza difetti, due al giorno come olocausto perfetto (‘olath thamîd)”. Nu 28:3. In Nu 28 e 29<br />

l’espressione ‘olath thamîd (“olocausto cont<strong>in</strong>uo”, al s<strong>in</strong>golare), è riferita 15 volte al doppio<br />

olocausto quotidiano (28:3,4,10,15,31; 29:11,16,19,22,25,28,31,34,38). L’unica eccezione<br />

<strong>in</strong> 28:23 non <strong>in</strong>valida quest’uso costante.<br />

309 - Vedi S.J. SCHWANTES, “‘Ereb Boqer of Daniel 8:14 Re-exam<strong>in</strong>ed” <strong>in</strong> Symposium on Daniel,<br />

pp. 462 e seguenti<br />

310 - Vedi Es 29:39; Le 6:12,13; Nu 28:4, II Re 16:15; 1Cr 16:40; 23:30; 2Cr 2:4; 13:11; Ed 3:3.<br />

311 - Biblical Commentary on the Book of Daniel, Grand Rapids 1949, p. 630, citato da<br />

G.HASEL, op. cit., p. 432.<br />

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