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Testo in formato pdf - Testimonigeova

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Daniele/7-8 28-07-2004 9:55 Pag<strong>in</strong>a 214<br />

CAPITOLO 8<br />

a cui ha dato orig<strong>in</strong>e il ‘piccolo corno’ mediante un sistema contraffatto di servizio<br />

sacerdotale e di mediazione che rivaleggia col sistema celeste e <strong>in</strong>duce gli<br />

uom<strong>in</strong>i a trasgredire la verità sulle attività redentive div<strong>in</strong>e” 304.<br />

Nei vv. 11 e 13-14 due parole differenti ma aventi la stessa radice (qdsh):<br />

miqdash (v. 11) e qodesh (vv. 13 e 14), <strong>in</strong> sostanza significano la stessa cosa. Miqdash<br />

è reso “santuario” <strong>in</strong> varie versioni italiane (Luzzi, R<strong>in</strong>aldi, Concordata)<br />

mentre altre lo traducono “santa dimora” (CEI) o “oblazione” (Bern<strong>in</strong>i). Qodesh<br />

nei vv. 13 e 14 è reso concordemente “santuario” nelle versioni citate di solito <strong>in</strong><br />

questo commentario (TOB, Concordata, Bern<strong>in</strong>i, R<strong>in</strong>aldi, Luzzi; quest’ultimo nel<br />

v. 13 lo traduce “luogo santo”). La TOB francese traduce uniformemente “santuario”<br />

sia miqdash <strong>in</strong> 8:11 che qodesh <strong>in</strong> 8:13 e 14.<br />

Hasel 305 sostiene l’identità di senso dei due term<strong>in</strong>i contro quegli autori che<br />

li dist<strong>in</strong>guono semanticamente (MARTI, PLOGER, HASSLBERGER) riconoscendo al<br />

primo il significato di “santuario” e annettendo al secondo quello di “cose sante”,<br />

“disposizioni” e “istituzioni religiose” o di “sacri <strong>in</strong>segnamenti”. A questi autori il<br />

nostro teologo oppone un’argomentazione scritturale conv<strong>in</strong>cente che riproduciamo<br />

nelle righe che seguono.<br />

Nell’Antico Testamento qodesh ricorre non meno di 469 volte, 326 nella<br />

forma s<strong>in</strong>golare allo stesso modo che 8:13-14. Come nome astratto qodesh può<br />

riferirsi alla santità di Dio (Es 15:11; Is 52:10 ecc...), ma <strong>in</strong> senso concreto spesso<br />

designa il santuario terreno (Es 36:1; Le 4:6; Nu 3:28, 31-32; 1Cr 22:19; Is 43:28;<br />

Ml 2:11; Sl 68:24 ecc...), e qualche volta anche il santuario dei cieli (Sl 60:6; 68:5;<br />

102:19 ecc...). Talora qodesh designa il luogo santissimo del santuario (Le 16:2;<br />

Ez 41:21,23).<br />

Con valore di aggettivo qodesh è associato a “sacerdoti” (Le. 21:6) e a “leviti”<br />

(2Cr 23:6 ecc...); a volte qualifica il popolo di Dio (Is 62:12; Dn 12:7 ecc....).<br />

Ma nell’Antico Testamento neanche una volta sola - puntualizza Hasel - questo<br />

term<strong>in</strong>e designa “disposizioni” e “istituzioni religiose”, “sacri <strong>in</strong>segnamenti” e simili<br />

<strong>in</strong> senso collettivo.<br />

L’uso di qodesh nelle Scritture ebraiche aiuta a chiarire il senso del term<strong>in</strong>e<br />

<strong>in</strong> 8:13-14. In questo contesto danielico qodesh fa parte dei term<strong>in</strong>i e delle frasi<br />

che ricapitolano i concetti espressi nei vv. 11 e 12 dove compare il vocabolo miqdash,<br />

che qodesh ricapitola nei vv. 13-14.<br />

Entrambi questi term<strong>in</strong>i ricorrono con frequenza nell’Antico Testamento<br />

come designazioni del santuario/tempio sia terreno che celeste.<br />

Nell’audizione che com<strong>in</strong>cia <strong>in</strong> 8:13, qodesh ricompare con ulteriori implicazioni.<br />

Una è rilevabile <strong>in</strong>equivocabilmente nell’espressione “il ‘luogo’ santissimo”<br />

(qodesh qodashîm) riferita al “santuario” <strong>in</strong> 9:24.<br />

304 - Ibidem, p. 443.<br />

305 - Ibidem, pp. 445-446.<br />

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