Testo in formato pdf - Testimonigeova

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Daniele/7-8 28-07-2004 9:55 Pagina 209 CAPIRE DANIELE In definitiva, il “piccolo corno” ha posto qualcosa contro il ministero continuo del “Principe dell’esercito” e ciò facendo ha commesso una trasgressione (befasha‘, “con trasgressione”). Nella seconda proposizione del v. 8: wetashlek ’emet ’artzâh, “e gettò la verità a terra”, il verbo è ancora al femminile; esso può dunque avere come soggetto tanto il qeren (“corno”) del versetto precedente, quanto lo tzava’ (“esercito”) nominato in questo versetto, dal momento che entrambi i sostantivi nell’ebraico sono di genere femminile. Fu dunque il “corno”, o l’“esercito” del corno, che gettò a terra la verità. ’Emet, “verità”, spesso nell’Antico Testamento è usato in riferimento alla vera dottrina e al vero culto divino (W.GESENIUS). In Sl 119:142 ’emet è associato alla Parola di Dio: ûthoratkâ ’emet, “la tua legge è verità”. Questo vocabolo in altri punti del libro di Daniele (8:26; 10:1, 21; 11:2) è riferito alla rivelazione che procede da Dio. “Sulla base di questi usi del vocabolo - spiega Hasel - ‘verità’ nel v. 12 può comprendersi come un riferimento alla rivelazione di Dio nel suo insieme, comprese ‘la legge di Mosè’ e la rivelazione apocalittica contenuta nello stesso libro di Daniele. Questo contesto danielico corrobora l’idea che ‘verità’, qui nel v. 12, si riferisca alla divina verità della rivelazione che il corno getta a terra. Tale verità rivelatoria contiene le istruzioni relative al culto, alla salvezza e ad altri temi correlativi compreso il tema sul piano di Dio attinente all’instaurazione dei regni della grazia e della gloria” 297. L’idea espressa dai due verbi che concludono il versetto è chiara: il potere simboleggiato dal “piccolo corno” riesce nelle sue imprese volte a contrastare l’azione di Dio. Ma solo in apparenza, giacché nella realtà Dio mantiene il controllo della situazione. 13 Poi udii un santo che parlava; e un altro santo disse a quello che parlava: “Fino a quando durerà la visione del sacrifizio continuo e la ribellione che produce la desolazione, abbandonando il luogo santo e l’esercito ad essere calpestati?” È stata notata nel libro di Daniele una correlazione costante fra cielo e terra. Nel cap. 2 i quattro metalli che compongono la statua vista in sogno dal re di Babilonia evocano realtà “orizzontali”, terrene; mentre la pietra che cade dall’alto e frantuma la statua richiama ad una realtà “verticale”, celeste. Nel cap. 7 il giudizio e l’instaurazione del Regno eterno di Dio (realtà “verti- 297 - G. HASEL, op.cit., p. 419. 209

Daniele/7-8 28-07-2004 9:55 Pagina 210 CAPITOLO 8 cale”) fanno seguito alle attività delle 4 bestie e del “piccolo corno” (realtà “orizzontale”). Nei capp. 11 e 12 da una successione di eventi terreni che coinvolgono di volta in volta le potenze del mondo (la Medo-Persia, la Macedonia, i regni ellenistici e l’Impero romano), realtà “orizzontali”, si passa all’entrata in scena di Micael che redime i giusti alla risurrezione dei morti (realtà “verticale”). Il cap. 8 non fa eccezione: prende l’avvio dall’ambito delle cose terrene, poi si eleva in “verticale” svelandoci una violenta aggressione portata dal “corno” contro il “Principe” del cielo e culmina con l’audizione che introduce pienamente nella realtà celeste. Nel v. 12, come abbiamo visto, si è conclusa la fase “visiva” della rivelazione. Col v. 13 ha inizio una nuova fase nella quale il profeta deve impegnare soprattutto la facoltà auditiva. Due volte (vv. 13 e 16) egli dice: “e udii” (hf(:m:$e)æw wa’eshme‘ah), e 3 volte (vv. 14, 17 e 18) usa l’espressione “e disse” (wayy’omer). Attonito per le cose sconvolgenti che ha visto nella parte finale della visione, Daniele assiste adesso a un dialogo fra due esseri celesti. Il dialogo verte precisamente su quelle attività dissacratorie del “corno” che hanno scosso il profeta. La maggior parte delle versioni moderne della Bibbia traduce il passo in modo da lasciar capire che la domanda dell’uno dei “santi” rivolta all’altro riguardi la durata dell’attività maligna del “corno”: “Poi udii un santo che parlava; e un altro santo disse a quello che parlava: ‘Fino a quando durerà la visione del sacrificio continuo e la ribellione che produce la desolazione abbandonando il luogo santo e l’esercito ad esser calpestati?” (così la versione di Luzzi). Altre versioni rendono il passo sostanzialmente alla stessa maniera: 210 “Udii un santo parlare e un altro santo dire a quello che parlava: ‘Fino a quando durerà questa visione: il sacrificio quotidiano abolito, la desolazione dell’iniquità, il santuario e la milizia calpestati?” (TOB) “Udii parlare un santo e un altro santo disse a quel tale che parlava: ‘Fino a quando durerà la visione, vale a dire, fino a quando il sacrificio perpetuo sarà abolito, l’iniquità devastatrice sussisterà, e il santuario con il suo esercito sarà calpestato?” (Concordata) “Allora intesi un santo che parlava e un alto santo disse a quel tale che parlava: ‘Fino a quando durerà la visione: il sacrificio perpetuo rimosso, l’empietà devastatrice che vi è stata installata e la milizia conculcata?” (Bernini) In queste traduzioni sono aggiunte delle parole che nel testo originale non ci

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CAPITOLO 8<br />

cale”) fanno seguito alle attività delle 4 bestie e del “piccolo corno” (realtà “orizzontale”).<br />

Nei capp. 11 e 12 da una successione di eventi terreni che co<strong>in</strong>volgono di<br />

volta <strong>in</strong> volta le potenze del mondo (la Medo-Persia, la Macedonia, i regni ellenistici<br />

e l’Impero romano), realtà “orizzontali”, si passa all’entrata <strong>in</strong> scena di Micael<br />

che redime i giusti alla risurrezione dei morti (realtà “verticale”).<br />

Il cap. 8 non fa eccezione: prende l’avvio dall’ambito delle cose terrene, poi<br />

si eleva <strong>in</strong> “verticale” svelandoci una violenta aggressione portata dal “corno”<br />

contro il “Pr<strong>in</strong>cipe” del cielo e culm<strong>in</strong>a con l’audizione che <strong>in</strong>troduce pienamente<br />

nella realtà celeste.<br />

Nel v. 12, come abbiamo visto, si è conclusa la fase “visiva” della rivelazione.<br />

Col v. 13 ha <strong>in</strong>izio una nuova fase nella quale il profeta deve impegnare<br />

soprattutto la facoltà auditiva. Due volte (vv. 13 e 16) egli dice: “e udii” (hf(:m:$e)æw<br />

wa’eshme‘ah), e 3 volte (vv. 14, 17 e 18) usa l’espressione “e disse” (wayy’omer).<br />

Attonito per le cose sconvolgenti che ha visto nella parte f<strong>in</strong>ale della visione,<br />

Daniele assiste adesso a un dialogo fra due esseri celesti. Il dialogo verte precisamente<br />

su quelle attività dissacratorie del “corno” che hanno scosso il profeta.<br />

La maggior parte delle versioni moderne della Bibbia traduce il passo <strong>in</strong><br />

modo da lasciar capire che la domanda dell’uno dei “santi” rivolta all’altro riguardi<br />

la durata dell’attività maligna del “corno”:<br />

“Poi udii un santo che parlava; e un altro santo disse a quello che parlava:<br />

‘F<strong>in</strong>o a quando durerà la visione del sacrificio cont<strong>in</strong>uo e la ribellione che produce<br />

la desolazione abbandonando il luogo santo e l’esercito ad esser calpestati?”<br />

(così la versione di Luzzi).<br />

Altre versioni rendono il passo sostanzialmente alla stessa maniera:<br />

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“Udii un santo parlare e un altro santo dire a quello che parlava: ‘F<strong>in</strong>o a<br />

quando durerà questa visione: il sacrificio quotidiano abolito, la desolazione<br />

dell’<strong>in</strong>iquità, il santuario e la milizia calpestati?” (TOB)<br />

“Udii parlare un santo e un altro santo disse a quel tale che parlava: ‘F<strong>in</strong>o a<br />

quando durerà la visione, vale a dire, f<strong>in</strong>o a quando il sacrificio perpetuo<br />

sarà abolito, l’<strong>in</strong>iquità devastatrice sussisterà, e il santuario con il suo esercito<br />

sarà calpestato?” (Concordata)<br />

“Allora <strong>in</strong>tesi un santo che parlava e un alto santo disse a quel tale che parlava:<br />

‘F<strong>in</strong>o a quando durerà la visione: il sacrificio perpetuo rimosso, l’empietà<br />

devastatrice che vi è stata <strong>in</strong>stallata e la milizia conculcata?” (Bern<strong>in</strong>i)<br />

In queste traduzioni sono aggiunte delle parole che nel testo orig<strong>in</strong>ale non ci

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