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Testo in formato pdf - Testimonigeova

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Daniele/7-8 28-07-2004 9:55 Pag<strong>in</strong>a 200<br />

CAPITOLO 8<br />

Il raffronto fra 5 versioni italiane riportato sotto evidenzia delle variazioni<br />

nella traduzione della seconda parte del v. 9:<br />

200<br />

“...diventò molto grande verso il mezzogiorno,<br />

verso il levante e verso il paese splendido” (Luzzi)<br />

“... s’<strong>in</strong>grandì verso il sud,<br />

verso l’ovest e verso il paese dello splendore” (Bern<strong>in</strong>i)<br />

“... crebbe molto verso il mezzogiorno, l’oriente<br />

e verso la Palest<strong>in</strong>a” (TOB)<br />

“... s’<strong>in</strong>grandì assai verso mezzogiorno, verso oriente<br />

e verso lo splendore della terra” (Bibbia Concordata)<br />

L’ebraico dice: yibeCah-le)ºw xfrºziMah-le)ºw begåNah-le) retåy-laD:giTáw wattigddal-yether ’el hannegev<br />

we’el hammizrach we’el hatztzevî, letteralmente: “e s’<strong>in</strong>grandì enormemente<br />

verso il sud, verso l’est e verso lo splendore”. Prima di prendere <strong>in</strong> esame<br />

l’ultima espressione del versetto, conviene soffermarsi sull’avverbio yeter.<br />

La Riveduta (Luzzi) e la TOB lo traducono “molto”, la Bibbia Concordata<br />

“assai”, Bern<strong>in</strong>i lo omette addirittura. R<strong>in</strong>aldi, con più aderenza all’orig<strong>in</strong>ale, lo<br />

rende “enormemente”. È significativo che Daniele applichi con forza crescente il<br />

verbo gâdâl, “<strong>in</strong>grandire”, al montone, al capro e al “piccolo corno”.<br />

a) In riferimento al montone persiano il profeta usa la forma attiva-riflessiva<br />

higdîl, che significa “si <strong>in</strong>grandì”.<br />

b) Con la stessa forma verbale seguita dall’accrescitivo ’ad me’od,<br />

“molto”, “grandemente”, descrive la crescita del capro greco-macedone.<br />

c) Per rappresentare l’<strong>in</strong>grandirsi del “piccolo corno” adopera una<br />

forma diversa dello stesso verbo seguita dall’avverbio yeter, “enormemente”,<br />

“smisuratamente”, (il verbo yatar significa “eccellere”, “essere prem<strong>in</strong>ente”,<br />

GESENIUS e DAVIDSON).<br />

Se Daniele, come sostiene l’esegesi moderna, avesse <strong>in</strong>teso davvero raffigurare<br />

Antioco Epifane col simbolo del “piccolo corno”, <strong>in</strong> sostanza ci avrebbe<br />

detto che il re di Siria sarebbe stato più potente dei re di Persia e di Alessandro<br />

e avrebbe dom<strong>in</strong>ato su un territorio più vasto di quello degli imperi persiano e<br />

macedone.<br />

Questo sarebbe stato assolutamente fuori della realtà storica perché Antioco<br />

non fu affatto più potente di Ciro, di Dario o di Serse e neanche di Alessandro e<br />

il territorio sul quale regnò fu soltanto una frazione di quello dell’Impero mace-

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