Testo in formato pdf - Testimonigeova
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Daniele/1-6 28-07-2004 9:52 Pagina 20 INTRODUZIONE gico cattolico. Col propagarsi del cattolicesimo nel mondo il Regno di Dio si stava già realizzando, che bisogno c’era di studiare ancora le profezie? F. Nell’età cristiana antica - a parte la contestazione di Porfirio fuori dell’area cristiana - non furono mai messi in discussione la data antica (VI secolo a.C.), l’autenticità e il valore profetico del libro di Daniele. Anche sull’interpretazione delle profezie ci fu una sostanziale convergenza. Salvo sporadiche eccezioni i regni dei capitoli 2 e 7 furono identificati con Babilonia, Medo-Persia, Macedonia e Roma, e nella pietra del cap. 2 si vide il regno eterno del Cristo. Una presenza di Antioco Epifane fu generalmente ammessa nei capitoli 8 e 11 da alcuni esegeti, soprattutto da Girolamo come tipo dell’Anticristo finale. Il cap. 9 fu interpretato quasi unanimemente in chiave messianico-escatologica. 3. Studio di Daniele nel Medioevo La fine del V secolo segnò il trapasso dall’Età Antica al Medioevo. In questa epoca storica Daniele fu oggetto di studio e di commenti sia nella sinagoga che in seno alla Chiesa. a) L’esegesi giudaica di Daniele nel Medioevo fu meno entusiastica che nell’evo antico e ciò, secondo J.A.Montgomery, per due ragioni: la prima era che nel canone ebraico delle Scritture Daniele era posto fuori dai Profeti; la seconda che i cristiani enfatizzavano la portata messianica del libro. Nondimeno si occuparono di Daniele fra il X e il XIII secolo i maggiori maestri dell’ebraismo. b) Nel Medioevo in seno all’ebraismo commentarono Daniele: SAADIA BEN-JOSEF (m. nel 941), JAFET BEN-ALI (attorno all’anno 1000), SALOMON BEN-ISAAC (m. nel 1105), ABRAHAM BEN-MAIMON, detto Maimonide (m. nel 1204), DAVID KIM- CHI (m. nel 1240). c) In seguito ci fu nell’ebraismo una reazione contro l’interpretazione messianica di Daniele. L’esponente principale di questa posizione fu ISAAC ABARBA- NEL, o Abrabanel, (m. nel 1508): egli, contro il rabbinismo ufficiale, annoverò Daniele tra i Profeti ma ne avversò l’interpretazione messianica. d) Anche in ambito cattolico ci fu un certo interesse per Daniele durante il Medioevo. Fra i teologi più ragguardevoli della Chiesa che si occuparono di questo libro in tale periodo sono da annoverare: ALBERTO MAGNO (m. nel 1280), ARNOLDO DA VILLANOVA (m. nel 1313), NICOLA DA LIRA O LYRANUS (m. nel 1340), PIETRO ARCIDIACONO (m. nel 1362). L’antica esegesi storica fu comunque generalmente trascurata. 20
Daniele/1-6 28-07-2004 9:52 Pagina 21 4. Lo studio di Daniele nell’età rinascimentale CAPIRE DANIELE A. Nel XVI secolo nuovi stimoli allo studio di Daniele scaturirono dalla Riforma luterana. I Riformatori ebbero un rapporto particolare con Daniele. Il dato più significativo nell’ambito di questo rinnovato interesse per le profezie danieliche fu il ripristino dell’antica esegesi storica. a) MARTIN LUTERO (1483-1546) non produsse un commentario di Daniele, ma stimò questo libro una fonte di consolazione per la fede dei cristiani. Fautore dell’esegesi storica, Lutero vide nell’Anticristo una figura storica e non escatologica come i Padri antichi. La novità dirompente dell’esegesi profetica del padre della Riforma fu l’aver identificato nell’Anticristo il papato storico (anche se prima di lui EBERARDO, arcivescovo di Salisburgo nel 1240 e JOHN WYCLIFF poco più di cento anni dopo avevano visto un simbolo del papato nel “piccolo corno” di Dn 7). b) Fra i primi esponenti della Riforma luterana si occuparono volentieri di Daniele FILIPPO MELANTONE (m. nel 1560), GIOVANNI ECOLAMPADIO (m. nel 1531), SEBASTIANO MUNSTER (m. nel 1552), UGO DE GROOT o Grotius (m. nel 1545). c) GIOVANNI CALVINO (1509-1564) produsse una serie originale di letture su Daniele. B. La Chiesa cattolica reagì all’interpretazione delle profezie in funzione antipapale promossa vigorosamente dai riformatori cercando di screditare l’ermeneutica storica. a) La Controriforma cattolica introdusse una innovazione rivoluzionaria nell’ambito dell’esegesi profetica, un’innovazione che malauguratamente in seguito avrebbe influito sull’esegesi profetica protestante. Promotori di questa svolta furono i gesuiti spagnoli FRANCISCO RIBERA e LUIS DE ALCAZAR. Ribera intorno al 1585 divulgò un suo sistema interpretativo dell’Apocalisse che relegava nel futuro escatologico il compimento delle profezie di Giovanni (ermeneutica futurista). Alcazar nel 1614 introdusse un metodo esegetico che all’opposto del futurismo di Ribera limitava ai primi quattro secoli dell’era cristiana la portata delle suddette profezie (ermeneutica preterista). In verità l’Alcazar aveva avuto un lontano precursore in Porfirio, ma il preterismo del neoplatonico applicato a Daniele non aveva avuto seguito. Invece le ermeneutiche dell’Alcazar e del Ribera - queste due chiavi di lettura contraddittorie ed entrambe riduttive di Daniele e dell’Apocalisse - ebbero largo seguito fra cattolici e protestanti. b) Fra i cattolici che scrissero su Daniele nel periodo della Controriforma ricorderemo: GIOVANNI MALDONADO (m. nel 1583), EMMANUELE SA (m. nel 1596), BENEDETTO PEREYRA (m. nel 1610), GIOVANNI MARIANA (m. nel 1624). Dall’antichità pre-cristiana fino al tempo della Riforma e della Controriforma - attraverso la Sinagoga, la Chiesa antica e quella medievale - una catena ininterrotta di studiosi e esegeti di Daniele, pur divergendo sull’interpretazione 21
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INTRODUZIONE<br />
gico cattolico. Col propagarsi del cattolicesimo nel mondo il Regno di Dio<br />
si stava già realizzando, che bisogno c’era di studiare ancora le profezie?<br />
F. Nell’età cristiana antica - a parte la contestazione di Porfirio fuori dell’area<br />
cristiana - non furono mai messi <strong>in</strong> discussione la data antica (VI secolo<br />
a.C.), l’autenticità e il valore profetico del libro di Daniele. Anche sull’<strong>in</strong>terpretazione<br />
delle profezie ci fu una sostanziale convergenza.<br />
Salvo sporadiche eccezioni i regni dei capitoli 2 e 7 furono identificati con<br />
Babilonia, Medo-Persia, Macedonia e Roma, e nella pietra del cap. 2 si vide<br />
il regno eterno del Cristo. Una presenza di Antioco Epifane fu generalmente<br />
ammessa nei capitoli 8 e 11 da alcuni esegeti, soprattutto da Girolamo<br />
come tipo dell’Anticristo f<strong>in</strong>ale. Il cap. 9 fu <strong>in</strong>terpretato quasi unanimemente<br />
<strong>in</strong> chiave messianico-escatologica.<br />
3. Studio di Daniele nel Medioevo<br />
La f<strong>in</strong>e del V secolo segnò il trapasso dall’Età Antica al Medioevo. In questa<br />
epoca storica Daniele fu oggetto di studio e di commenti sia nella s<strong>in</strong>agoga che<br />
<strong>in</strong> seno alla Chiesa.<br />
a) L’esegesi giudaica di Daniele nel Medioevo fu meno entusiastica che<br />
nell’evo antico e ciò, secondo J.A.Montgomery, per due ragioni: la prima<br />
era che nel canone ebraico delle Scritture Daniele era posto fuori dai Profeti;<br />
la seconda che i cristiani enfatizzavano la portata messianica del libro.<br />
Nondimeno si occuparono di Daniele fra il X e il XIII secolo i maggiori<br />
maestri dell’ebraismo.<br />
b) Nel Medioevo <strong>in</strong> seno all’ebraismo commentarono Daniele: SAADIA BEN-JOSEF<br />
(m. nel 941), JAFET BEN-ALI (attorno all’anno 1000), SALOMON BEN-ISAAC (m.<br />
nel 1105), ABRAHAM BEN-MAIMON, detto Maimonide (m. nel 1204), DAVID KIM-<br />
CHI (m. nel 1240).<br />
c) In seguito ci fu nell’ebraismo una reazione contro l’<strong>in</strong>terpretazione messianica<br />
di Daniele. L’esponente pr<strong>in</strong>cipale di questa posizione fu ISAAC ABARBA-<br />
NEL, o Abrabanel, (m. nel 1508): egli, contro il rabb<strong>in</strong>ismo ufficiale, annoverò<br />
Daniele tra i Profeti ma ne avversò l’<strong>in</strong>terpretazione messianica.<br />
d) Anche <strong>in</strong> ambito cattolico ci fu un certo <strong>in</strong>teresse per Daniele durante il Medioevo.<br />
Fra i teologi più ragguardevoli della Chiesa che si occuparono di<br />
questo libro <strong>in</strong> tale periodo sono da annoverare: ALBERTO MAGNO (m. nel<br />
1280), ARNOLDO DA VILLANOVA (m. nel 1313), NICOLA DA LIRA O LYRANUS (m.<br />
nel 1340), PIETRO ARCIDIACONO (m. nel 1362). L’antica esegesi storica fu comunque<br />
generalmente trascurata.<br />
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