Testo in formato pdf - Testimonigeova

Testo in formato pdf - Testimonigeova Testo in formato pdf - Testimonigeova

testimonigeova.com
from testimonigeova.com More from this publisher
14.06.2013 Views

Daniele/1-6 28-07-2004 9:52 Pagina 18 INTRODUZIONE C. Nella seconda metà del III secolo un duro attacco contro Daniele venne dal mondo pagano suscitando la viva reazione degli ambienti cristiani. a) PORFIRIO DI TIRO (233-304), un filosofo neoplatonico che contestava aspramente il cristianesimo, compose un’opera accusatoria in 15 libri contro i cristiani. Il 12° libro era dedicato alla refutazione del libro di Daniele, uno scritto inviso al pagano perché sulle sue profezie i cristiani fondavano alcune importanti posizioni teologiche. Per screditarlo, Porfirio insinuò che esso era una falsa profezia (vaticinium ex eventu) scritta da un ignoto giudeo all’epoca dei Maccabei. Nel “piccolo corno” dei capitoli 7 e 8 il filosofo pagano identificò il re di Siria Antioco IV Epifane. b) Seguirono Porfirio, limitatamente all’identificazione del “piccolo corno” del cap.7 di Daniele, alcuni interpreti della Chiesa sira. AFRAHAT DI MOSSUL (290- 350) vide Antioco Epifane nell’undicesimo corno di Dn 7. Per il resto si attenne all’interpretazione tradizionale della Chiesa. c) EFREM SIRO (306-373) pure identificò il “piccolo corno” di Dn 7 con Antioco Epifane. Questo esegeta orientale credette che l’Impero romano sarebbe scomparso con la venuta dell’Anticristo. Nelle 10 corna della quarta bestia del cap.7 vide 10 regnanti seleucidi. d) POLICRONIO DI APAMEA (374-430) su Dn 2 e 7 seguì Porfirio (vide nei 4 regni Babilonia, la Persia, la Grecia I e la Grecia II ovvero i regni ellenistici, e scorse nelle 10 corna dieci re seleucidi tra Alessandro e Antioco IV e nel “piccolo corno” quest’ultimo sovrano). Policronio, primo fra gli interpreti cristiani, applicò ad Antioco i 3 tempi e mezzo di Dn 7 e le 2300 sere-mattine di Dn 8. Sul cap. 9 si mantenne cristocentrico. D. Gli interpreti cristiani latini e greci di Daniele tra il III e il IV secolo seguirono la tradizione esegetica della Chiesa. a) LATTANZIO (250-330) nei suoi scritti si riferì sporadicamente alle profezie di Daniele. Allude alla caduta futura di Roma e al sorgere di 10 regni dopo di essa e colloca nel futuro l’Anticristo che sarà distrutto da Dio alla risurrezione dei santi. Non ha nessun riferimento ad Antioco. b) EUSEBIO DI CESAREA (260-340), storico della Chiesa, identifica i 4 regni danielici con l’Assiria (Babilonia), la Persia, la Macedonia e Roma. Dopo Roma intravede l’instaurarsi del Regno di Dio. Pone in rapporto reciproco Dn 2 e 7, applica Dn 7:9-14 alla seconda venuta di Cristo e Dn 9:24-27 alla prima. Non fa menzione di Antioco. c) CIRILLO, vescovo di Gerusalemme (315-386), su Dn 7 segue lo schema tradizionale che definisce “la tradizione degli interpreti della Chiesa”. Anch’egli pensa che Roma sarà divisa in 10 regni minori tra i quali sorgerà l’Anticristo (il “piccolo corno”) che alla fine dei tempi sarà distrutto dal Cristo che ritornerà. In Dn 9:24-27 Cirillo scorge una profezia messianica che si è adempiuta nel I secolo. d) CRISOSTOMO di Antiochia e Costantinopoli (347-407), in parte contemporaneo di Girolamo, segue l’interpretazione tradizionale della Chiesa su Dn 2 e 7. Pensa che quando si dissolverà l’Impero romano sorgerà l’Anticristo e 18

Daniele/1-6 28-07-2004 9:52 Pagina 19 CAPIRE DANIELE sarà il segno che la Parusia è vicina. e) TEODORETO DI CIRO (386-457) appartiene al gruppo di ecclesiastici che reagirono contro l’attacco di Porfirio a Daniele. Gli scritti di Teodoreto sono in gran parte posteriori a Girolamo cosicché le sue vedute su Daniele possono essere state influenzate dal pensiero del grande dottore latino. Teodoreto vede nei 4 metalli della statua di Dn 2 i regni di Babilonia, Persia, Macedonia e Roma e nell’amalgama ferro-argilla il declino dell’Impero romano. Nella pietra che distrugge la statua ravvisa una figura del regno eterno di Cristo che si instaurerà alla sua seconda venuta. Anche sul cap. 7 Teodoreto segue lo schema tradizionale. Al tramonto dell’Impero romano sorgeranno 10 regni, poi verrà l’Anticristo che regnerà per 3 anni e mezzo. Le 70 settimane sono interpretate da questo esegeta in chiave messianico-cristologica. E. Confutarono il neoplatonico di Tiro vari Padri del IV e V secolo, fra i quali ricordiamo EUSEBIO DI CESAREA, APOLLINARE e METODIO. Il maggior rap-presentante della reazione cristiana contro Porfirio resta comunque GIROLAMO. a) Il commentario su Daniele di GIROLAMO (340-420) è una pietra miliare nella storia dell’interpretazione cristiana di questo libro profetico. Il commentario di Girolamo è più completo di quello di Ippolito (rappresenta pure la principale fonte d’informazione sulle idee di Porfirio riguardo a Daniele). Su Dn 2 Girolamo segue lo schema standard: Babilonia, Medo-Persia, Macedonia, Roma. Nel miscuglio ferro-argilla scorge una realtà contemporanea: i Romani che cercano l’aiuto dei Barbari per sostenere le guerre civili e quelle contro altre nazioni. Girolamo applica a Cristo e al suo regno la “pietra” che devasta la statua. Su Dn 7 l’illustre dottore della Chiesa latina ricalca lo schema applicato al cap. 2. Le 4 teste della terza bestia rappresentano Tolomeo, Seleuco, Filippo e Antigono tra i quali fu diviso l’impero di Alessandro. La quarta bestia è figura dell’Impero romano “che ora domina il mondo”. Le sue 10 corna simbolizzano 10 re che si spartiranno l’impero alla fine del mondo e tra cui dovrà sorgere l’Anticristo finale. In Dn 8 Girolamo scorge i re di Media e di Persia nella figura del montone, Alessandro e i Macedoni nel simbolo del capro, Alessandro nel gran corno del capro e i suoi successori nelle 4 corna. Nel piccolo corno vede Antioco IV come tipo dell’Anticristo finale ma incontra notevole difficoltà nell’applicare al re di Siria le 2300 sere-mattine. Su Dn 9 Girolamo non esprime vedute personali, ma si fa portavoce degli interpreti che l’hanno preceduto: Giulio Africano, Eusebio, Ippolito, Apollinare, Clemente, Origene, Tertulliano e “gli Ebrei”. Nessuno di questi interpreti ha scorto nel cap.9 Antioco Epifane. Sul cap. 11 Girolamo concorda con Porfirio fino al v. 21. Diverge dal v. 22, ma solo perché vede insieme Antioco e l’Anticristo finale. b) GIROLAMO in Occidente e TEODORETO in Oriente furono praticamente gli ultimi rappresentanti della tradizione della Chiesa antica sull’interpretazione di Daniele. Dopo il V secolo andò affievolendosi fra i cattolici l’interesse per Daniele e per gli studi profetici in generale, e questo come conseguenza dell’affermarsi dell’escatologia storicizzata di Agostino nel pensiero teolo- 19

Daniele/1-6 28-07-2004 9:52 Pag<strong>in</strong>a 19<br />

CAPIRE DANIELE<br />

sarà il segno che la Parusia è vic<strong>in</strong>a.<br />

e) TEODORETO DI CIRO (386-457) appartiene al gruppo di ecclesiastici che reagirono<br />

contro l’attacco di Porfirio a Daniele. Gli scritti di Teodoreto sono <strong>in</strong><br />

gran parte posteriori a Girolamo cosicché le sue vedute su Daniele possono<br />

essere state <strong>in</strong>fluenzate dal pensiero del grande dottore lat<strong>in</strong>o. Teodoreto<br />

vede nei 4 metalli della statua di Dn 2 i regni di Babilonia, Persia, Macedonia<br />

e Roma e nell’amalgama ferro-argilla il decl<strong>in</strong>o dell’Impero romano.<br />

Nella pietra che distrugge la statua ravvisa una figura del regno eterno di<br />

Cristo che si <strong>in</strong>staurerà alla sua seconda venuta. Anche sul cap. 7 Teodoreto<br />

segue lo schema tradizionale. Al tramonto dell’Impero romano sorgeranno<br />

10 regni, poi verrà l’Anticristo che regnerà per 3 anni e mezzo. Le 70 settimane<br />

sono <strong>in</strong>terpretate da questo esegeta <strong>in</strong> chiave messianico-cristologica.<br />

E. Confutarono il neoplatonico di Tiro vari Padri del IV e V secolo, fra i quali<br />

ricordiamo EUSEBIO DI CESAREA, APOLLINARE e METODIO. Il maggior rap-presentante<br />

della reazione cristiana contro Porfirio resta comunque GIROLAMO.<br />

a) Il commentario su Daniele di GIROLAMO (340-420) è una pietra miliare nella<br />

storia dell’<strong>in</strong>terpretazione cristiana di questo libro profetico. Il commentario<br />

di Girolamo è più completo di quello di Ippolito (rappresenta pure la pr<strong>in</strong>cipale<br />

fonte d’<strong>in</strong>formazione sulle idee di Porfirio riguardo a Daniele). Su Dn<br />

2 Girolamo segue lo schema standard: Babilonia, Medo-Persia, Macedonia,<br />

Roma. Nel miscuglio ferro-argilla scorge una realtà contemporanea: i Romani<br />

che cercano l’aiuto dei Barbari per sostenere le guerre civili e quelle<br />

contro altre nazioni. Girolamo applica a Cristo e al suo regno la “pietra” che<br />

devasta la statua. Su Dn 7 l’illustre dottore della Chiesa lat<strong>in</strong>a ricalca lo<br />

schema applicato al cap. 2. Le 4 teste della terza bestia rappresentano Tolomeo,<br />

Seleuco, Filippo e Antigono tra i quali fu diviso l’impero di Alessandro.<br />

La quarta bestia è figura dell’Impero romano “che ora dom<strong>in</strong>a il<br />

mondo”. Le sue 10 corna simbolizzano 10 re che si spartiranno l’impero alla<br />

f<strong>in</strong>e del mondo e tra cui dovrà sorgere l’Anticristo f<strong>in</strong>ale. In Dn 8 Girolamo<br />

scorge i re di Media e di Persia nella figura del montone, Alessandro e i Macedoni<br />

nel simbolo del capro, Alessandro nel gran corno del capro e i suoi<br />

successori nelle 4 corna. Nel piccolo corno vede Antioco IV come tipo<br />

dell’Anticristo f<strong>in</strong>ale ma <strong>in</strong>contra notevole difficoltà nell’applicare al re di Siria<br />

le 2300 sere-matt<strong>in</strong>e. Su Dn 9 Girolamo non esprime vedute personali,<br />

ma si fa portavoce degli <strong>in</strong>terpreti che l’hanno preceduto: Giulio Africano,<br />

Eusebio, Ippolito, Apoll<strong>in</strong>are, Clemente, Origene, Tertulliano e “gli Ebrei”.<br />

Nessuno di questi <strong>in</strong>terpreti ha scorto nel cap.9 Antioco Epifane. Sul cap.<br />

11 Girolamo concorda con Porfirio f<strong>in</strong>o al v. 21. Diverge dal v. 22, ma solo<br />

perché vede <strong>in</strong>sieme Antioco e l’Anticristo f<strong>in</strong>ale.<br />

b) GIROLAMO <strong>in</strong> Occidente e TEODORETO <strong>in</strong> Oriente furono praticamente gli ultimi<br />

rappresentanti della tradizione della Chiesa antica sull’<strong>in</strong>terpretazione di<br />

Daniele. Dopo il V secolo andò affievolendosi fra i cattolici l’<strong>in</strong>teresse per<br />

Daniele e per gli studi profetici <strong>in</strong> generale, e questo come conseguenza<br />

dell’affermarsi dell’escatologia storicizzata di Agost<strong>in</strong>o nel pensiero teolo-<br />

19

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!