Testo in formato pdf - Testimonigeova
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Daniele/7-8 28-07-2004 9:55 Pag<strong>in</strong>a 188<br />
CAPITOLO 7<br />
offerto a Giust<strong>in</strong>iano dalle lotte <strong>in</strong>terne e i disord<strong>in</strong>i<br />
che travagliavano il regno dei Vandali.<br />
Alla decisione di Giust<strong>in</strong>iano certo non<br />
fu estranea la persecuzione dei cattolici ad<br />
opera dei Vandali ariani.<br />
Nel 531 fu deposto a Cartag<strong>in</strong>e, la capitale<br />
del regno vandalo, Ilderico, nipote di Valent<strong>in</strong>iano<br />
III per parte di madre, che non nascondeva<br />
le sue simpatie romane e cattoliche.<br />
A succedergli fu chiamato Gelimero,<br />
uomo bellicoso e di tutt’altri sentimenti. Fu il<br />
casus belli che permise a Giust<strong>in</strong>iano di <strong>in</strong>tervenire<br />
legittimamente.<br />
Nel 533 una grande flotta partita da Costant<strong>in</strong>opoli<br />
sbarcò <strong>in</strong> Africa, a 9 giorni di marcia<br />
da Cartag<strong>in</strong>e, 10.000 fanti e 5.000 cavalieri<br />
agli ord<strong>in</strong>i del valoroso generale Belisario.<br />
La prima battaglia, il 13 settembre, fu v<strong>in</strong>ta<br />
dagl’Imperiali nonostante la loro <strong>in</strong>feriorità numerica.<br />
Due giorni dopo Belisario entrò da<br />
trionfatore a Cartag<strong>in</strong>e. Gelimero fuggì <strong>in</strong> Numidia<br />
e <strong>in</strong> seguito contrattaccò ma senza fortuna<br />
e uscì def<strong>in</strong>itivamente di scena. I Vandali<br />
che avevano portato tanto terrore e tante rov<strong>in</strong>e<br />
nell’Impero scomparvero dalla storia.<br />
L’assass<strong>in</strong>io di Amalasunta nel 535 offrì<br />
a Giust<strong>in</strong>iano il pretesto per <strong>in</strong>tervenire <strong>in</strong><br />
Italia. Quello stesso anno Belisario sbarcò <strong>in</strong><br />
Sicilia con 7000 uom<strong>in</strong>i e <strong>in</strong> 7 mesi l’isola fu<br />
conquistata. Gl’Imperiali avanzarono verso<br />
Roma senza quasi <strong>in</strong>contrare resistenza,<br />
tranne che a Napoli. Teodato temporeggiò e<br />
venne deposto. In sua vece fu eletto Vitige,<br />
uomo deciso ed energico. Non potendo difendere<br />
Roma Vitige si ritirò e gli Imperiali vi entrarono<br />
trionfalmente il 10 dicembre del 536.<br />
I Goti contrattaccarono a varie riprese<br />
senza successo nonostante la schiacciante<br />
superiorità numerica.<br />
Intanto - correva l’anno 537 - giunse a<br />
Roma Anton<strong>in</strong>a, l’energica moglie del gene-<br />
188<br />
rale bizant<strong>in</strong>o, per dare attuazione alla volontà<br />
dell’Imperatrice Teodora di deporre<br />
papa Silverio a lei <strong>in</strong>viso e fare eleggere <strong>in</strong><br />
sua vece il diacono Vigilio <strong>in</strong>cl<strong>in</strong>e a favorire i<br />
monofisiti che l’Imperatrice aveva preso sotto<br />
la sua protezione. Belisari,o con un pretesto,<br />
depose Silverio - che morì esule nell’isola di<br />
Palmarola nel 538 - e fece eleggere al suo posto<br />
Vigilio come l’Imperatrice aveva voluto.<br />
Intanto l’assedio di Roma si protraeva;<br />
nuovi tentativi di assalto da parte di Vitige fallirono.<br />
I Goti com<strong>in</strong>ciarono a manifestare segni<br />
di stanchezza e <strong>in</strong>tanto marciava verso<br />
Roma dal sud un corpo di spedizione bizant<strong>in</strong>o<br />
per prendere i nemici alle spalle. Vitige<br />
decise di ritirarsi: era il 12 marzo del 538.<br />
Roma era salva, ma la guerra coi Goti non era<br />
f<strong>in</strong>ita.<br />
Morto Vitige, i Goti nel 541 elessero<br />
come loro capo Totila, uno dei più valorosi capitani<br />
ostrogoti. Totila dette del filo da torcere<br />
ai Bizant<strong>in</strong>i: nel 543 tolse loro Napoli e marciò<br />
alla volta di Roma. Nel 546 gli Ostrogoti ripresero<br />
la “città eterna” ma fu un successo<br />
effimero. L’anno seguente dovettero abbandonarla<br />
a seguito di un forte contrattacco bizant<strong>in</strong>o.<br />
Il dest<strong>in</strong>o dei Goti <strong>in</strong> Italia era ormai<br />
segnato. Nel 551 Giust<strong>in</strong>iano richiamò <strong>in</strong> patria<br />
Belisario e lo sostituì con Narsete per proseguire<br />
la guerra contro i Goti.<br />
Il nuovo generale impegnò <strong>in</strong> battaglia il<br />
nemico <strong>in</strong> Umbria, presso Gualdo Tad<strong>in</strong>o, e<br />
gl’<strong>in</strong>flisse una tremenda sconfitta. Totila<br />
cadde <strong>in</strong> combattimento. Il suo successore,<br />
Teja, non ebbe più fortuna di lui. Costretto da<br />
Narsete ad accettare battaglia <strong>in</strong> condizioni<br />
sfavorevoli presso Nocera nel 553, ebbe<br />
l’esercito quasi distrutto ed egli stesso cadde<br />
nella pugna.F<strong>in</strong>ì per sempre non solo il dom<strong>in</strong>io<br />
dei Goti <strong>in</strong> Italia, che durava da 60 anni,<br />
ma anche la stessa nazione gotica.