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Testo in formato pdf - Testimonigeova

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Daniele/7-8 28-07-2004 9:55 Pag<strong>in</strong>a 174<br />

CAPITOLO 7<br />

I primi espositori cristiani di Daniele, avendo identificato l’Impero romano nella<br />

quarta bestia e una serie di re o regni m<strong>in</strong>ori nelle dieci corna, riconobbero<br />

quasi all’unanimità l’Anticristo futuro nell’undicesimo corno.<br />

Girolamo <strong>in</strong> particolare difese con energia questo punto di vista contro<br />

l’op<strong>in</strong>ione di Porfirio. Egli scrisse nel suo commentario su Daniele: “ E’ <strong>in</strong>utile<br />

che Porfirio <strong>in</strong>s<strong>in</strong>ui che il corno piccolo spuntato dopo le dieci corna, sia Antioco<br />

Epifane...” 257. Poche righe più avanti aggiunge: “ Diciamo dunque ciò che<br />

ci hanno tramandato tutti gli scrittori ecclesiastici: verso la f<strong>in</strong>e del mondo,<br />

quando l’Impero romano sarà <strong>in</strong> completa dissoluzione, verranno dieci re che si<br />

divideranno l’Impero romano, e sorgerà poi un altro piccolo re, l’undicesimo,<br />

che dei dieci re ne abbatterà tre”. Due paragrafi dopo Girolamo identifica l’undicesimo<br />

corno con “l’uomo del peccato” preconizzato <strong>in</strong> 2Te 2:2,3: “è l’uomo del<br />

peccato, il figlio della perdizione, tanto che ha il coraggio di piazzarsi nel tempio<br />

di Dio proclamandosi lui stesso Dio” 258.<br />

Sull’<strong>in</strong>terpretazione della parte f<strong>in</strong>ale della visione Girolamo si fa dunque<br />

portavoce di una tradizione esegetica ben consolidata nella Chiesa antica: “...diciamo...<br />

ciò che ci hanno tramandato tutti gli scrittori ecclesiastici...”. In effetti<br />

prima di lui avevano commentato allo stesso modo Dn 7:7,8: Giust<strong>in</strong>o, Ireneo,<br />

Ippolito (eccezion fatta per il “piccolo corno”), Cipriano, Lattanzio e Cirillo.<br />

Eccettuati i primi tre, questi antichi espositori cristiani di Daniele si aspettavano<br />

nel futuro immediato la dissoluzione dell’Impero romano (già <strong>in</strong> decl<strong>in</strong>o al<br />

loro tempo) e l’<strong>in</strong>sorgere dell’Anticristo seguito a breve <strong>in</strong>tervallo di tempo dal<br />

ritorno del Signore, il giudizio dell’Anticristo e la fondazione del regno eterno di<br />

Dio. Non c’era qu<strong>in</strong>di nessuna difficoltà per loro a immag<strong>in</strong>are il “piccolo corno”<br />

come una figura umana <strong>in</strong>dividuale. Nel nostro tempo, con sedici secoli di storia<br />

alle spalle, quel punto di vista è superato. Nel potere antidiv<strong>in</strong>o che nasce dopo<br />

lo sfacelo del quarto regno è giocoforza <strong>in</strong>travedere una successione di “re”, una<br />

sorta di d<strong>in</strong>astia <strong>in</strong><strong>in</strong>terrotta, un sistema di potere che doveva svilupparsi nella<br />

storia fra la caduta dell’Impero romano d’Occidente e il tempo ancora futuro del<br />

ritorno di Cristo. Nel rispetto delle op<strong>in</strong>ioni contrarie e senza volere offendere i<br />

sentimenti religiosi dei cattolici, dobbiamo ricordare che f<strong>in</strong> dal XIII secolo è<br />

stato scorto nel “piccolo corno” di Dn 7 un simbolo del papato storico. Fu Eberardo<br />

II, arcivescovo di Salisburgo (1200-1246), il primo a proporre questa identificazione<br />

nel 1240 259. In Inghilterra fece sua questa <strong>in</strong>terpretazione John Wycliff,<br />

il noto professore di Oxford e precursore della Riforma, morto nel 1384. Nel XVI<br />

secolo fu rilanciata dai padri della Riforma e <strong>in</strong> seguito fu mantenuta dai loro<br />

cont<strong>in</strong>uatori (da Cramner a Knox) e applicata praticamente da tutti gli espositori<br />

257 - Girolamo su Daniele, Roma 1966, p. 105,<br />

258 - Ibidem<br />

259 - Cfr. LE ROY EDWIN FROOM, op.cit., pp. 797, 798; S.D.A.B.C., vol. IV, pp. 50,51.<br />

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