Testo in formato pdf - Testimonigeova
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Daniele/7-8 28-07-2004 9:55 Pagina 165 CAPIRE DANIELE L’esegesi antica di Daniele, sia ebraica che cristiana, ha riconosciuto unanimemente l’Impero romano nel mostro indefinibile di Dn 7:7-8 248. “Nel quarto regno la massima parte dell’esegesi ha riconosciuto l’impero romano, a cominciare dall’autore dell’apocrifo 4 Ed 12,10 ss (sec. I d.C.) 249. In effetti si può affermare che Dn 7:7,23 fotografa l’Impero romano. (1) La quarta bestia è una delle quattro grandi bestie (vv. 3 e 17). L’imponenza del mostro risponde alla dimensione mondiale dello stato romano nell’età imperiale. (2) La diversificazione della quarta bestia sottolineata con insistenza ha riscontro nei caratteri peculiari della stirpe e della civiltà romana. Diversa fu l’indole dei latini rispetto ai Greci e agli asiatici, diverse furono le strutture di governo dei Romani, diverse le loro strategie militari, diversa la loro struttura politica, diversa l’organizzazione amministrativa dell’Impero (si noti che Alessandro aveva improntato a quelle dei Persiani le strutture di governo e l’organizzazione amministrativa del suo impero mentre i Romani mantennero le loro proprie strutture di governo e amministrative). (3) All’entrata in scena della quarta bestia dopo l’uscita del leopardo, risponde bene, storicamente, l’affermarsi di Roma nel Vicino Oriente dopo che essa ebbe “fagocitato” ad uno ad uno i regni ellenistici eredi dell’Impero di Alessandro. (4) L’aspetto aggressivo della quarta belva, la sua forza, la sua voracità e ferocia, la sua tracotanza evocano adeguatamente l’indole guerriera dei Romani, la loro indomabile volontà di dominio, la potenza delle loro legioni, la durezza verso i nemici sconfitti (“guai ai vinti !”): mai nel mondo si erano visti tanti schiavi come nell’età imperiale romana. Le 10 corna sulla testa della mostruosa creatura sono l’equivalente delle 10 dita in cui si suddividono i piedi della statua nel cap. 2. Le corna sono interpretate come “dieci re che sorgeranno da questo regno” (v. 24). I moderni identificano nelle 10 corna 10 sovrani seleucidi e nell’undicesimo Antioco Epifane. Su questa interpretazione torneremo più avanti. Nei capitoli 7 e 8 di Daniele sia le bestie che le corna appaiono ora come simboli di “re” (vedi 7:17,24), ora come simboli di “regni” (vedi 7:23; 8:32). In Dn 7:19 e 23, 2:39 e 8:21 il termine “re”, o un pronome personale che sta per esso, sono adoperati al posto del termine “regno”. “Dieci re” in 7:24, come mostra la struttura grammaticale della frase, va in- 248 - Cfr. A. WIKENHAUSER, L’Apocalisse di Giovanni, Brescia 1968, nota 6 alle pp. 150-151; vedi pure Introduzione, III, 1, 2. 249- G. RINALDI, op.cit., nota VI, p. 113. 165
Daniele/7-8 28-07-2004 9:55 Pagina 166 CAPITOLO 7 teso in senso collettivo (“regni”) e non in senso individuale. Il testo dice: “Le dieci corna sono dieci re che sorgeranno da questo regno” (v. 24). La preposizione aramaica min, come la corrispondente preposizione italiana “da”, denota derivazione. Da uno stato unitario che si fraziona derivano stati minori, non regnanti. Quando Daniele vuole riferirsi al sorgere di regnanti individuali in una nazione, usa una preposizione aramaica diversa da min, come in Dn 11:2: “Ecco, sorgeranno ancora in Persia tre re” (“in”, aramaico le). Con una schiera numerosa di espositori antichi e moderni 250, l’esegesi avventista sostiene che le 10 corna, alla stregua delle 10 dita nel cap. 2, rappresentano i regni romano-barbarici che s’instaurarono nei territori dell’Impero latino quando venne meno la sua unità nel V secolo (vedi commento a 2:41-43). 166 8 Io esaminavo quelle corna, ed ecco un altro piccolo corno spuntò tra quelle, e tre delle prime corna furono divelte dinanzi ad esso; ed ecco che quel corno avea degli occhi simili a occhi d’uomo, e una bocca che proferiva grandi cose. Un fatto nuovo cattura l’attenzione di Daniele mentre osserva le 10 corna: fra di esse ne spunta un undicesimo. Il nuovo corno cresce rapidamente e si fa spazio fra le altre abbattendone tre. Presto il veggente si accorge che questo corno è diverso dalle altre, ha qualcosa di umano: ha occhi e bocca. E dalla bocca gli escono “parole grandi”. 9 Io continuai a guardare fino al momento in cui furon collocati de’ troni, e un vegliardo s’assise. La sua veste era bianca come la neve, e i capelli del suo capo eran come lana pura; fiamme di fuoco erano il suo trono e le ruote d’esso erano fuoco ardente. 10 Un fiume di fuoco sgorgava e scendeva dalla sua presenza; mille migliaia lo servivano, e diecimila miriadi gli stavan davanti. Il giudizio si tenne, e i libri furono aperti. Lo scenario cambia repentinamente. Un quadro di dimensione cosmica sovrasta e fa impallidire la figura del mostro dalle 10 corna col “piccolo corno” cresciuto che proferisce cose inaudite. Daniele adesso vede “l’aula giudiziaria” del tribunale di Dio nella quale vengono collocati innumerevoli “troni” (aramaico korse’). Il vocabolo aramaico indica un seggio speciale che era riservato a personaggi di riguardo e per circostanze eccezionali (H.C. Leupold). 250 - Vedi Introduzione, III
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CAPIRE DANIELE<br />
L’esegesi antica di Daniele, sia ebraica che cristiana, ha riconosciuto unanimemente<br />
l’Impero romano nel mostro <strong>in</strong>def<strong>in</strong>ibile di Dn 7:7-8 248. “Nel quarto regno<br />
la massima parte dell’esegesi ha riconosciuto l’impero romano, a com<strong>in</strong>ciare<br />
dall’autore dell’apocrifo 4 Ed 12,10 ss (sec. I d.C.) 249. In effetti si può affermare<br />
che Dn 7:7,23 fotografa l’Impero romano.<br />
(1) La quarta bestia è una delle quattro grandi bestie (vv. 3 e 17). L’imponenza<br />
del mostro risponde alla dimensione mondiale dello stato romano<br />
nell’età imperiale.<br />
(2) La diversificazione della quarta bestia sottol<strong>in</strong>eata con <strong>in</strong>sistenza ha<br />
riscontro nei caratteri peculiari della stirpe e della civiltà romana. Diversa fu<br />
l’<strong>in</strong>dole dei lat<strong>in</strong>i rispetto ai Greci e agli asiatici, diverse furono le strutture<br />
di governo dei Romani, diverse le loro strategie militari, diversa la loro<br />
struttura politica, diversa l’organizzazione amm<strong>in</strong>istrativa dell’Impero (si noti<br />
che Alessandro aveva improntato a quelle dei Persiani le strutture di governo<br />
e l’organizzazione amm<strong>in</strong>istrativa del suo impero mentre i Romani<br />
mantennero le loro proprie strutture di governo e amm<strong>in</strong>istrative).<br />
(3) All’entrata <strong>in</strong> scena della quarta bestia dopo l’uscita del leopardo,<br />
risponde bene, storicamente, l’affermarsi di Roma nel Vic<strong>in</strong>o Oriente dopo<br />
che essa ebbe “fagocitato” ad uno ad uno i regni ellenistici eredi dell’Impero<br />
di Alessandro.<br />
(4) L’aspetto aggressivo della quarta belva, la sua forza, la sua voracità<br />
e ferocia, la sua tracotanza evocano adeguatamente l’<strong>in</strong>dole guerriera dei<br />
Romani, la loro <strong>in</strong>domabile volontà di dom<strong>in</strong>io, la potenza delle loro legioni,<br />
la durezza verso i nemici sconfitti (“guai ai v<strong>in</strong>ti !”): mai nel mondo si<br />
erano visti tanti schiavi come nell’età imperiale romana.<br />
Le 10 corna sulla testa della mostruosa creatura sono l’equivalente delle 10 dita<br />
<strong>in</strong> cui si suddividono i piedi della statua nel cap. 2. Le corna sono <strong>in</strong>terpretate<br />
come “dieci re che sorgeranno da questo regno” (v. 24).<br />
I moderni identificano nelle 10 corna 10 sovrani seleucidi e nell’undicesimo<br />
Antioco Epifane. Su questa <strong>in</strong>terpretazione torneremo più avanti. Nei capitoli 7 e<br />
8 di Daniele sia le bestie che le corna appaiono ora come simboli di “re” (vedi<br />
7:17,24), ora come simboli di “regni” (vedi 7:23; 8:32).<br />
In Dn 7:19 e 23, 2:39 e 8:21 il term<strong>in</strong>e “re”, o un pronome personale che sta<br />
per esso, sono adoperati al posto del term<strong>in</strong>e “regno”.<br />
“Dieci re” <strong>in</strong> 7:24, come mostra la struttura grammaticale della frase, va <strong>in</strong>-<br />
248 - Cfr. A. WIKENHAUSER, L’Apocalisse di Giovanni, Brescia 1968, nota 6 alle pp. 150-151; vedi<br />
pure Introduzione, III, 1, 2.<br />
249- G. RINALDI, op.cit., nota VI, p. 113.<br />
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