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Testo in formato pdf - Testimonigeova

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Daniele/7-8 28-07-2004 9:55 Pag<strong>in</strong>a 159<br />

CAPIRE DANIELE<br />

ragona i Caldei che stanno per aggredire il regno di Giuda (Gr 4:7). La figura del<br />

leone apparteneva all’iconografia ufficiale babilonese. Il leone, <strong>in</strong>sieme col toro<br />

e il drago, era riprodotto a sbalzo 575 volte sui mattoni smaltati che ricoprivano<br />

le strutture murarie della splendida porta di Ishtar <strong>in</strong> Babilonia 229.<br />

Il leone della visione danielica aveva due ali d’aquila sul dorso. Il re della<br />

foresta e la reg<strong>in</strong>a delle vette <strong>in</strong>violate riuniti <strong>in</strong> un unico simbolo rappresentano<br />

la regalità di Babilonia con la stessa efficacia dell’oro 230, il re dei metalli, nella visione<br />

parallela del cap. 2. Le ali evocano anche la rapidità con cui Nabucodonosor<br />

avrebbe esteso l’egemonia di Babilonia verso ovest e verso sud 231.<br />

La perdita delle ali e l’umanizzazione del leone 232 (la belva si rizza sulle<br />

zampe posteriori o meglio fu sollevata da terra e fu fatta stare <strong>in</strong> piede come un<br />

uomo, e riceve un cuore umano) possono simbolizzano la decadenza dell’impero<br />

babilonese dopo la morte di Nabucodonosor 233. Anche se al tempo <strong>in</strong> cui<br />

Daniele scrive, la monarchia babilonese era già apparsa ed era giunta alla sua<br />

f<strong>in</strong>e; lo scrittore sacro si esprime ugualmente al futuro a causa delle altre tre, che<br />

appariranno <strong>in</strong> avvenire (vedi Dn 7:3) 234.<br />

229 - Cfr. C.J. DU RY, L’arte nell’Antico Oriente, Firenze 1965, p. 113<br />

230 - Il leone è il più nobile degli animali selvatici e l’aquila il più nobile degli uccelli: queste caratteristiche<br />

ricordano l’immag<strong>in</strong>e della testa d’oro, il più nobile dei metalli, immag<strong>in</strong>e applicata<br />

espressamente a Nanucodonosor (A. CRAMPON, op. cit., p. 686).<br />

231 - Simile all’aquila che trasporta lontano la sua preda, Babilonia planava sulle popolazioni.<br />

S’abbatteva come dall’alto delle nuvole sulle loro città più forti, e quando le aveva prese era<br />

contemporaneamente un’aquila e un leone sulla sua preda. L’esercito babilonese portava via<br />

dalle città conquistate tutto ciò che era possibile trasportare quello che non poteva essere trasferito<br />

nelle città babilonesi veniva distrutto.<br />

232 - Queste ali d’aquila che vengono strappate, <strong>in</strong>dicano un atto violento, col quale si suole<br />

designare il periodo <strong>in</strong> cui Nabucodonosor cessò le sue conquiste per darsi alle arti e alla<br />

pace, dando al suo regno un carattere più umano. Il cuore d’uomo raffigura il cambiamento religioso<br />

che si operò <strong>in</strong> lui negli ultimi anni del suo regno nel riconoscere la sovranità del Dio<br />

d’Israele (Dn 4:16, 34; 3:28-29).<br />

233 - Le ali che vengono strappate e l’offerta del cuore simile a quello di un uomo possono riferirsi<br />

anche agli ultimi anni dell’impero babilonese, <strong>in</strong>debolito e cadente sotto i colpi dei Medo-<br />

Persiani; non è più un leone vigoroso, né un aquila rapida che tocca appena terra, ma l’uomo<br />

debole e mortale, <strong>in</strong>capace di difendersi contro la seconda bestia (A. CRAMPON, op. cit., p. 686).<br />

Già da quando Nabucodonosor fu tolto dalla scena, prima con la sua malattia mentale e poi<br />

con la morte che lo seguì da vic<strong>in</strong>o, i suoi eserciti cessarono di volare come aquile; essi subbirono<br />

sconfitte una dopo l’altra e le sue conquiste gli vennero rapite una dopo l’altra (LOUIS GAUS-<br />

SEN, Daniel le Prophète, t. II, Paris 1848, p. 30-31).<br />

234 - Vedi A. CRAMPON, op. cit., p. 689.<br />

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