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Testo in formato pdf - Testimonigeova

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Daniele/7-8 28-07-2004 9:55 Pag<strong>in</strong>a 156<br />

CAPITOLO 7<br />

“Daniele... fece un sogno ed ebbe delle visioni”: le immag<strong>in</strong>i viste durante il<br />

sonno notturno erano una rivelazione div<strong>in</strong>a (y¢wºzex chezwê, “visione”), pur avendo<br />

l’apparenza di un sogno comune ({el"x chelem).<br />

“...narrò la sostanza delle cose”. L’aramaico $)"r re’sh, letteralmente “capo”,<br />

“pr<strong>in</strong>cipio”, qui è usato nell’accezione secondaria di “somma”, “<strong>in</strong>sieme di cose”<br />

(Gesenius) 222. Daniele vuole dire che ha esposto la visione nelle sue l<strong>in</strong>ee essenziali<br />

tralasciando i particolari non <strong>in</strong>dispensabili per la sua comprensione.<br />

156<br />

2 Daniele disse: Io guardavo, nella mia visione notturna, ed ecco scatenarsi<br />

sul mar grande i quattro venti del cielo.<br />

“Io guardavo nella visione [yéwºzex:B ty¢wAh h¢zfx]”: la forma imperfetta del verbo aramaico<br />

h¢zfx “vedere” esprime un’azione cont<strong>in</strong>uata. L’attenzione del veggente è<br />

concentrata senza <strong>in</strong>terruzione sulle immag<strong>in</strong>i che scorrono nella sua mente.<br />

Daniele vede il mare agitarsi sotto l’impeto dei venti che soffiano simultaneamente<br />

dai quattro punti card<strong>in</strong>ali. Nella realtà non succede mai che il vento<br />

soffi nel medesimo tempo da direzioni diverse, ma non dobbiamo dimenticare<br />

che qui si tratta di una rivelazione profetica dove tutto ha valore simbolico.<br />

Il “mar grande” (aramaico )fBar )fMáy yâmma’ rabba’) nel l<strong>in</strong>guaggio ord<strong>in</strong>ario<br />

degli ebrei antichi era il Mediterraneo, mare che per molto tempo e quasi<br />

f<strong>in</strong>o al nostro periodo storico fu il centro geografico attorno al quale hanno gravitato<br />

i grandi imperi e sulle rive del quale le monarchie universali descritte da<br />

Daniele si sono sedute 223. Ma nella visione apocalittica il “mar grande” riveste<br />

sostanzialmente valore simbolico e non geografico. Al “mare” della figurazione<br />

del v. 3 corrisponde nella spiegazione del v. 17 la “terra”. La terra non come entità<br />

geografica ma come mondo abitato, consorzio umano (cfr. Ap 17:15).<br />

Nella tradizione profetica ebraica e cristiana le “molte acque” sono simbolo<br />

di moltitud<strong>in</strong>i (cfr. Ap 17:1,15). Geremia paragona al muggito del mare il clamore<br />

dell’esercito babilonese che marcia contro Gerusalemme (Gr 6:23); Ezechiele<br />

descrive con la figura del mare agitato il dilagare degli eserciti stranieri<br />

che devasteranno Tiro (Ez 26:3,19; vedi anche Is 8:7,8; Gr 46: 7,8; 47:2).<br />

Qu<strong>in</strong>di il mare o le acque agitate nel l<strong>in</strong>guaggio apocalittico sono il simbolo<br />

naturale della massa umana, specialmente dell’umanità pagana, nel seno della<br />

quale si formano i diversi imperi 224.<br />

L’agitazione <strong>in</strong>cessante del mare corrisponde allo stato di perenne irrequie-<br />

222 - Gesenius’ Hebrew-Chaldee Lexicon to the Old Testament. p. 751.<br />

223 - A. PELLEGRINI, Il popolo di Dio e l’anticristo attraverso i secoli, M<strong>in</strong>igraf, 1980, p. 167<br />

224 - A. CRAMPON, Daniel, t. V, p. 685.

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