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Daniele/1-6 28-07-2004 9:52 Pagina 14 INTRODUZIONE pubblicò il primo commentario americano su Daniele: The Hole Prophecy of Daniel Explained. Nel Nuovo Continente si mantenne autonoma per lungo tempo la linea interpretativa delle profezie del primo protestantesimo europeo, non avendo curato i coloni i contatti culturali col Vecchio Continente. Spesso l’esegesi profetica americana in quest’epoca, non ancora influenzata dal Preterismo e dal Razionalismo europei, fu più limpida e più coerente dell’esegesi europea. Il risveglio religioso del XIX secolo. Mentre il preterismo veniva conquistando la scienza critica quando il futurismo non era ancora diffuso tra i protestanti, ed il post-millennarismo predominava nelle chiese riformate, in certi settori del protestantesimo fiorì il pre-millennarismo storicista. L’ermeneutica profetica storica conobbe tre momenti di lustro: i primi secoli del cristianesimo, il tempo della Riforma e della post-Riforma ed il primo Ottocento. Su questo background globale si proiettano il risveglio dell’avvento nella vecchia Europa ed il movimento dell’avvento nel Nuovo Mondo durante il XIX secolo. Numerosi espositori indipendenti della parola profetica, specie in Europa, precorsero con le loro interpretazioni parallele il risveglio europeo ed il movimento americano. Radici lontane della posizione avventista sull’interpretazione profetica. Il ruolo della Chiesa Avventista del Settimo Giorno, erede di venticinque secoli di interpretazione profetica, è quello di ricuperare e continuare l’esposizione ortodossa del passato, oggi restaurata, rivalorizzata e perfezionata alla luce delle conquiste odierne nel campo dell’esegesi profetica. Nel tempo presente gli studi profetici in ambito avventista privilegiano a ragione quei segmenti escatologici della profezia che non erano stati compresi e valorizzati nel passato perché non era ancora giunto il tempo del loro adempimento e di conseguenza erano prematuri il loro riconoscimento, la loro valorizzazione e la loro applicazione storica. Un nucleo essenziale ereditato dal passato. Le conclusioni a cui è approdata l’esegesi avventista riguardo alle profezie cronologiche - l’inizio sincronico delle 70 settimane di Dn 9:25 e delle 2300 sere-mattine di Dn 8:14, e lo scadere di quest’ultimo periodo nel 1844 - sono riconducibili a eminenti espositori del passato. L’esegesi profetica avventista si mantiene dunque sulla linea degli accorti interpreti di ieri e con gratitudine si riconosce debitrice nei loro confronti. Erede di un nucleo di verità messe in luce dagli espositori dei secoli trascorsi, l’esegesi profetica avventista nel medesimo tempo si riconosce annunciatrice degli eventi escatologici preconizzati dalla parola profetica. Con questo ampio panorama davanti agli occhi, siamo pronti ad intraprendere lo studio delle grandi profezie danieliche: la visione della statua metallica del cap. 2; la visione delle 4 bestie, le 10 corna, il “piccolo corno” e i 3 tempi e mezzo del cap. 7; la visione del montone e del capro, delle loro corna e del lungo periodo profetico del cap. 8; la rivelazione delle 70 settimane che conducono al Messia-Principe del cap. 9, e infine le rivelazioni letterali parallele dei capitoli 11-12. (Da S.D.A. Bible Commentary, vol. IV, Introduzione). 14

Daniele/1-6 28-07-2004 9:52 Pagina 15 III. L’INTERPRETAZIONE E LO STUDIO DI DANIELE DALL’ANTICHITÀ FINO AI NOSTRI GIORNI 1. La lettura di Daniele nell’età precristiana A. L’attestazione più antica riguardo all’interpretazione di Daniele risale al III-II secolo a.C., ovvero all’epoca dell’origine della versione alessandrina dell’Antico Testamento. La traduzione greca di Daniele nei LXX è libera e divergente dal Testo Masoretico. In 9:24-27 sono evidenti le alterazioni introdotte per adattare il testo alla figura di Antioco Epifane. In 11:30 l’espressione “le navi di Kittim” del T.M. è tradotta “i Romani”. È significativo che già nel II secolo a.C. i Giudei alessandrini riconoscessero la presenza di Roma nelle profezie di Daniele. B. Nel I Libro dei Maccabei, che vide la luce sul finire del II secolo a.C., l’altare pagano nel tempio è definito “l’abominazione della desolazione” (I Maccabei 1:54) con evidente riferimento a Dn 8:13 e 11:31. Nel cap. 2:55-60 Daniele e i compagni sono menzionati accanto ad altri personaggi dell’Antico Testamento, segno che in quell’epoca Daniele era già riconosciuto ispirato nell’ambiente giudaico. C. Un riferimento a Daniele si trova in un’altra composizione della letteratura tardo-giudaica, I Testamenti dei Dodici Patriarchi, risalente pure al II secolo a.C. Il Testamento di Levi cita ed estende fino all’età romana le 70 settimane di Dn 9:24-27. Ancora un segno che il tardo giudaismo interpretava Daniele in chiave storica riconoscendovi ovviamente il valore profetico. D. Riferimenti alle profezie di Daniele si sono trovati nei testi di Qumran. Nel Rotolo della Guerra, del I secolo a.C., Dn 11:40 a 12:3 sono applicati alla guerra escatologica tra i “figli della luce” e i “figli delle tenebre”. Il Documento di Melchisedec (11Q Ps.Ez.), di data incerta, applica a eventi futuri lo schema cronologico di Dn 9:24-27. I riferimenti a Daniele nella letteratura tardo-giudaica attestano che i Giudei, negli ultimi due secoli dell’era precristiana, tennero in debita considerazione questo libro profetico. 2. La lettura di Daniele nell’età cristiana antica CAPIRE DANIELE L’interesse del mondo giudaico per il libro di Daniele non si estinse nell’era cristiana. A. Nel primo secolo lo storico GIUSEPPE FLAVIO si riferì ripetutamente a Daniele nei suoi scritti, massimamente in Antichità Giudaiche. Nel libro X (275) 15

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III. L’INTERPRETAZIONE E LO STUDIO DI DANIELE<br />

DALL’ANTICHITÀ FINO AI NOSTRI GIORNI<br />

1. La lettura di Daniele nell’età precristiana<br />

A. L’attestazione più antica riguardo all’<strong>in</strong>terpretazione di Daniele risale al III-II<br />

secolo a.C., ovvero all’epoca dell’orig<strong>in</strong>e della versione alessandr<strong>in</strong>a<br />

dell’Antico Testamento. La traduzione greca di Daniele nei LXX è libera e<br />

divergente dal <strong>Testo</strong> Masoretico. In 9:24-27 sono evidenti le alterazioni <strong>in</strong>trodotte<br />

per adattare il testo alla figura di Antioco Epifane. In 11:30 l’espressione<br />

“le navi di Kittim” del T.M. è tradotta “i Romani”. È significativo che<br />

già nel II secolo a.C. i Giudei alessandr<strong>in</strong>i riconoscessero la presenza di<br />

Roma nelle profezie di Daniele.<br />

B. Nel I Libro dei Maccabei, che vide la luce sul f<strong>in</strong>ire del II secolo a.C., l’altare<br />

pagano nel tempio è def<strong>in</strong>ito “l’abom<strong>in</strong>azione della desolazione” (I<br />

Maccabei 1:54) con evidente riferimento a Dn 8:13 e 11:31. Nel cap. 2:55-60<br />

Daniele e i compagni sono menzionati accanto ad altri personaggi dell’Antico<br />

Testamento, segno che <strong>in</strong> quell’epoca Daniele era già riconosciuto ispirato<br />

nell’ambiente giudaico.<br />

C. Un riferimento a Daniele si trova <strong>in</strong> un’altra composizione della letteratura<br />

tardo-giudaica, I Testamenti dei Dodici Patriarchi, risalente pure al II secolo<br />

a.C. Il Testamento di Levi cita ed estende f<strong>in</strong>o all’età romana le 70 settimane<br />

di Dn 9:24-27. Ancora un segno che il tardo giudaismo <strong>in</strong>terpretava Daniele<br />

<strong>in</strong> chiave storica riconoscendovi ovviamente il valore profetico.<br />

D. Riferimenti alle profezie di Daniele si sono trovati nei testi di Qumran. Nel<br />

Rotolo della Guerra, del I secolo a.C., Dn 11:40 a 12:3 sono applicati alla<br />

guerra escatologica tra i “figli della luce” e i “figli delle tenebre”. Il Documento<br />

di Melchisedec (11Q Ps.Ez.), di data <strong>in</strong>certa, applica a eventi futuri lo<br />

schema cronologico di Dn 9:24-27. I riferimenti a Daniele nella letteratura<br />

tardo-giudaica attestano che i Giudei, negli ultimi due secoli dell’era precristiana,<br />

tennero <strong>in</strong> debita considerazione questo libro profetico.<br />

2. La lettura di Daniele nell’età cristiana antica<br />

CAPIRE DANIELE<br />

L’<strong>in</strong>teresse del mondo giudaico per il libro di Daniele non si est<strong>in</strong>se nell’era cristiana.<br />

A. Nel primo secolo lo storico GIUSEPPE FLAVIO si riferì ripetutamente a Daniele<br />

nei suoi scritti, massimamente <strong>in</strong> Antichità Giudaiche. Nel libro X (275)<br />

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