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Testo in formato pdf - Testimonigeova

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Daniele/1-6 28-07-2004 9:52 Pag<strong>in</strong>a 149<br />

CAPIRE DANIELE<br />

19 Poi il re si levò la matt<strong>in</strong>a di buon’ora, appena fu giorno, e si recò<br />

<strong>in</strong> fretta alla fossa dei leoni. 20 E come fu vic<strong>in</strong>o alla fossa, chiamò<br />

Daniele con voce dolorosa, e il re prese a dire a Daniele: “Daniele,<br />

servo dell’Iddio vivente! Il tuo Dio, che tu servi del cont<strong>in</strong>uo, t’ha egli<br />

potuto liberare dai leoni?”<br />

Alla f<strong>in</strong>e di una giornata carica di emozioni il re Dario si è disteso sul letto ma<br />

non ha chiuso occhio per tutta la notte. Ansioso di sapere quale sia la sorte del<br />

suo fido m<strong>in</strong>istro, non attende che sia giorno chiaro per accertarsene: alle prime<br />

luci dell’alba si alza e si affretta verso il luogo del supplizio combattuto fra la<br />

speranza che Daniele sia ancora <strong>in</strong> vita e la paura che le belve lo abbiano fatto a<br />

pezzi. “E come fu vic<strong>in</strong>o alla fossa, chiamò Daniele...”<br />

Nell’ansia di sciogliere il dubbio tormentoso Dario chiama Daniele prima<br />

ancora che sia giunto sopra la fossa nella quale è stato r<strong>in</strong>chiuso. Lo chiama<br />

“con voce dolorosa” (“con voce angosciata” secondo un’altra traduzione;<br />

nell’aramaico: byicA( lfq:B beqol ‘atzîv, “con voce afflitta, dolorosa”). La voce tradisce<br />

l’affanno e il rimorso che agitano l’animo del re.<br />

“Daniele, servo dell’Iddio vivente!” Sorprende l’attributo “vivente” riferito da<br />

un pagano al Dio dei Giudei. Così avevano talvolta designato l’Altissimo i profeti<br />

d’Israele (vedere Gr 10:10; Os 1:10), così lo avrebbero ancora designato i discepoli<br />

di Cristo (vedi Mt.16:16; At 14:15; Rm 9:26; Ap 7:2). “... l’Iddio vivente” sulla<br />

bocca di Dario tradisce forse un concetto più alto rispetto alla nozione che egli<br />

aveva delle div<strong>in</strong>ità pagane? Può darsi. In ogni caso è segno che il rapporto con<br />

Daniele non è stato <strong>in</strong><strong>in</strong>fluente.<br />

Purnondimeno Dario tentenna fra la speranza e il dubbio: “Il tuo Dio... t’ha<br />

egli potuto liberare dai leoni?” Sembra dubitare del miracolo nel quale il giorno<br />

avanti aveva professato di credere.<br />

21 Allora Daniele disse al re: “O re, possa tu vivere <strong>in</strong> perpetuo! 22 Il<br />

mio Dio ha mandato il suo angelo e ha chiuso la bocca dei leoni che<br />

non m’hanno fatto alcun male, perché io sono stato trovato <strong>in</strong>nocente<br />

nel suo cospetto; e anche davanti a te, o re, non ho fatto alcun male”.<br />

Probabilmente qualche feritoia per l’areazione consente una sia pur precaria comunicazione<br />

fra l’esterno e l’<strong>in</strong>terno della caverna e viceversa. Sta di fatto che<br />

Daniele può udire la voce del re e il re la sua. Con tono calmo e rispettoso<br />

l’uomo di Dio rivolge al sovrano il saluto augurale (“... possa tu vivere <strong>in</strong> perpetuo<br />

!”), come se si trovasse nella sala di udienze del palazzo e non <strong>in</strong> un antro<br />

buio e tra voraci fel<strong>in</strong>i. Si vede chiaramente che egli non nutre alcun rancore<br />

verso l’uomo potente che, seppure a mal<strong>in</strong>cuore, lo ha fatto relegare <strong>in</strong> quel<br />

luogo orribile.<br />

Al saluto deferente, il prigioniero fa seguire la spiegazione del perché egli<br />

sia rimasto <strong>in</strong> vita <strong>in</strong> una situazione <strong>in</strong> cui nessun uomo sarebbe potuto scampare<br />

alla morte. E la spiegazione è un prodigio sovrannaturale: il suo Dio ha<br />

mandato il suo angelo per tenere chiuse le fauci dei leoni. È stato lo stesso an-<br />

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