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Testo in formato pdf - Testimonigeova

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Daniele/1-6 28-07-2004 9:52 Pag<strong>in</strong>a 148<br />

CAPITOLO 6<br />

una pesante lastra di pietra e contornano la lastra con dell’argilla fresca sulla<br />

quale il re e i suoi dignitari imprimono i loro sigilli allo scopo di impedire qualsiasi<br />

manomissione.<br />

Nell’antichità le persone importanti avevano sempre con sé il proprio sigillo.<br />

Il nome e il simbolo del proprietario erano <strong>in</strong>cisi su una pietra dura <strong>in</strong>castonata<br />

<strong>in</strong> un anello, o più comunemente su un cil<strong>in</strong>dretto d’osso o di pietra forato<br />

longitud<strong>in</strong>almente e attraversato da un cordonc<strong>in</strong>o annodato alle estremità<br />

<strong>in</strong> modo da potersi portare al collo. Difficile dire se il re Dario e i suoi dignitari<br />

<strong>in</strong> questa circostanza facessero uso dell’anello o del cil<strong>in</strong>dretto, giacché il term<strong>in</strong>e<br />

aramaico )fqºzi(‘izqa’ significa genericamente “sigillo”, come traducono correttamente<br />

varie versioni. Sta di fatto che il sigillo cil<strong>in</strong>drico si affermò e si diffuse<br />

<strong>in</strong> tutta l’area dell’Oriente antico 214.<br />

Ufficialmente i sigilli apposti su quella che doveva divenire la tomba di Daniele<br />

servivano a impedire che essa venisse manomessa per sottrarre alla morte<br />

il condannato. Ma se Dario, come pare certo, ha creduto davvero che Daniele<br />

non sarebbe morto, allora nella sua <strong>in</strong>tenzione il sigillamento del luogo del supplizio<br />

doveva mirare al duplice scopo di: a) rendere evidente il carattere miracoloso<br />

dell’evento, e b) impedire che i nemici facessero morire Daniele <strong>in</strong> altro<br />

modo.<br />

Mentre l’uomo di dio rimane tranquillo nell’antro freddo e buio <strong>in</strong> compagnia<br />

dei leoni che sembrano avere perso il fiuto, il potente re di Babilonia trascorre<br />

la notte <strong>in</strong>sonne ed agitato nel suo splendido palazzo. Lo tormenta il dubbio<br />

se Daniele scamperà davvero alle zanne dei leoni, e lo coglie <strong>in</strong>sieme l’angoscia<br />

per la perdita possibile di un amico e uomo di valore e il senso di colpa per<br />

esserne <strong>in</strong> qualche modo responsabile.<br />

Nella pianura mesopotamica il pasto pr<strong>in</strong>cipale si consumava la sera, giacché<br />

a mezzodì la gran calura del giorno affievoliva l’appetito. Ma quella sera il re<br />

Dario non tocca cibo perché il tormento dell’animo gli ha tolto l’appetito.<br />

La seconda parte del v. 18 è resa variamente dai traduttori:<br />

“non gli fu <strong>in</strong>trodotta alcuna donna...” (C.E.I., molto simile alla Luzzi);<br />

“senza farsi portar cibi...” (G.R<strong>in</strong>aldi);<br />

“non gli fu recato alcuno svago...” (H.C.Leupold);<br />

“né furono portati davanti a lui strumenti musicali...” (K<strong>in</strong>g’s James Vers.).<br />

Questa varietà di traduzioni dipende dall’<strong>in</strong>certezza riguardo al significato specifico<br />

del vocabolo aramaico }æwAxad dachawan, reso di volta <strong>in</strong> volta “concub<strong>in</strong>e”,<br />

“donne”, “danzatrici”, “cibi”, “svaghi”, “strumenti musicali”.<br />

È significativo che la versione greca dei LXX ometta del tutto il vocabolo. Il<br />

senso generico di dachawan sembra essere: “cose deliziose”. Il passo pare voler<br />

dire che i fatti del giorno hanno gettato il re <strong>in</strong> uno stato di tale costernazione<br />

che <strong>in</strong> lui è svanito ogni desiderio di godimento.<br />

214 - Vedi S.MOSCATI, L’alba della Civiltà, vol. III, pp. 265, 266.<br />

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