Testo in formato pdf - Testimonigeova

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Daniele/1-6 28-07-2004 9:52 Pagina 128 CAPITOLO 5 lesse Daniele stando all’interpretazione che ne fornì. Per la maggioranza degli espositori moderni le tre parole hanno la forma di participi passivi (dissente il S.D.A.Bible Commentary che riconosce questa forma soltanto alla prima). 26 E questa è l’interpretazione delle parole: MENE: Dio ha fatto il conto del tuo regno, e vi ha posto fine. 27 TEKEL: tu sei stato pesato con la bilancia, e sei stato trovato mancante. 28 PERES: il tuo regno è diviso, e dato ai Medi e ai Persiani”. Decifrato lo scritto, la frase criptica che ne risulta ha bisogno di essere interpretata, e questo solo Daniele può farlo perché solo lui è illuminato dallo spirito dell’Iddio altissimo da cui il messaggio proviene. Da ciascuna delle tre parole l’interprete ispirato trae una doppia proposizione, la seconda consecutiva rispetto alla prima. Esaminiamole una dopo l’altra. MENE’, dal verbo aramaico menã’, “contare”, “numerare”, come participio passivo “contato”, “numerto”. Dio ha contato i giorni assegnati alla durata del regno di Belsazar e ha decretato che essi sono giunti alla fine. Secondo LEUPOLD la ripetizione di mene’ nella lettura potrebbe essere indice di un doppio senso del vocabolo: “contato” la prima volta, “fissato il limite” la seconda. TEKEL, dal verbo tekãl, forma aramaica del verbo ebraico shakal (lo “sh” ebraico si muta in “t” nell’aramaico). Altrove nell’Antico Testamento “pesare” in senso metaforico significa “giudicare”: cfr. 1Sm 2:3; Gb 31:6; Pr 24:12. Dio ha fissato per ogni individuo uno “standard” di crescita e di maturità a seconda dei talenti, della posizione e del grado di responsabilità nella vita. Il re Belsazar è stato pesato sulla bilancia di Dio ed è risultato al di sotto dello “standard” che corrisponde alla sua posizione. Egli è colpevole per questo, allo stesso modo che nel commercio è reato di frode un peso inferiore a quello pattuito fra venditore e compratore. PERES, dal verbo aramaico paras, “dividere”, “spezzare”. È la forma singolare di parsîn che preceduta dalla congiunzione “u” diventa farsin. Il regno di Belsazar è diviso e assegnato ai Medi e ai Persiani. Non metà agli uni e metà agli altri, giacché Daniele considera sempre la Media e la Persia come un regno unitario (con un unico simbolo le rappresenta nel capitoli. 2, 7 e 8: il petto d’argento, l’orso e il montone). È ben vero tuttavia che una provincia dell’impero babilonese (la Caldea) sarebbe governata d’ora innanzi da un medo (9:1) investito di tale potere (“ricevette il regno”) da un’autorità superiore (verosimilmente il re “di Media e di Persia” - 8:20 - che governa il resto dell’impero). Forse si allude a questo dicendosi che il regno di Belsazar sarebbe diviso e dato ai Medi e ai Persiani. Il regno di Dario in tutti i casi è una porzione ben modesta dell’immenso impero medo-persiano. Vocalizzata in modo che suoni paras la radice prs significa “Persia” (e “persiani” nella forma plurale prsn, perasin): Daniele vi coglie i due sensi: “il tuo regno è DIVISO e dato ai Medi e ai PERSIANI”. Il senso globale del messaggio è quello di un giudizio e di una sentenza 128

Daniele/1-6 28-07-2004 9:52 Pagina 129 con effetto immediato. Il riferimento alla Media e alla Persia come entità politica unitaria (cfr. 6:8, 12, 15; 8:20) mostra che il nostro autore ha una conoscenza esatta della storia. Fino al 550 a.C. le tribù persiane erano rimaste sotto la sovranità dei Medi , ma in quell’anno esse ebbero il sopravvento sui loro dominatori avendo Ciro, principe persiano, vinto e deposto Astiage loro re. Ciro però non impose ai vinti la sua sovranità, al contrario li associò nel governo del nuovo stato unendo di fatto le due etnie in un’unica nazione. È difficile credere che un giudeo palestinese del II secolo a.C. fosse così bene informato sulla composizione etnica e la struttura politica di un impero che non esisteva più da oltre 160 anni! 29 Allora, per ordine di Belsatsar, Daniele fu rivestito di porpora, gli fu messa al collo una collana d’oro, e fu proclamato che egli sarebbe terzo nel governo del regno. L’uomo che si è rivelato superiore a tutti i sapienti di Babilonia col decifrare e interpretare lo scritto misterioso, riceve le onorificenze che il re ha promesso. Daniele le aveva rifiutate, ma gli ordini del re non si discutono ed egli deve suo malgrado vestire l’abito di porpora, indossare la collana d’oro (cfr. Ge 44:42) e farsi proclamare la terza autorità del regno, un regno che ha peraltro le ore contate. 30 In quella stessa notte, Belsatsar, re de’ Caldei, fu ucciso; CAPIRE DANIELE Si compie inesorabilmente e in brevissimo tempo il pesante verdetto su Belsazar che Daniele ha tratto dall’ultima delle tre parole scritte sulla parete. Il testo dedica poche parole all’evento tragico e repentino, ma alla sua laconicità suppliscono le notizie più dettagliate che ne forniscono gli storiografi greci. ERODOTO (ca. 480-420 a.C.) descrive così la conquista persiana di Babilonia: ... per mezzo di un canale, avendo immesso le acque dell’Eufrate nel bacino scavato che era allo stato di palude, (Ciro) fece sì che, abbassandosi il livello del fiume, il vecchio letto diventasse guadabile. Ottenuto un tale risultato, i Persiani che avevano ricevuto l’ordine proprio in vista di questo, quando l’Eufrate si fu abbassato tanto da non giungere nemmeno a metà coscia d’un uomo, ne seguirono il corso ed entrarono in Babilonia. (...) ... i persiani si trovarono loro davanti all’improvviso. Data la grande estensione della città... erano già in mano dei nemici i quartieri estremi della città, quando i Babilonesi che abitavano il centro non sapevano ancora di essere presi; ma in quel momento si davano alla danza (capitava infatti, che per loro fosse giorno di festa) e alla pazza gioia... In questo modo allora fu presa Babilonia per la prima volta. Anche SENOFONTE (ca. 430-354 a.C.) è informato che Belsazar cadde in po- 129

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con effetto immediato. Il riferimento alla Media e alla Persia come entità politica<br />

unitaria (cfr. 6:8, 12, 15; 8:20) mostra che il nostro autore ha una conoscenza<br />

esatta della storia.<br />

F<strong>in</strong>o al 550 a.C. le tribù persiane erano rimaste sotto la sovranità dei Medi ,<br />

ma <strong>in</strong> quell’anno esse ebbero il sopravvento sui loro dom<strong>in</strong>atori avendo Ciro,<br />

pr<strong>in</strong>cipe persiano, v<strong>in</strong>to e deposto Astiage loro re. Ciro però non impose ai v<strong>in</strong>ti<br />

la sua sovranità, al contrario li associò nel governo del nuovo stato unendo di<br />

fatto le due etnie <strong>in</strong> un’unica nazione. È difficile credere che un giudeo palest<strong>in</strong>ese<br />

del II secolo a.C. fosse così bene <strong>in</strong><strong>formato</strong> sulla composizione etnica e la<br />

struttura politica di un impero che non esisteva più da oltre 160 anni!<br />

29 Allora, per ord<strong>in</strong>e di Belsatsar, Daniele fu rivestito di porpora, gli<br />

fu messa al collo una collana d’oro, e fu proclamato che egli sarebbe<br />

terzo nel governo del regno.<br />

L’uomo che si è rivelato superiore a tutti i sapienti di Babilonia col decifrare e <strong>in</strong>terpretare<br />

lo scritto misterioso, riceve le onorificenze che il re ha promesso. Daniele<br />

le aveva rifiutate, ma gli ord<strong>in</strong>i del re non si discutono ed egli deve suo malgrado<br />

vestire l’abito di porpora, <strong>in</strong>dossare la collana d’oro (cfr. Ge 44:42) e farsi<br />

proclamare la terza autorità del regno, un regno che ha peraltro le ore contate.<br />

30 In quella stessa notte, Belsatsar, re de’ Caldei, fu ucciso;<br />

CAPIRE DANIELE<br />

Si compie <strong>in</strong>esorabilmente e <strong>in</strong> brevissimo tempo il pesante verdetto su Belsazar<br />

che Daniele ha tratto dall’ultima delle tre parole scritte sulla parete. Il testo dedica<br />

poche parole all’evento tragico e repent<strong>in</strong>o, ma alla sua laconicità suppliscono<br />

le notizie più dettagliate che ne forniscono gli storiografi greci. ERODOTO<br />

(ca. 480-420 a.C.) descrive così la conquista persiana di Babilonia:<br />

... per mezzo di un canale, avendo immesso le acque dell’Eufrate<br />

nel bac<strong>in</strong>o scavato che era allo stato di palude, (Ciro) fece sì che, abbassandosi<br />

il livello del fiume, il vecchio letto diventasse guadabile.<br />

Ottenuto un tale risultato, i Persiani che avevano ricevuto l’ord<strong>in</strong>e<br />

proprio <strong>in</strong> vista di questo, quando l’Eufrate si fu abbassato tanto da<br />

non giungere nemmeno a metà coscia d’un uomo, ne seguirono il<br />

corso ed entrarono <strong>in</strong> Babilonia. (...)<br />

... i persiani si trovarono loro davanti all’improvviso.<br />

Data la grande estensione della città... erano già <strong>in</strong> mano dei nemici<br />

i quartieri estremi della città, quando i Babilonesi che abitavano il<br />

centro non sapevano ancora di essere presi; ma <strong>in</strong> quel momento si<br />

davano alla danza (capitava <strong>in</strong>fatti, che per loro fosse giorno di festa) e<br />

alla pazza gioia...<br />

In questo modo allora fu presa Babilonia per la prima volta.<br />

Anche SENOFONTE (ca. 430-354 a.C.) è <strong>in</strong><strong>formato</strong> che Belsazar cadde <strong>in</strong> po-<br />

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