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Testo in formato pdf - Testimonigeova

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Daniele/1-6 28-07-2004 9:52 Pag<strong>in</strong>a 127<br />

CAPIRE DANIELE<br />

Daniele prima denuncia con chiarezza e grande coraggio il gesto sacrilego<br />

di Belsazar, poi svela il messaggio nascosto nello scritto misterioso.<br />

25 Questo e lo scritto ch’è stato tracciato: MENE, MENE, TEKEL,<br />

UFARSIN.<br />

Il profeta procede alla lettura dello scritto. Sono tre parole aramaiche: la prima è<br />

ripetuta due volte e la terza è alla forma plurale. Difficile dire con che tipo di<br />

scrittura fossero state tracciate. Con quella cuneiforme certamente no, altrimenti<br />

il re e i suoi dignitari le avrebbero lette. Probabilmente le parole erano scritte<br />

con i caratteri aramaici (non sconosciuti ai sapienti di Babilonia) o con i più antichi<br />

caratteri ebraici.<br />

Di certo erano formate di sole consonanti: MN’ MN’ TKL FRSN (la vocalizzazione<br />

del testo attuale di Daniele come di tutta la Bibbia ebraica risale a non<br />

oltre il IX secolo della nostra era). Si deve comunque notare che alla luce dell’<strong>in</strong>terpretazione<br />

di Daniele, la vocalizzazione masoretica delle tre parole aramaiche<br />

appare più che plausibile, come si vedrà più avanti. È stata rilevata un’aff<strong>in</strong>ità<br />

delle parole lette da Daniele con dei term<strong>in</strong>i del vocabolario commerciale: )¢n:m<br />

MENE’ = m<strong>in</strong>a, l"q:T TEKEL = siclo (shekel <strong>in</strong> ebraico), }yis:rapU UFARSIN, plurale di<br />

PERES = mezzo siclo (la terza parola è preceduta dalla congiunzione aramaica<br />

“u” (= “e”) la quale, per una legge fonetica, muta <strong>in</strong> “f” la “p” della parola a cui<br />

di unisce).<br />

Se i tre vocaboli si leggono come sostantivi, si hanno questi tre valori ponderali<br />

e monetari decrescenti: MINA (2 volte), SICLO, MEZZI SICLI (il gruppo consonantico<br />

PRS compare col significato di “mezzo siclo” nell’Iscrizione di Senchirli).<br />

Se il primo dei due MENE’ si <strong>in</strong>terpreta come imperativo del verbo menã’,<br />

lo scritto si può leggere: “Conta una m<strong>in</strong>a, un siclo, mezzo siclo.” I sapienti del<br />

re, non sappiamo per quale ragione, non possono leggere lo scritto. Ad ogni<br />

buon conto, anche se ne fossero stati capaci, non avrebbero potuto <strong>in</strong>terpretarlo,<br />

giacché non disponevano di un contesto logico <strong>in</strong> cui <strong>in</strong>serirlo perché avesse<br />

senso. In tempi recenti, degli studiosi che hanno letto i tre vocaboli aramaici<br />

come sostantivi hanno tentato di rapportare i valori monetari così desunti a dei<br />

re babilonesi che regnarono consecutivamente.<br />

Sono riportate di seguito, att<strong>in</strong>te da The New Bible Dictionary, le proposte<br />

più <strong>in</strong>teressanti:<br />

● C.S.CLERMONT GANNEAU: NABUCODONOSOR (m<strong>in</strong>a’), BELSAZAR (siclo),<br />

MEDI e PERSIANI (mezzi sicli).<br />

● E.G. KRAELING: EVIL-MERODAC e NERIGLISSAR (m<strong>in</strong>a’, m<strong>in</strong>a’), LABASHI<br />

MARDUK (siclo), NABONIDE e BELSAZAR (mezzi sicli).<br />

● N.L. GINSBERG: NABUCODONOSOR (m<strong>in</strong>a’), EVIL-MERODAC (siclo), BEL-<br />

SAZAR (messi sicli).<br />

● D.N. FREEDMAN: NABUCODONOSOR (m<strong>in</strong>a’), NABONIDE (siclo), BELSA-<br />

ZAR (mezzi sicli).<br />

Sono proposte allettanti ma tutto sommato <strong>in</strong>concludenti.<br />

I tre gruppi consonantici possono leggersi come radici verbali e così <strong>in</strong> effetti le<br />

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