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Testo in formato pdf - Testimonigeova

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Daniele/1-6 28-07-2004 9:52 Pag<strong>in</strong>a 126<br />

CAPITOLO 5<br />

scenza di sorta, e non hai glorificato l’Iddio che ha nella sua mano il<br />

tuo soffio vitale, e da cui dipendono tutte le tue vie. 24 Perciò è stato<br />

mandato, da parte sua, quel mozzicone di mano, che ha tracciato<br />

quello scritto.<br />

Belsazar non è all’oscuro dello sconvolgente avvenimento che Daniele ha rievocato,<br />

e sebbene esso sia lontano nel tempo, l’impatto su quanti vissero nel palazzo<br />

<strong>in</strong> quei giorni fu tale che esso non poteva essere dimenticato nemmeno<br />

dopo tanti anni. Ma Belsazar, il “figlio” del protagonista di quella storia alluc<strong>in</strong>ante,<br />

pur rammentandola, non ne ha tenuto conto (“quantunque tu sapessi<br />

tutto questo... ti sei <strong>in</strong>nalzato contro il Signore del cielo...”). È proprio vero che<br />

“la storia <strong>in</strong>segna che gli uom<strong>in</strong>i non imparano niente dalla storia”!<br />

Nel v. 18 Daniele aveva alluso a un rapporto di paternità di Nabucodonosor<br />

con Belsazar (“Nabucadnetsar tuo padre”), qui accenna a una relazione di filgliolanza<br />

di Belsazar con Nabucodonosor (“E tu, Belsatsar, suo figliolo...”). Sui significati<br />

possibili del term<strong>in</strong>e “padre” (’av, <strong>in</strong> aramaico ed ebraico) si è detto nel<br />

commento al v. 2. Qui si può aggiungere che nell’Antico Testamento “figlio”<br />

(bar <strong>in</strong> aramaico, ben <strong>in</strong> ebraico), allo stesso modo che “padre”, può rivestire<br />

una varietà di sensi. Può significare discendente (Es 32:26; Ml 3:6), e <strong>in</strong> qualche<br />

caso uno che domanda aiuto e protezione a un’autorità spirituale (1Sm 25:8). In<br />

1Sm 26:17 Saul si rivolge a Davide con l’appellativo di “figlio”, mentre sappiamo<br />

che <strong>in</strong> realtà ne era genero. Sensi traslati del vocabolo “figlio” sono documentati<br />

anche fuori d’Israele.<br />

Per esempio un testo assiro del IX secolo a.C. chiama Jehu, il generale ribelle<br />

di Joram di Samaria, “figlio di Omri”, benché non ci fosse tra i due alcun<br />

rapporto di parentela, anzi Jehu fu lo sterm<strong>in</strong>atore della discendenza di Omri<br />

(2Re 10:17). Nel documento assiro “figlio di Omri” ha il significato evidente di<br />

successore dell’ultimo discendente di Omri. Nell’ambiente semitico, dunque, successore<br />

è un altro significato del vocabolo “figlio”. In Dn 5:22 “suo figlio” può<br />

leggersi “suo discendente” o anche “suo successore”.<br />

Torniamo a Belsazar. L’offesa che costui ha recato all’Iddio del cielo è più<br />

grave ancora di quella di cui si rese colpevole il suo avo. Nabucodonosor non<br />

aveva voluto riconoscere la sovranità universale dell’Iddio altissimo (4:25); il suo<br />

discendente gli si è levato contro, lo ha oltraggiato profanando le sue cose sacre<br />

e lodando <strong>in</strong> dispregio di Lui gli idoli ciechi, sordi e privi di conoscenza. Eppure<br />

l’Iddio che Belsazar ha offeso è Colui dal quale egli ha ricevuto la vita e da cui<br />

dipende ad ogni istante la conservazione di essa. L’Iddio del cielo ha raccolto la<br />

sfida <strong>in</strong>sensata e vi ha risposto prontamente. Ecco il significato di quel mozzicone<br />

di mano e di quello scritto che hanno atterrito Belsazar. “Questa spiegazione<br />

prelim<strong>in</strong>are - commenta LEUPOLD - <strong>in</strong> un cero senso era più necessaria per<br />

Belsazar che la stessa <strong>in</strong>terpretazione dello scritto” 181.<br />

181 - H.C. LEUPOLD, op. cit., p. 233.<br />

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