IL MELONE GIALLO - Portale dell'innovazione - Regione Siciliana
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REGIONE SIC<strong>IL</strong>IANA<br />
ASSESSORATO AGRICOLTURA E FORESTE<br />
SEZIONE OPERATIVA DI ASSISTENZA TECNICA<br />
E DIVULGAZIONE AGRICOLA N. 83<br />
PACECO<br />
<strong>IL</strong> <strong>MELONE</strong> <strong>GIALLO</strong><br />
NEL TERRITORIO DELLA S.O.A.T. 83
Realizzato dai tecnici<br />
Dr. Agr. Parrinello Anna Maria<br />
Dott. Pizzo Antonio<br />
Per. Agr. Amato Angelo<br />
Per. Agr. Cardella Cataldo<br />
Funzionario Responsabile SOAT n° 83<br />
Dott. Agr, Raineri Rosaria Rossella<br />
Via V. Catalano, 31 - Tei. 0923/882967 - Fax 0923/881777<br />
Mail-box Soat83 @ regione. Sicilia, it
INTRODUZIONE<br />
II territorio della SOAT n. 83 di Paceco, comprende i comuni di Trapani,<br />
Paceco, Erice, Valderice, Pantelleria e Favignana.<br />
L'orticoltura di piano campo, con una superficie di 1.812 ha e circa 1.500<br />
aziende orticole ricadenti principalmente nei comuni di Trapani, Paceco e, in<br />
minor misura, Erice e Valderice, riveste un ruolo importante sia sotto l'aspetto<br />
economico che sociale.<br />
Il melone d'inverno (var. Inodorus), nella tipologia a buccia gialla, rappresenta<br />
una coltura tipica del territorio, dove trova condizioni pedoclimatiche<br />
favorevoli ed occupa attualmente circa il 40% della superficie orticola della<br />
SOAT.<br />
Viene coltivato in asciutto o con qualche irrigazione di soccorso e attualmente<br />
interessa una superficie di circa 700 ha con punte di circa 1300 ha nel<br />
1998.<br />
La produzione è compresa tra 150.000-200.000 q pari a una PLV di 6-8<br />
miliardi di lire.<br />
La Sezione Operativa da diversi anni si è occupata di questa coltura con l'obiettivo<br />
di migliorare la qualità del prodotto e la redditività della coltura.<br />
Il presente opuscolo divulgativo nasce dall'esigenza di fornire uno strumento<br />
utile agli operatori del settore.<br />
Il Funzionario Responsabile<br />
Dott. Agr. Rosaria R. Raineri
CARATTERISTICHE PEDOCLIMATICHE DEL TERRITORIO<br />
L'area di competenza della Sezione Operativa n. 83 di Paceco dal punto di<br />
vista orografico si presenta abbastanza movimentata, con una vasta zona pianeggiante,<br />
una zona interna caratterizzata da colline e valli a lieve pendio e una<br />
ristretta zona montuosa con il Monte di Erice (m 756 s.l.m.) e Montagna Grande<br />
(m751 s.l.m.).<br />
Il clima può definirsi semiarido, con piovosità media annua che si attesta<br />
intorno a 500 mm e con una distribuzione concentrata nei mesi che vanno da<br />
settembre a febbraio. Normalmente il periodo piovoso è quello autunnale e il<br />
mese più piovoso risulta mediamente il mese di dicembre.<br />
La temperatura media annua è di 13°C, mentre la temperatura minima non<br />
scende quasi mai sotto gli 4 °C; i valori minimi assoluti sono sempre sopra lo<br />
zero mentre i valori massimi assoluti superano i 40°C. Il mese più freddo è in<br />
genere febbraio, mentre il mese più caldo è normalmente agosto.<br />
La natura dei terreni è varia, prevalgono i terreni argillosi o tendenzialmente<br />
argillosi, ben dotati di elementi nutritivi. Detti terreni sono i Regosuoli, cioè<br />
terreni che si evolvono da rocce argillose con un contenuto di argilla del 40-<br />
45%, e i Vertisuoli, suoli di notevole spessore e uniformità caratterizzati da<br />
profonde crepacciature nei periodi estivi. Complessivamente sono terreni a<br />
reazione sub-alcalina, con elevata dotazione di potassio e scarso contenuto di<br />
sostanza organica e fosforo.<br />
Nella fascia litoranea sono presenti le cosiddette Terre rosse, terreni più<br />
sciolti, permeabili e non molto fertili.
STORIA DELLA COLTURA<br />
La coltivazione del melone giallo, ha le sue origini più antiche nel territorio<br />
di Paceco. Negli anni si è andato diffondendo in diversi comuni della Sicilia<br />
Occidentale ricadenti nelle provincie di Trapani, Palermo e Agrigento, raggiungendo<br />
una superficie di circa 5.000 ha, che pone la Sicilia prima regione<br />
produttrice.<br />
Agli inizi del 1600 la sua coltivazione era diffusa, tanto che nel testo di G.<br />
Monroi del 1609 "Storia di un borgo feudale del seicento" si dice che "questa<br />
gente avesse la specialità della coltivazione dei melloni".<br />
Nel libro di A. Genovese (1860-1923) "Paceco un comune agricolo della<br />
Sicilia Occidentale" si riporta che Paceco oltre alla coltura estensiva dei cereali<br />
presentava per larghi tratti alberi di olivo, vigneti e distesi campi di melone.<br />
La coltura, inizialmente coltivata per uso domestico, ha assunto negli anni una<br />
diffusione e una importanza economica sempre maggiore, raggiungendo la massima<br />
espansione dalla metà degli anni '70 alla metà degli anni '80, successivamente<br />
si è avuta una forte riduzione della superficie per problemi di ordine agronomico<br />
e commerciale.<br />
CARATTERISTICHE BOTANICHE<br />
II melone giallo (Cucumis melo L. varietà Inodorus), detto anche melone<br />
d'inverno, si contraddistingue dai cosiddetti meloni estivi (var. cantalupensis e<br />
reticulatus) per la possibilità di essere conservato per un lungo periodo.<br />
E' una Cucurbitacea annuale a ciclo primaverile estivo, con apparato radicale<br />
fittonante ed espanso, capace di raggiungere elevate profondità e di ramificarsi<br />
oltre i 2 metri.
Ha un portamento strisciante con steli angolosi e ramificazioni di diverso<br />
ordine che possono raggiungere i 5 metri.<br />
Le foglie presentano una struttura dei tessuti e un sistema stomatico di facile<br />
chiusura in caso di stress, capace di consentire alla pianta di adattarsi all'ambiente<br />
caldo-arido.<br />
Normalmente presenta fiori ascellari maschili e femminili.<br />
I migliori frutti si ottengono dai fiori femminili portati dalle ramificazioni<br />
secondarie e terziarie.<br />
I fiori maschili compaiono per prima e rimangono aperti per circa un giorno<br />
mentre i fiori femminili compaiono circa una settimana dopo, e rimangono<br />
recettivi per 2-3 giorni, con aperture mattutine limitate per 4-6 ore.<br />
L'impollinazione è eterogama, prevalentemente affidata a insetti impollinatori<br />
come api e bombi.<br />
II frutto è una bacca corticale detta peponide, costituito dall'esterno verso<br />
l'interno dall'epicarpo, dal mesocarpo (la parte esterna insieme all'epicarpo<br />
costituisce la buccia e la parte interna la polpa) e infine l'endocarpo costituito<br />
da tessuto placentare spugnoso, che forma una cavità in cui sono inseriti i semi.<br />
Questi, sono ellittici schiacciati con peso di 1000 semi pari a 30-50g.<br />
Nella crescita del frutto si possono distinguere tre fasi:<br />
- nella prima fase, di circa 10 giorni dopo la fecondazione, si ha una rapida<br />
crescita;<br />
- una seconda fase, di circa una settimana, in cui il frutto raggiunge la metà<br />
del suo sviluppo;<br />
- una terza fase, in cui la velocità di crescita diminuisce (circa 30 giorni dalla<br />
fecondazione) e il frutto raggiunge il 98% del suo sviluppo. Negli ultimi 10<br />
giorni entra in maturazione, cioè si ha un aumento degli zuccheri e del tenore<br />
di etilene.<br />
Il contenuto zuccherino è influenzato dalle caratteristiche pedoclimatiche<br />
del territorio e dalla varietà e varia da 8 al 15% con un minimo per la commercializzazione<br />
del 10%.<br />
Il melone invernale presenta un accumulo degli zuccheri molto precoce per<br />
cui può essere raccolto anche 10-15 giorni prima della completa maturazione.<br />
ESIGENZE AMBIENTALI<br />
II melone d'inverno predilige terreni profondi, ricchi di sostanza organica e<br />
colloidi minerali. Si adatta ai suoli argillosi, se ben preparati e soprattutto ben<br />
coltivati durante la stagione estiva, per evitare le crepacci ature che provocano<br />
lesioni all'apparato radicale.<br />
La coltura ha elevate esigenze termiche che più dettagliatamente vengono<br />
riportate in tabella.
Parametri pedologici Valori ottimali<br />
Tessitura Medio impasto tendenti all'argilloso<br />
Profondità Predilige terreni profondi<br />
PH 6 - 7,5 (Tollera i suoli leggermente calcarei)<br />
Salinità Inferiore a 2,2 mS/cm di ECe<br />
Parametri climatici Valori ottimali<br />
Temperatura di germinazione 20 - 30 °C (Temp. min. 15 °C)<br />
Temperatura di crescita 18-20°C la notte<br />
25-30 °C il giorno<br />
Temperatura del terreno 18 - 20 °C (Si avvantaggia della pacciamatura)<br />
Temperatura all'impollinazione 20 °C (Temp. basse hanno effetto femminilizzante)<br />
Temperatura di maturazione 25 - 30 °C<br />
Temperatura minima letale -2 °C<br />
Temperatura massima > 35 °C arresto dell'attività fisiologica<br />
VARIETÀ COLTIVATE<br />
L'ecotipo locale "Cartucciaro", melone d'inverno a buccia gialla, veniva<br />
coltivato fino agli inizi degli anni '80, periodo in cui sono stati introdotte nuove<br />
varietà ed ibridi F1. Questo ha comportato, a causa dell'elevata allogamia<br />
della specie, un processo di inquinamento delle sue caratteristiche.<br />
Ecotipo locale Cartucciaro Tipologia Amarillo<br />
Le varietà ibride, si sono affermate perché più produttive e per la loro resistenza<br />
genetica a diversi patogeni (oidio, peronospora, fusarium, alternaria).<br />
Attualmente la cultivar più diffusa e rappresentata dall'Helios che interessa<br />
circa il 60% della superficie melonicola complessiva della SOAT.
L'Helios si è diffuso nei primi anni del '90, incontrando il favore del produttore<br />
e del consumatore, in virtù della sua precocità, pregiate caratteristiche<br />
organolettiche, resistenza al trasporto e per la pezzature media (1,5-2 kg).<br />
Il 20% della superficie a melone è investita con gli ibridi Incas, Ramado e<br />
varietà tipologia Amarillo. La restante superficie interessa diverse varietà a<br />
minore diffusione.<br />
Di seguito si riportano le principali caratteristiche delle varietà maggiormente<br />
diffuse.<br />
Tipologia Amarillo (Ditte diverse)<br />
Questa tipologia comprende le varietà Amarillo: oro, special, mondo, Selezione<br />
Ortolani, Selezione GEAS, ecc. Dette varietà sono caratterizzate da pianta<br />
vigorosa con fogliame di colore verde chiaro ed elevata produttività. Frutto<br />
di pezzatura grossa e di forma oblunga. Buccia di colore giallo ocra e di aspetto<br />
poco rugoso. Polpa di colore bianco, molto consistente, compatta e con elevato<br />
tenore zuccherino.<br />
Helios (Clause)<br />
Pianta a maturazione precoce e scalare con grande potenziale produttivo.<br />
Frutto tondo ovaleggiante sul tipo Giallo Canaria, di pezzatura uniforme<br />
medio-grossa e grado zuccherino elevato. Adatto per le coltivazioni di pieno<br />
campo anche in regime asciutto. Sensibile all'oidio.<br />
Dorai (Peto seed)<br />
Helios Helios - Sezione di frutto<br />
Ibrido sul tipo Amarillo-Canaria, a ciclo medio, da consumarsi subito dopo<br />
la raccolta. Il frutto è di forma ovale con buccia di colore giallo-oro intenso, di<br />
aspetto poco rugoso e senza suture. Frutti di grossa pezzatura con polpa bianca,<br />
grado zuccherino elevato e cavità placentare di dimensioni medio-piccola.
Indalico (Fyto)<br />
Dorai Dorai - Sezione di frutto<br />
Pianta molto vigorosa a fogliame ampio; frutti ellittici di grossa pezzatura.<br />
Buccia dura, liscia, di colore giallo. La polpa, di colore bianco tendente al verde<br />
è succosa e dolce, con il 15,5 % di zuccheri. Presenta un ciclo precoce, con<br />
buona capacità di conservazione e molto adatto ai trasporti. Si dimostra resistente<br />
all'oidio.<br />
Amarillo n. 7 (Fyto)<br />
Indalico Indalico - Sezione di frutto<br />
Ibrido del tipo Amarillo-oro, a ciclo medio precoce, si adatta bene alla coltivazione<br />
di pieno campo sia in asciutto che in irriguo. Frutto di forma oblunga<br />
con buccia di colore giallo intenso e di aspetto rugoso. La polpa è bianca<br />
con grado zuccherino di 11% e cavità placentare di medie dimensioni.
ISI 010 (ISI)<br />
Amarillo n.7 Amarillo n.7- Sezione di frutto<br />
Ibrido del tipo Amarillo oro a ciclo precoce, resistente a Fusarium e Oidio.<br />
Pianta di buon vigore, coprente, di elevata fertilità. La buccia rugosa, di colore<br />
giallo intenso è resistente alle manipolazioni. La polpa, di alto grado zuccherino,<br />
presenta buone caratteristiche organolettiche; la cavità placentare è<br />
molto ridotta.<br />
Incas (Clause)<br />
ISI 010 ISI 010-Sezione di frutto<br />
Pianta a maturazione molto precoce con elevata potenzialità produttiva,<br />
frutto simile alla cv Helios ma meno rugoso, pezzatura uniforme, medio grossa.<br />
Si adatta bene a coltivazioni di pieno campo sia in asciutto che in irriguo.<br />
Resistente a Fusarium ed è altamente tollerante all'Oidio.<br />
Ramado (Asgrow)<br />
Tipologia rugoso di Cosenza-Amarillo oro. Pianta vigorosa, adattabile alle<br />
condizioni di coltivazione senza irrigazione. Alta produttività e ciclo medioprecoce.
Frutto rugoso, con pezzatura medio grossa. La polpa di colore bianco verdastro<br />
è dotata di grado zuccherino elevato ed ottima conservabilità. Resistente<br />
a Fusarium 0,1. Utilizzabile sia per il mercato fresco che per la conservazione<br />
per lunghi periodi.
CARATTERISTICHE VARIETALI<br />
VARIETÀ' PIÙ' DIFFUSE<br />
VARIETÀ'<br />
Tipologia<br />
Amarillo*<br />
Helios<br />
Dorai<br />
Indalico<br />
Amarillo n.7<br />
Incas<br />
ISI 010<br />
Ramado<br />
Ditta<br />
Sement.<br />
Varie<br />
Clause<br />
Petoseed<br />
Fyto<br />
Fyto<br />
Clause<br />
ISI<br />
Asgrow<br />
Ciclo<br />
Tardivo<br />
Precoce<br />
Medio<br />
Precoce<br />
Medio<br />
precoce<br />
Molto<br />
precoce<br />
Precoce<br />
Medio<br />
precoce<br />
Forma<br />
Oblunga<br />
Tondo<br />
ovaleggiante<br />
Ovale<br />
Ovale<br />
Oblunga<br />
Tondo<br />
ovaleggiante<br />
Tondo<br />
ovaleggiante<br />
Oblunga<br />
Pezzatura<br />
Grossa<br />
Medio<br />
grossa<br />
Grossa<br />
Medio<br />
grossa<br />
Grossa<br />
Medio<br />
grossa<br />
Medio<br />
grossa<br />
Medio<br />
grossa<br />
Colore<br />
buccia<br />
Giallo<br />
Giallo<br />
intenso<br />
Giallo<br />
intenso<br />
Giallo<br />
Giallo<br />
intenso<br />
Giallo<br />
Giallo<br />
intenso<br />
Giallo<br />
Aspetto<br />
buccia<br />
Poco<br />
rugoso<br />
Rugoso<br />
Poco<br />
rugoso<br />
Liscio<br />
Rugoso<br />
Poco<br />
rugoso<br />
Rugoso<br />
Rugoso<br />
Polpa<br />
Bianca<br />
Bianca<br />
Bianca<br />
Bianca<br />
tendente<br />
al verde<br />
Bianca<br />
Bianca<br />
Bianca<br />
Bianco<br />
verdastra<br />
Resist.<br />
Toller<br />
-<br />
Fusar.<br />
0,2<br />
Oidio<br />
Fus..2<br />
Oidio<br />
Oidio<br />
Fusar.<br />
Oidio<br />
Fusar<br />
Oidio<br />
Fusar<br />
Fusar.<br />
0,1<br />
VARIETÀ' POCO DIFFUSE<br />
VARIETÀ'<br />
Rugoso di<br />
Cosenza*<br />
Biga<br />
Mesol<br />
Ktion<br />
(Ex My 257)<br />
Marzio<br />
(Ex My 260)<br />
13092 HY<br />
Utopia<br />
Grecale<br />
Ditta<br />
sementiera<br />
SAIS<br />
Fyto<br />
Fyto<br />
S&G<br />
S&G<br />
Asgrow<br />
ISI<br />
SAIS<br />
Ciclo<br />
Tardivo<br />
Molto<br />
precoce<br />
Molto<br />
precoce<br />
Medio<br />
precoce<br />
Precoce<br />
Precoce<br />
Medio<br />
precoce<br />
Precoce<br />
Forma<br />
Ovale<br />
allungata<br />
Ellittico<br />
Ovale<br />
Ovale<br />
Ovale<br />
Tondo<br />
ovale<br />
Tondo<br />
ovaleggiante<br />
Ovale<br />
Pezzatura<br />
Grossa<br />
Medio<br />
grossa<br />
Media<br />
Medio<br />
grossa<br />
Medio<br />
grossa<br />
Medio<br />
grossa<br />
Grossa<br />
Grossa<br />
Colore<br />
buccia<br />
Giallo<br />
ocra<br />
Verde<br />
con<br />
macchie<br />
scure<br />
Giallo<br />
Giallo<br />
Giallo<br />
Giallo<br />
Giallo<br />
intenso<br />
Giallo<br />
ocra<br />
Aspetto<br />
buccia<br />
Molto<br />
rugoso<br />
Liscio<br />
con<br />
suture<br />
Liscia<br />
Poco<br />
rugoso<br />
Poco<br />
rugoso<br />
Rugoso<br />
Rugoso<br />
Molto<br />
rugoso<br />
Polpa<br />
Bianca<br />
Bianca<br />
croccante<br />
Bianca<br />
tendente<br />
al verde<br />
Bianco<br />
crema<br />
Bianco<br />
crema<br />
Bianco<br />
verdastra<br />
Bianco<br />
croccante<br />
Bianca<br />
compatta<br />
Resist.<br />
Toller<br />
-<br />
Oidio<br />
Oidio<br />
Fusar.<br />
0,1,2<br />
Oidio<br />
Fusar.<br />
0,1,2<br />
oidio<br />
Oidio<br />
Fusar<br />
0,2<br />
oidio<br />
Oidio<br />
Fusar.<br />
0,1,2<br />
*Varietà standard
PROPRIETÀ NUTRIZIONALI<br />
II melone è un frutto con elevato contenuto in vitamine e sali minerali, con<br />
notevoli virtù salutistiche. Infatti, ha proprietà rinfrescanti, diuretiche, anticoagulante<br />
ed antireumatiche.<br />
Il melone d'inverno ha un valore energetico modesto, pari a 20-40 kcal per<br />
l00g di prodotto edule, in rapporto al basso contenuto proteico ed in acidi grassi.<br />
Il valore nutrizionale invece è considerato elevato per la presenza di zuccheri<br />
diversi e per l'apprezzabile contenuto in vitamine e sali minerali.<br />
Si raccoglie nei mesi di luglio, agosto e settembre, si consuma da luglio a<br />
dicembre sia come antipasto che come dessert.<br />
Valori nutrizionali<br />
(Valori medi per 100 g di prodotto edule)<br />
Energia kcal 33<br />
Proteine 0,5 g<br />
Vitamine B1-B2-PP-A-C<br />
Carboidrati 4,9 g<br />
Grassi 0,2g<br />
Minerali Na - K - Fe - Ca - P<br />
(Fonte I.N.N. ROMA)<br />
CARATTERISTICHE QUALITATIVE<br />
I fattori che influenzano la qualità sono diversi come la varietà, fattori<br />
ambientali, metodi di coltivazione, natura del terreno, pacciamatura, nutrizione<br />
minerale, disponibilità idriche, stadio di maturazione e modalità di conservazione.<br />
La qualità organolettica è sostenuta dal rapporto tra contenuto in zuccheri<br />
ed acidità; tuttavia le analisi fisico-chimiche non possono completamente<br />
sostituire i test sensoriali.<br />
II contenuto zuccherino (saccarosio, fruttasio e glucosio) è molto influenzato<br />
dall'ambiente di coltivazione ed è un carattere genetico.<br />
Il parametro oggettivo della maturazione dei meloni è il contenuto in zuccheri<br />
(grado Brix), detto valore deve essere maggiore del 12% per assicurare<br />
un elevato valore gustativo (ottimo 14%). Un contenuto zuccherino compreso<br />
tra 10 e 12 % garantisce un valore gustativo accettabile, al di sotto del 10% i<br />
frutti non sono commerciabili.<br />
La parte più interna della polpa (zona carpellare) è in media del 25% più<br />
zuccherina rispetto al valore medio dell'intero frutto.<br />
Le caratteristiche fondamentali per la valutazione commerciale sono: la<br />
resa in prodotto utile (spessore buccia, spessore polpa, ampiezza cavità pla-<br />
11
centare), l'indice tenderometrico (grado consistenza polpa da 0,5-1,5<br />
kg/0,5cm 2 ) e il grado rifrattometrico (contenuto zuccheri solubili in °Brix).<br />
Il melone d'inverno ha una elevata conservabilità dei frutti e resistenza ai<br />
trasporti; tali caratteristiche dipendono dalla varietà e dalle tecniche di coltivazione.<br />
Le produzioni da destinare alla conservazione devono provenire da varietà<br />
tardive raccolte prima della completa maturazione. La conservabilità è maggiore<br />
in regime asciutto, mentre si riduce con l'irrigazione, tuttavia non viene<br />
compromessa effettuando una irrigazione di soccorso, nella prima fase di<br />
ingrossamento dei frutti.<br />
Dai risultati della ricerca (Curatolo G. e Incalcaterra G.,1996) risulta che<br />
dopo tre mesi di conservazione post raccolta la cv. Helios mantiene il 70% dei<br />
frutti mentre l'ecotipo Cartucciaro il 90% dei frutti.<br />
Per soddisfare le esigenze di mercato e dei consumatori i frutti devono essere<br />
di pezzatura medio-piccola (1,5-2 kg), con elevato contenuto zuccherino ed<br />
elevata percentuale di parte edule.<br />
Rilevamento dei gradi Brix, rifrattometro<br />
II Cartucciaro, particolarmente adatto ad essere coltivato nella zona, si presta<br />
per le sue caratteristiche a produzioni di nicchia, per la sua lunga conservazione<br />
può essere immesso sul mercato fino alla seconda decade di dicembre.<br />
La salvaguardia di questo ecotipo è importante in quanto costituisce preziosa<br />
fonte per il miglioramento genetico.<br />
TECNICA COLTURALE<br />
Preparazione del terreno<br />
La preparazione del terreno, così come le successive lavorazioni, assume<br />
particolare importanza quando il melone viene coltivato in asciutto e su suoli<br />
tendenzialmente argillosi.<br />
12
Normalmente si esegue un'aratura profonda circa 35-40 cm in estate con<br />
bivomere, al fine di aumentare la capacità di campo, di migliorare la struttura<br />
del suolo e di favorire l'approfondimento delle radici.<br />
Subito dopo le prime piogge autunnali iniziano le lavorazioni superficiali, in<br />
numero di 4-5, fino al momento dell'impianto della coltura.<br />
Queste lavorazioni servono ad amminutare il terreno, controllare le infestanti<br />
che scalarmente vanno emergendo e, nello stesso tempo, favorire la penetrazione<br />
dell'acqua piovana.<br />
Concimazione<br />
Nell'effettuare la concimazione è opportuno tenere conto del regime di coltivazione<br />
seccagno o irriguo, della natura del suolo e dell'andamento climatico.<br />
Per produrre un quintale di prodotto, il melone d'inverno asporta i seguenti<br />
quantitativi espressi in kg/ha: 0,3N - 0,1 P2O5 e 0,5 K2O .<br />
Nell'ordinarietà, viene effettuata una concimazione in pre-impianto (febbraio)<br />
su tutta la superfìcie con concimi complessi apportando mediamente i seguenti<br />
elementi fertilizzanti espressi in kg/ha: 50 N, 60 P2O5 e 80 K2O in regime asciutto,<br />
mentre in irriguo tali valori sono aumentati di 10 unità fertilizzanti.<br />
Per una produzione in asciutto di 100 q/ha, si consiglia di effettuare una concimazione<br />
in pre-impianto (febbraio) apportando i seguenti elementi fertilizzanti<br />
espressi in kg/ha: 60 N - 100 P2O5 - 100 K2O.<br />
Nelle coltivazioni in irriguo è utile un ulteriore apporto di elementi fertilizzanti<br />
in ragione di 60 N - 80 K2O kg/ha da distribuire in fertirrigazione.<br />
Da considerare che apporti eccessivi di uno o più elementi nutritivi favoriscono<br />
squilibri nutrizionali, eccessiva vigoria che comporta maggiore suscettibilità<br />
alle malattie e peggioramento qualitativo dei frutti.<br />
I concimi fogliari sono consigliabili solo in particolari condizioni di stress o<br />
di microcarenze manifeste.<br />
Pacciamatura<br />
Macchina pacciamatrice Terreno pacciamato Condensa sotto pacciamatura<br />
La pacciamatura viene eseguita impiegando film di polietilene trasparente<br />
largo 1,10-1,20 m e spesso 0,05 mm, steso meccanicamente prima del trapianto<br />
o all'atto del trapianto.
Tale tecnica consente di limitare le perdite di acqua per evaporazione dal<br />
suolo, consentendo una migliore alimentazione idrica della pianta e quindi<br />
minori stress, con vantaggi sia sulla qualità che sulla quantità dei frutti. Inoltre,<br />
le piante presentano ritmi di crescita più intensi rispetto al suolo nudo.<br />
Da esperienze effettuate dalla Sezione Operativa di Paceco, sull'impiegc<br />
della pacciamatura con film di PE trasparente a confronto con film di PE nere<br />
e con il terreno nudo, si è evidenziato che il film di PE trasparente fornisce un<br />
anticipo di maturazione di circa 20-30 giorni rispetto al suolo nudo, consente<br />
di ottenere maggiori rese unitarie e di migliorare la qualità dei frutti.<br />
Il film di PE nero comporta un ritardo del ciclo produttivo, nelle prime fasi<br />
di sviluppo delle piante, quasi annullato in fase di raccolta.<br />
La pacciamatura favorisce lo sviluppo superficiale dell'apparato radicale,<br />
esplorando la parte di suolo più fertile e meglio aerata, preservandolo da eventuali<br />
traumi causati dalle lavorazioni superficiali.<br />
Inoltre, garantisce una migliore riuscita delle semine in quanto mantiene nel<br />
suolo l'umidità necessaria per la germinazione ed emergenza delle plantule.<br />
Naturalmente questa pratica ha un costo non trascurabile per cui è consigliabile<br />
nelle zone che per condizioni pedoclimatiche si prestano alla coltivazione<br />
precoce.<br />
E' indispensabile l'applicazione della raccolta e riciclaggio del materiale<br />
plastico a fine coltura per evitare effetti negativi sull'ambiente.<br />
Macchina per raccolta polietilene Polietilene raccolto con la macchina<br />
Scelta varietale<br />
La scelta della varietà da impiegare deve tenere conto della precocità, il grado<br />
zuccherino, la resistenza dei frutti alle spaccature e la resistenza della pianta<br />
a stress ambientali e alle malattie. Inoltre, è importante considerare la resistenza<br />
ai trasporti, alle manipolazioni e la tenuta in post-raccolta.<br />
E' importante conoscere le caratteristiche varietali al fine di valorizzare le<br />
risorse ambientali, soddisfare le specifiche esigenze aziendali e quindi ricavare<br />
un maggiore utile.
Scelta del seme o delle piantine<br />
II seme impiegato deve essere di sicura provenienza e deve avere una<br />
germinabilità minima del 75 %.<br />
Quando si intende utilizzare seme prodotto nella propria azienda, è opportuno<br />
nella scelta dei frutti, selezionare piante non infestate da parassiti e che<br />
manifestino i caratteri tipici della varietà. Detto seme, prima di essere utilizzato<br />
per la semina, deve essere conciato con carbendazim o altri principi attivi<br />
similari per controllare eventuali presenze di patogeni. Per le varietà ibride<br />
è sconsigliabile utilizzare seme riprodotto in quanto non si ha il mantenimento<br />
delle caratteristiche varietali di partenza.<br />
Piantine provenienti da vivaio Piantina al momento del trapianto<br />
Le piantine con pane di terra devono provenire da vivai autorizzati dall'Osservatorio<br />
Regionale delle Malattie delle Piante e quindi essere provvisti di passaporto<br />
delle piante CEE che garantisce la condizione sanitaria del materiale.<br />
Al momento del trapianto, le piantine devono trovarsi allo stadio di due<br />
foglie vere con la terza appena accennata, in buono stato vegetativo ed in particolare<br />
i cotiledoni non devono presentare sintomi di stress (macchie brunastre,<br />
ingiallimento ecc).<br />
Trapianto o semina<br />
Semina su pacciamatura Coltivazione su terreno nudo
Il melone d'inverno è una coltura da rinnovo a ciclo primaverile estivo che<br />
normalmente, nel nostro territorio, viene avvicendato al grano ritornando sullo<br />
stesso appezzamento dopo 3-4 anni, riducendo così il pericolo di infezioni da<br />
Tracheomicosi.<br />
L'impianto della coltura viene effettuato con semina diretta oppure con trapianto.<br />
Semina diretta su terreno nudo o pacciamato<br />
Tradizionalmente il melone veniva seminato a postarelle, effettuando con la<br />
zappa delle buche in cui si riponevano circa l00g di una miscela di concimi<br />
semplici, su cui si versava dell'acqua e si riponevano 7-8 semi che venivano<br />
ricoperti con un po' di terra, opportunamente pressata per farla aderire al suolo<br />
sottostante e al seme.<br />
Nei primi anni del '90 questa operazione è stata resa più agevole per<br />
l'introduzione di seminatrici meccaniche realizzate da artigiani locali. Queste<br />
macchine distribuiscono contemporaneamente acqua, seme e concime a distanze<br />
preordinate.<br />
Trapianto meccanico Piantine trapiantate meccanicamente<br />
Trapianto in pieno campo su pacciamatura<br />
Alla fine degli anni '80, grazie anche all'azione divulgativa della Sezione<br />
Operativa, che ha introdotto e diffuso la tecnica del trapianto e della pacciamatura<br />
con film di PE trasparente, e all'introduzione delle varietà ibride, la<br />
maggior parte della superficie viene impiantata secondo queste tecniche.<br />
Panoramica di un campo di melone Irrigazione al trapianto
Negli ultimi anni, il trapianto viene effettuato sia manualmente, con l'ausilio<br />
di un attrezzo artigianale, sia meccanicamente con macchina trapiantatrice<br />
o trapianta-pacciamatrice. Contemporaneamente al trapianto viene effettuata<br />
una irrigazione localizzata con 1-2 litri di acqua.<br />
Il trapianto è utile effettuarlo solo su terreno pacciamato in quanto su suolo<br />
nudo è molto rischioso, soprattutto quando si verificano abbassamenti termici<br />
e siccità prolungate.<br />
La pacciamatura, determina un rapido affrancamento delle piantine e una<br />
intensa attività vegetativa che influenza positivamente la precocità, la produttività<br />
complessiva e la qualità dei frutti.<br />
Le varietà ibride vengono impiegate solo con la tecnica del trapianto in<br />
quanto la semina diretta non risulta economicamente valida per l'alto costo del<br />
seme. In conseguenza di ciò, al fine di ridurre il costo d'impianto mantenendo<br />
il vantaggio della pacciamatura, si va diffondendo la tecnica della semina<br />
diretta su terreno pacciamato con film di PE trasparente, riponendo 4-5 semi,<br />
delle varietà standard, a postarella su terreno precedentemente concimato.<br />
Epoca d'impianto<br />
La semina viene effettuata dalla prima decade di aprile alla prima decade di<br />
maggio in funzione dell'andamento climatico e della destinazione commerciale.<br />
E' utile ricordare che per la semina occorre che la temperatura del terreno<br />
si stabilizzi intorno a 14 °C .<br />
Il trapianto viene effettuato dalla prima decade di aprile, nella fascia litoranea,<br />
alla terza decade di maggio nell'entroterra.<br />
Non è opportuno anticipare oltre la prima decade di aprile il trapianto poiché<br />
si potrebbe andare incontro ad arresti di crescita e ritardi di produzione.<br />
Sesto d'impianto<br />
In coltura pacciamata, normalmente viene seguito il sesto di 2,80 m tra le<br />
file e 1 m sulla fila, corrispondente ad una densità di 3.500 piante/ha, sia utilizzando<br />
piantine che seme.<br />
Su terreno nudo, viene adottato un sesto quadro di 2,20 x 2,20 m con semina<br />
manuale e un sesto di 2,80 x 1 m con semina meccanica.<br />
La scelta del sesto, otre che essere dipendente dal sistema d'impianto seguito<br />
deve tenere conto della varietà, della disponibilità di attrezzature, impianti<br />
d'irrigazione e della suscettibilità varietale.<br />
Lavorazioni meccaniche e manuali<br />
Le lavorazioni superficiali del terreno, effettuate durante il ciclo colturale<br />
del melone giallo, assumono particolare importanza in regime asciutto e su<br />
suoli argillosi.
Piantine ottenute da semina meccanica Diradamento<br />
Consistono in ripetute sarchiature, praticate utilizzando idonee sarchiatrici<br />
concepite da artigiani locali, che hanno lo scopo di migliorare l'approvvigionamento<br />
idrico delle piante, riducendo le perdite per evaporazione.<br />
Queste lavorazioni interrompono la risalita capillare ed evitano la formazione<br />
di crepacciature che facilmente si formano nei nostri terreni tendenzialmcntc<br />
argillosi.<br />
Su colture pacciamate in asciutto o con irrigazione di soccorso vengono eseguite<br />
sarchiature nell'interfilarc, a frequenza settimanale, con notevoli vantaggi<br />
quanti qualitativi.<br />
Nelle coltivazioni a semina diretta si rende necessario il diradamento<br />
manuale delle piantine, allo stadio di 2-3 foglie vere, lasciando una o due piante<br />
a postarella a secondo del sesto d'impianto utilizzato.<br />
Irrigazione<br />
Tradizionalmente il melone veniva coltivato in regime asciutto mentre nell'ultimo<br />
decennio si è avuta una progressiva diffusione dell'irrigazione fino ad<br />
arrivare all'attuale 50% circa della superficie coltivata a melone.<br />
L'irrigazione consente di incrementare la produzione sia per un maggior<br />
peso unitario dei frutti che per un maggiore numero di frutti a pianta. Normalmente,<br />
è una pratica che viene associata alla pacciamatura in quanto esalta gli<br />
effetti positivi della stessa, consentendo di ottenere frutti di maggiore pezzatura<br />
e con un più alto contenuto zuccherino.<br />
Il numero di interventi irrigui varia con l'andamento climatico e con la<br />
disponibilità idrica, con un apporto complessivo massimo di 800 mVha.<br />
I consumi irrigui più elevati si verificano nel periodo fioritura ingrossamento<br />
dei frutti. Nella maggior parte dei casi si effettua una irrigazione di soccorso<br />
consistente in 1 -2 interventi irrigui, nelle prime fasi di crescita dei peponidi<br />
(frutto con dimensione di una noce o di una arancia).<br />
Questo tipo d'irrigazione moderata, consente di ottenere un incremento produttivo<br />
e di migliorare la qualità dei frutti, senza compromettere la loro conservabilità.
Il sistema irriguo più diffuso è la microirrigazione con manichetta autocompensante<br />
posta sotto il film di polietilene o con manichetta forata, posta nell'interfila<br />
nel caso di coltura su terreno nudo.<br />
Questo metodo irriguo consente un rapido accrescimento, maggiore precocità<br />
e produzione rispetto altri sistemi irrigui.<br />
Una parte della superficie melonicola è condotta in regime irriguo continuo,<br />
su terreno pacciamato, sospendendo gli adacquamenti all'inizio dell'invaiatura,<br />
con un apporto complessivo di acqua di circa 2000 mVha. Questo tipo<br />
d'irrigazione, consente di aumentare considerevolmente la produttività, raggiungendo<br />
produzioni di 300-350 q/ha, da immettere subito sul mercato.<br />
Irrigazione con manichetta forata Irrigazione con manichetta autocompensante<br />
Eccessivi apporti idrici favoriscono l'insorgere di malattie come le Fusariosi<br />
e comportano spaccatura dei frutti, minor contenuto zuccherino e scarsa<br />
conservabilità.<br />
DIFESA FITOSANITARIA<br />
La difesa fitosanitaria è rivolta principalmente a contenere lo sviluppo dell'oidio<br />
che rappresenta la crittogama più temibile. Normalmente, trattamenti<br />
preventivi a base di zolfo sono sufficienti a controllare questa crittogama,<br />
mentre altre volte, soprattutto con varietà sensibili, si fa ricorso a principi attivi<br />
sistemici.<br />
Gli afidi e il ragnetto rosso rappresentano i litofagi chiave. Per il loro controllo<br />
si ricorre alla lotta guidata intervenendo con formulati specifici solo al<br />
superamento della soglia d'intervento.<br />
Il ricorso alla lotta biologica è attualmente poco diffuso, tuttavia esistono<br />
alcuni esempi incoraggianti che fanno sperare in una possibile maggiore applicazione<br />
in futuro.<br />
In generale, nel territorio della SOAT di Paceco, con il sistema di coltivazione<br />
di pieno campo e con qualche irrigazione di soccorso, é possibile ottenere<br />
un prodotto di buone carattestiche igenico-sanitarie, in quanto normal-
mente vengono impiegati modesti apporti di fertilizzanti e sono sufficenti<br />
pochi trattamenti chimici di cui alcuni con zolfo.<br />
CRITTOGAME<br />
Tracheofusariosi<br />
Le Tracheomicosi sono i parassiti fungini più pericolosi in quanto è molto<br />
difficile attuarne la lotta, principalmente in colture da pieno campo.<br />
Lo sviluppo delle infezioni è favorito da temperature di 20-25°C.<br />
La malattia si manifesta con ingiallimento delle foglie che si estende progressivamente<br />
all'intera pianta o con improvvisi appassimenti che procedono<br />
dal basso verso la parte alta della pianta, mentre sul fusto di norma compaiono<br />
essudati gommosi di colore rosso arancio caratteristici della malattia.<br />
Pianta affetta da Tracheofusariosi Fratto di pianta con sintomi di Tracheofusariosi<br />
II fungo si conserva per diversi anni nel terreno, infetta le piante penetrando<br />
attraverso lesioni delle radici causate da lavorazioni, nematodi, diradamento<br />
e si localizza sui vasi legnosi che in sezione appaiono imbruniti.<br />
Contro questo parassita può essere attuata una lotta di tipo preventivo attraverso<br />
una serie di interventi agronomici quali: utilizzo di varietà resistenti, evitare<br />
la coltivazione nei terreni infetti per 10 e più anni, evitare lesioni al colletto<br />
e alle radici, utilizzare seme conciato, non utilizzare semi provenienti da<br />
campi infetti, evitare ristagni idrici, estirpare e bruciare le piante infette ed infine<br />
preferire il trapianto alla semina.<br />
Tracheoverticillosi<br />
E' una malattia che si manifesta in genere dopo la fioritura con sintomi molto<br />
simili alle Fusariosi e da questa si differenzia per l'assenza di essudati gommosi.<br />
Il fungo ha un comportamento simile alle Tracheofusariosi per cui per la lotta<br />
si fa riferimento alle misure di prevenzione indicate per quest'ultima.
Pianta con sintomi di Verticillosi<br />
Oidio<br />
Rappresenta la principale avversità crittogamica del melone nel nostro territorio.<br />
I parametri ottimali per lo sviluppo del fungo sono il 70% di umidità relativa<br />
e 26°C di temperatura, mentre viene ostacolato da temperature superiori ai<br />
35°C.<br />
Si manifesta su foglie più vecchie, ricoprendo inizialmente la pagina inferiore<br />
con macchie farinose con conseguente ingiallimento e necrosi dei tessuti<br />
fogliari.<br />
Tipico attacco di Oidio Pianta con sintomi di Oidio<br />
Gli interventi antioidici vanno eseguiti alla comparsa dei primi sintomi e<br />
vanno normalmente ripetuti, in quanto facilmente si verificano le condizioni<br />
ottimali per lo sviluppo del fungo.
È opportuno effettuare trattamenti preventivi con zolfo polverulento, distribuito<br />
uniformente su tutta la superficie fogliare, utilizzando bassi quantitativi<br />
(20-25 kg/ha) per evitare effetti fitotossici.<br />
I prodotti chimici sistemici, riportati in tabella, devono essere impiegati<br />
alternati allo zolfo in polvere e non vanno effettuati più di 2-3 interventi all'anno.<br />
Contro questa avversità esistono varietà resistenti.<br />
INSETTI<br />
Afidi<br />
L'afide che interessa il melone è YAphys gossipy di colore giallastro, talvolta<br />
verde scuro.<br />
La comparsa delle forme alate migranti si ha in primavera, con l'aumentare<br />
delle temperature, per poi proseguire per tutto il ciclo della coltura.<br />
Si moltiplicano velocemente formando colonie che si insediano sui germogli,<br />
sui fiori, sui giovani frutti e sulla pagina inferiore delle foglie.<br />
Le piante colpite, per effetto delle punture, crescono stentatamente per la<br />
sottrazione di linfa, le foglie si accartocciano e si ricoprono di un abbondante<br />
melata su cui si sviluppa la fumaggine.<br />
I fiori sono soggetti alla colatura, i giovani frutti arrestano il loro sviluppo e<br />
maturano irregolarmente.<br />
Danni da Afidi Afidi su frutto Coccinella septempunctata<br />
Oltre ai danni diretti, è particolarmente dannoso poiché vettore di virus.<br />
Nella maggior parte dei casi, vengono attaccate inizialmente alcune piante<br />
isolate che rappresentano la fonte principale di inoculo.<br />
Per contenere gli attacchi di afidi è necessario seguire alcune pratiche agronomiche<br />
come moderare le concimazioni azotate e distruggere le piante attaccate<br />
all'inizio dell'infestazione.<br />
Gli interventi chimici dovranno essere effettuati al superamento della soglia<br />
d'intervento che corrisponde al 10-15% di piante infeste, prima che le foglie<br />
siano accartocciate.
Livelli inferiori di infestazioni vengono controllati dai predatori presenti in<br />
natura come: larve e adulti di Coccinellidi, larve di Crisopae {Chrysoperla carnea),<br />
Sifidi e da Imenotteri afididi.<br />
Tra gli aficidi impiegabili su melone occorre preferire quelli selettivi per<br />
l'entomofauna utile.<br />
Aleurodidi o Mosca Bianca<br />
Sono piccoli insetti di circa lmm di lunghezza ricoperti di pruina bianca.<br />
Compiono numerosi generazioni, variabili in funzione delle condizioni<br />
ambientali.<br />
Il ciclo di sviluppo dall'uovo all'adulto, con temperatura di 30°C, dura<br />
mediamente tre settimane.<br />
L'insetto, nei vari stadi di sviluppo, vive sulla pagina inferiore delle foglie,<br />
e gli adulti si alzano in volo appena disturbati.<br />
Il danno è provocato dalla sottrazione della linfa e dalla produzione di<br />
abbondante melata, che imbratta i frutti e la vegetazione, e in presenza di umidità<br />
favorisce lo sviluppo di fumaggine.<br />
Le piante colpite hanno segni di sofferenza per riduzione dell'attività fotosintetica<br />
e diventano clorotiche. I frutti imbrattati di melata subiscono un danno<br />
estetico.<br />
La lotta chimica è difficoltosa per la rapidità di moltiplicazione e la presenza<br />
contemporanea di stadi diversi di sviluppo, si consiglia intervenire con<br />
insetticidi indicati in tabella.<br />
Larva di Chrysoperla carnea Larva di elateridi su pianta giovane<br />
Insetti terricoli: Elateridi e Opatrini<br />
Gli Elateridi Sono insetti fitofagi i cui adulti misurano 6-10 mm di lunghezza,<br />
di colore bruno e con addome appuntito, frequentano preferibilmente<br />
i fiori delle Ombrellifere e se disturbati si lasciano cadere a dorso in basso,<br />
rimanendo per breve tempo immobili per poi rialzarsi di scatto.<br />
Le larve lunghe circa 1,5 cm di lunghezza, di colore giallo arancio vivono<br />
nel terreno dove danneggiano le radici e il colletto, soprattutto delle giovani<br />
piante.
Contro questi insetti, bisogna attuare una lotta chimica con geodisinfestanti<br />
localizzati, distribuiti alla semina o subito dopo il trapianto.<br />
Il melone viene attaccato da altri insetti terricoli del tipo Opatrini per i quali<br />
si consiglia, in caso di semina diretta, la distribuzione, subito dopo l'emergenza,<br />
di esche granulari pronte all'uso o con esche a base di crusca avvelenate<br />
con Metiocarb.<br />
ACARI<br />
Ragnetto Rosso<br />
E' un acaro molto polifago, capace di arrecare notevoli danni alla coltura<br />
del melone, principalmente dalla fase di ingrossamento frutti alla maturazione<br />
e in condizioni di clima caldo secco.<br />
Sverna allo stato di femmina fecondata,<br />
fra i residui vegetali disseccati delle<br />
piante infestate e depone le uova, di<br />
forma sferica e di colore bianco traslucido<br />
e giallastro tendente al rosa, dopo<br />
qualche tempo dalla deposizione.<br />
Ogni femmina depone circa 60 uova<br />
e vive circa 30 giorni.<br />
La temperatura ottimale per il suo<br />
sviluppo è di 30-32°C. Con questa temperatura completa il suo ciclo in una settimana<br />
circa.<br />
Dalle uova fuoriescono le larve che dopo alcuni giorni si trasformano in<br />
adulti di forma ovale, lunghi circa 0,5 mm, di colore rosso più o meno scuro<br />
a seconda dello stadio di sviluppo, visibili ad occhio nudo o meglio con una<br />
lente d'ingrandimento.<br />
L'infestazione, all'inizio si verifica sulle foglie basali e interessa la pagina<br />
inferiore delle foglie, successivamente interessa l'intera pianta causando le<br />
tipiche colorazioni bronzeo-argentee sulla pagina superiore.<br />
Inizialmente, le punteggiature gialle che poi imbruniscono, causano decolorazioni<br />
e ingiallimento delle foglie che si ricoprono di ragnatele.<br />
La lotta contro questo acaro é piuttosto difficoltosa per la capacità di compiere<br />
numerose generazioni e quindi di sviluppare rapidamente ceppi resistenti<br />
ai prodotti acaricidi.<br />
Per ridurre l'insorgere della resistenza è utile alternare principi attivi diver<br />
si come indicato in tabella, preferendo acaricidi selettivi per l'entomofauna utile,<br />
avendo cura di associare un prodotto ad azione adulticida con uno ad azione<br />
ovicida.<br />
Nel nostro ambiente è presente l'acaro predatore Phytoseiulus persimilis
che, nelle colture non sottoposte a trattamenti insetticidi, può frenare le infestazioni<br />
di ragnetto rosso. Altri predatori attivi sono il Coleottero Stethorus<br />
punctillum, il Rincote Antocorìde Orius laevigatus, predatore anche di tripidi<br />
e il Neurottero Chrysoperla carnea.<br />
Si ricorda che i fungicidi tradizionali come lo zolfo bagnabile e i prodotti<br />
rameici hanno minore impatto sul fitoseide.<br />
VIROSI<br />
I danni da virus sono occasionalmente presenti nel territorio della SOAT e solo<br />
negli ultimi anni hanno raggiunto, in alcune aziende, dimensione economica.<br />
I virus riscontrati, con accertamento diagnostico effettuato dall'Istituto Sperimentale<br />
di Patologia Vegetale di Roma, sono rappresentati dal virus 2 del<br />
Mosaico del cocomero (WMV-2) e il virus del Mosaico del cetriolo (CMV).<br />
Le piante manifestano apici vegetativi con foglie leggermente deformate,<br />
lembo fogliare con presenza di mosaicatura (alternarsi di chiazze di colore<br />
giallo verde o verde chiaro con altre di tinta verde intensa) e bollosità, frutti di<br />
colore giallo chiaro con chiazze giallo più intenso sparse su tutta la superficie<br />
o talvolta concentrate nella parte in cui poggiano.<br />
Pianta virosata (WMV-2 e CMV) Frutti virosati (WMV-2 e CMV)<br />
Questi virus vengono trasmessi dagli afidi (Aphis gossypii e Myzus persicae)<br />
i quali trasferiscono il virus dalle piante infette alle piante sane.<br />
Non esistono fitofarmaci in grado di curare le malattie virali, ma solo misure<br />
atte a prevenire le infezioni.<br />
Le misure di prevenzione consistono in interventi per ridurre la presenza di<br />
afidi e l'eliminazione di piante infestanti ospiti.
Avversità Modalità d'intervento Principi<br />
attivi<br />
CRITTOGAME<br />
Tracheofusariosi<br />
(Fusarium oxysporum f.s.<br />
melonis r. 0 e 1)<br />
Oidio<br />
(Erysiphe cicoracearum ed<br />
altri)<br />
Peronospora<br />
(Pseudoperonospora<br />
cubensis)<br />
INSETTI<br />
Afidi<br />
(Aphis gossypii; Myzus sp.;<br />
Macrosiphon sp.)<br />
Mosca bianca<br />
(Trialeurodes vaporariorum<br />
e Bemisia tubaci)<br />
• Utilizzare varietà resistenti<br />
• Attuare le rotazioni<br />
• Distruggere le piante ammalate e i<br />
residui della coltura precedente<br />
• Evitare ristagni idrici<br />
• Preterire il trapianto alla semina<br />
• Non utilizzare semi provenienti da<br />
campi inietti<br />
• Utilizzare seme conciato<br />
• Al manifestarsi dei sintomi ad<br />
esclusione dello zolfo che deve essere<br />
usato preventivamente<br />
• Al comparire dei primi sintomi in<br />
annate particolarmente piovose<br />
Interventi agronomici<br />
• Moderare le concimazioni azotate<br />
sia al terreno che per via fogliare<br />
• All'inizio dell'infestazione distruggere<br />
le piante attaccate<br />
• Mantenere le piante spontanee ai<br />
bordi degli appezzamenti per favorire<br />
lo sviluppo dei nemici naturali<br />
• La pacciamatura con film plastico<br />
trasparente riduce le infestazioni<br />
di afidi<br />
Interventi chimici<br />
• Intervenire alla presenza del 10-<br />
15% di piante infestate, prima che<br />
le foglie siano accartocciate<br />
• In caso di infestazioni localizzate<br />
trattare solo le piante attaccate<br />
• Infestazione diffusa e insufficienza<br />
di nemici naturali<br />
Carhendazim*<br />
Zolfo<br />
Penconazolo<br />
Miclobulanil<br />
Bupirimade<br />
Esaconazolo<br />
Fenarimol<br />
Rameici<br />
Clortalonil<br />
Propamocarb<br />
Oxadixil*<br />
Cimoxanil*<br />
Fosetilalluminio*<br />
Melhomil<br />
Fluvalinale'"<br />
Imidacloprid*<br />
Pymetrazine<br />
Pirclrine natur.<br />
Pirctrinc natur.<br />
Buprolezin<br />
Elofcnprox<br />
Pymclrazine<br />
Tempo<br />
sicurezza<br />
Per la concia<br />
5<br />
14<br />
15<br />
21<br />
7<br />
7<br />
20<br />
14<br />
20<br />
20<br />
10<br />
15<br />
10<br />
7<br />
17<br />
3<br />
2<br />
2<br />
Note<br />
*Da adoperare<br />
esclusivamente<br />
per la concia<br />
del seme<br />
Preferire zolfo<br />
in polvere e<br />
alternarlo ai<br />
p.a. sistemici.<br />
*da impiegare<br />
in miscela con<br />
il rame.<br />
1 ' 'Prodotto tossico<br />
per predatori<br />
e paras-<br />
siti.<br />
*1 solo tratt.<br />
all'anno
INSETTI TERRICOLI<br />
Opatrini<br />
(Gonocephalum pusillum e<br />
altre spp.)<br />
Elateridi<br />
ACARI<br />
Ragnetto Rosso<br />
(Tetranychus urtiate)<br />
VIROSI<br />
(CM V,ZYMV, WMV-2)<br />
• Distribuire dopo l'emergenza esca<br />
avvelenata<br />
Solo in caso di accertata presenza<br />
Interventi chimici<br />
• Alla comparsa di decolorazioni<br />
fogliari<br />
• Per tutte le virosi trasmesse da afidi<br />
in modo non persistente (virus<br />
del mosaico del cetriolo CMV, virus<br />
del mosaico giallo dello zucchino<br />
ZYMV, virus 2 de! mosaico<br />
del cocomero WMV-2) valgono le<br />
stesse considerazioni generali di<br />
prevenzione dagli afidi. Per il trapianto<br />
è importante usare piantine<br />
ottenute in semenzali prodotti in<br />
vivai con sicura protezione dagli<br />
afidi<br />
Raccolta e commercializzazione<br />
Esche* granulari<br />
pronte<br />
all'uso avvelenate<br />
con Metiocarb<br />
Teflutrin<br />
Exitiazox*<br />
Fenazaquin<br />
Tebufenpirad<br />
Abamectina<br />
7<br />
7<br />
7 7<br />
*Esche da preparare<br />
con crusca,<br />
Metomil,<br />
olio, acqua,<br />
zucchero<br />
Geodisinfestante<br />
*può essere<br />
impiegato anche<br />
in presenza<br />
di ausiliari<br />
II melone d'inverno presenta un accumulo degli zuccheri molto precoce per<br />
cui può essere raccolto anche 10-15 giorni prima della completa maturazione.<br />
La raccolta è scalare ed avviene manualmente quando i frutti hanno raggiunto<br />
la giusta maturazione commerciale, cioè al raggiungimento dei 12° Brix.<br />
Il taglio dei frutti è consigliabile effettuarlo al mattino presto (temperature<br />
più basse) per avere maggiore conservabilità e resistenza alle ammaccature.<br />
I frutti destinati alla conservazione devono essere raccolti 10-20 giorni prima<br />
della completa maturazione.<br />
L'epoca di raccolta è compresa fra la prima decade di luglio e la prima<br />
decade di settembre in funzione dell'epoca e del tipo d'impianto (semina, trapianto,<br />
pacciamato o terreno nudo), della scelta varietale, dell'andamento climatico<br />
e delle tecniche colturali.<br />
Le rese produttive variano in relazione al regime di coltivazione: da 100-<br />
150 q/ha in asciutto a 300-350 q/ha in irriguo.<br />
La commercializzazione del prodotto viene per buona parte effettuata tramite<br />
mediatori locali a commercianti, per la maggior parte campani e pugliesi,<br />
in grado di imporre le proprie condizioni di mercato a un'offerta estremamente<br />
frammentata.
Per la valorizzazione del melone d'inverno è stato costituito nel 1995 il<br />
Consorzio "Nuara", al fine di valorizzare un prodotto tipico delle province della<br />
Sicilia Occidentale, che presenta una accertata superiorità qualitativa.<br />
Nel territorio, sono presenti due strutture di commercializzazione di cui il<br />
Consorzio Sikus, con sede a Trapani, e l'Orto di Gjafar, struttura privata con<br />
sede a Paceco. Dette strutture, entrambe fornite d'impianto di calibratura e<br />
confezionamento, commercializzano allo stato attuale solo melone d'inverno.<br />
I principali mercati ortofrutticoli nazionali in cui viene commercializzato il<br />
prodotto ricadono nell'Italia del Sud mentre una scarsa quantità arriva sui mercati<br />
del Nord e alla grande distribuzione organizzata.<br />
Macchina per la calibratura Meloni confezionati<br />
Molti melonicoitori del territorio per la vendita del prodotto fanno riferimento<br />
alle strutture di commercializzazione, sia cooperative che private, presenti<br />
nel marsalese.<br />
Per quanto riguarda le attività di promozione del prodotto, il melone d'inverno<br />
è stato per diversi anni oggetto di campagne promozionali condotte dalla<br />
Sezione Operativa di Paceco, in collaborazione con il Servizio Marketing<br />
dell'Assessorato Agricoltura e Foreste. Dette iniziative hanno permesso di far<br />
conoscere il melone d'inverno ai consumatori delle principali città del Nord<br />
Italia.<br />
Al fine di valorizzare la produzione del melone d'inverno della Sicilia Occidentale,<br />
attualmente è in corso un iter per l'ottenimento dell'Indicazione Geografica<br />
Protetta (Reg. CEE n° 2081/92) a cui ha partecipato la Sezione Operativa<br />
di Paceco, insieme ad altre Sezioni Operative di assistenza tecnica della<br />
Sicilia Occidentale, interessate alla coltivazione del melone d'inverno.<br />
L'ottenimento di un marchio di qualità, le favorevoli condizioni pedoclimatiche<br />
insieme alla competenza tecnica raggiunta dagli orticoltori e a idonee<br />
forme di commercializzazione potranno consentire in futuro una espansione<br />
della coltura e un' aumento della sua redditività.
COSTO DI PRODUZIONE<br />
Si riportano di seguito i costi di produzione di un ettaro di melone giallo in<br />
coltura pacciamata e su terreno nudo.<br />
Costo di produzione di 1 ha di melone giallo pacciamato in asciutto.<br />
Voci di spesa<br />
Preparazione del terreno<br />
Aratura profonda cm. 40<br />
Amminutamento terreno<br />
Concimazione<br />
Concime complesso<br />
Distribuzione.<br />
Pacciamatura<br />
Film di RE. trasparente min 0.05<br />
Stesura meccanica<br />
Trapianto manuale<br />
Piantine<br />
Manodopera per trapianto<br />
Irrigazione localizzata al trapianto<br />
Acqua<br />
Sarchiatura<br />
Trattamenti antiparassitari<br />
Antiparassitari<br />
Distribuzione<br />
Raccolta<br />
Raccolta polietilene<br />
Trasporto polietilene<br />
Canone di affitto<br />
Mediazione<br />
Spese generali e interessi sul<br />
capitale di anticipazione<br />
COSTO TOTALE<br />
PRODUZIONE MEDIA (q/ha)<br />
COSTO UNITARIO (£/kg)<br />
Impieghi<br />
ore 6<br />
ore 3<br />
q v<br />
ore 1<br />
kg 220<br />
ore 2<br />
n. 4.000<br />
ore 56<br />
ore 8<br />
1 litro/pianta<br />
ore 5<br />
ore 4<br />
ore 25<br />
ore 8<br />
150<br />
394<br />
Costì unitari<br />
(lire)<br />
40.000<br />
40.000<br />
54.000<br />
40.000<br />
2.800<br />
40.000<br />
300<br />
7.500<br />
7.500<br />
40.000<br />
40.000<br />
7.500<br />
7.500<br />
5% dei costi<br />
sopraelencati<br />
Costo Totale<br />
(lire)<br />
240.000<br />
120.000<br />
378.000<br />
40.000<br />
616.000<br />
80.000<br />
1.200.000<br />
420.000<br />
60.000<br />
50.000<br />
200.000<br />
600.000<br />
160.000<br />
187.500<br />
60.000<br />
100.000<br />
750.000<br />
375.000<br />
281.825<br />
5.918.325
Costo di produzione di 1 ha di melone giallo non pacciamato<br />
Voci di spesa<br />
Preparazione del terreno<br />
Aratura profonda cm. 40<br />
Amminutamento terreno<br />
Concimazione<br />
Concime complesso<br />
Distribuzione<br />
Semina<br />
Seme<br />
Semina meccanica*<br />
Concime complesso alla semina<br />
Acqua per irrigazione alla semina<br />
Sarchiatura<br />
Trattamenti Antiparassitari<br />
Antiparassitari<br />
Distribuzione<br />
Raccolta<br />
Canone di affitto<br />
Mediazione<br />
Spese generali e interessi sul<br />
capitale di anticipazione<br />
COSTO TOTALE<br />
PRODUZIONE MEDIA (q/ha)<br />
COSTO UNITARIO MEDIO (£/kg)<br />
Impieghi<br />
ore 6<br />
ore 3<br />
q 2,5<br />
ore 1<br />
kg. 1,5<br />
Ore 3<br />
q 3<br />
Ore 8<br />
ore 2<br />
ore 15<br />
100<br />
312<br />
Costì unitati<br />
(lire)<br />
40.000<br />
40.000<br />
54.000<br />
40.000<br />
50.000<br />
80.000<br />
54.000<br />
40.000<br />
40.000<br />
7.500<br />
5% dei costi<br />
sopraelencati<br />
*La macchina seminatrice distribuisce contemporaneamente concime, seme e acqua<br />
Costo Totale<br />
(lire)<br />
240.000<br />
120.000<br />
135.000<br />
40.000<br />
75.000<br />
337.500<br />
162.000<br />
50.000<br />
320.000<br />
300.000<br />
80.000<br />
112.500<br />
750.000<br />
250.000<br />
148.600<br />
3.120.600<br />
Mediamente, il costo di produzione per un ettaro di melone pacciamato con<br />
trapianto manuale è quasi doppio rispetto ad un ettaro di coltura su terreno<br />
nudo e con semina, mentre il costo unitario medio differisce, tra il primo e<br />
secondo metodo, del 26%.
PROVE DIMOSTRATIVE<br />
Panoramica di un campo dimostrativo di confronto varietale<br />
La Sezione Operativa n. 83 di Paceco, da diversi anni, ha effettuato prove<br />
dimostrative di tecnica colturale e confronto varietale di melone giallo.<br />
Si riportano di seguito i risultati dell'ultimo triennio di prove.<br />
L'attività dimostrativa ha perseguito l'obiettivo di verificare l'adattabilità di<br />
nuove cultivar al contesto pedoclimatico locale.<br />
Le prove sono state condotte in coltura pacciamata con polietilene trasparente<br />
e per gli anni 1997 e 98 utilizzando polietilene nero a confronto con<br />
polietilene trasparente per verificare l'influenza del colore sulla durata del<br />
ciclo.<br />
L'impianto è stato eseguito utilizzando piantine con pane di terra, provenienti<br />
da vivaio, impiegando varietà ibride F1 diffuse sul territorio o di nuova<br />
introduzione.<br />
Di seguito, si riportano in tabella le caratteristiche delle aziende oggetto di<br />
prova, le operazioni colturali seguite e le principali caratteristiche delle varietà<br />
nei tre anni di prova.
CARATTERISTICHE DELLE AZIENDE OGGETTO DI PROVA<br />
ANNI DI PROVA<br />
COMUNE<br />
CONTRADA<br />
AZIENDA<br />
ALTITUDINE (m s.l.m.)<br />
GIACITURA<br />
SUPERFICIE (ha)<br />
NATURA DEL TERRENO<br />
PRECESSIONE COLTURALE<br />
REGIME<br />
ANNI DI PROVA<br />
ARATURA ESTIVA (n.)<br />
LAVORI PREPARAI, (n.)<br />
CONCIMAZ.<br />
(U.F.)<br />
PACCIAMATURA<br />
SESTO (m)<br />
TRAPIANTO<br />
Fondo<br />
Fertirrig.<br />
Fogliare<br />
GEODISINFESTAZIONE.<br />
SARCHIATURA (n.)<br />
IRRIGAZIONE (n.)<br />
VOLUME<br />
DI ADACQUAMENTO<br />
Totale<br />
n.interventi<br />
DIFESA<br />
RACCOLTA **<br />
Principi<br />
Attivi<br />
*mi scela<br />
N<br />
70<br />
1996-97<br />
Trapani<br />
Mendola<br />
Tranchida<br />
80<br />
Pianeggiante<br />
1<br />
Medio impasto<br />
tendente all'argilloso<br />
Grano<br />
Asciutto con una<br />
irrigazione di soccorso<br />
1997-98<br />
Trapani<br />
Canalotti<br />
Mangiarotti<br />
160<br />
Leggero pendio<br />
1<br />
Medio impasto<br />
tendente all'argilloso<br />
Grano<br />
Irriguo<br />
OPERAZIONI COLTURALI ESEGUITE<br />
1996-97<br />
P;O,<br />
70<br />
1<br />
3<br />
K2O<br />
70<br />
-<br />
M.O.<br />
200<br />
Macro e microelementi +<br />
amminoacidi<br />
PE nero e PE trasparente<br />
1.50x2.50<br />
12 Maggio<br />
a postarella<br />
4<br />
1<br />
con irrigatore semovente<br />
400 m 3<br />
4<br />
Dinocap+Myclobutanil*<br />
Bupirimade<br />
Dicofol+Tetradifon*<br />
Tebunfenpyrad<br />
l a dee. di agosto<br />
N<br />
60<br />
40<br />
1997-98<br />
1<br />
5<br />
P?O, K2O<br />
60 85<br />
5<br />
51<br />
S.O.<br />
500<br />
75 Kg Nitrato di Ca<br />
30 Kg Nitrato di Mg<br />
Ac.umici+ ac ortofosf.<br />
Integratori a base di<br />
biostimolanti<br />
PE nero e PE trasparente<br />
1x2.80<br />
9-10 Maggio<br />
a fila<br />
3<br />
4<br />
con manichetta<br />
autocompensante<br />
1.300 m 3<br />
3<br />
Eptenophos<br />
Abamectina<br />
Imidacloprid<br />
1 Zolfo (solo su Helios)<br />
3 a dee. di luglio<br />
* Miscela<br />
**II PE nero ha ritardato la raccolta di una settimana rispetto al PE trasparente.<br />
-<br />
1998-99<br />
Trapani<br />
Bordino<br />
Isca<br />
95<br />
Pianeggiante<br />
1<br />
Medio impasto<br />
tendente all'argilloso<br />
Grano<br />
Asciutto con due<br />
irrigazioni di soccorso<br />
N<br />
60<br />
1998-99<br />
1<br />
7<br />
P2O,<br />
60<br />
K2O<br />
85<br />
Integratori a base di<br />
biostimolanti<br />
PE trasparente<br />
1x2.80<br />
6-7 Maggio<br />
a postarella.<br />
3<br />
2<br />
con manichetta forata<br />
700 m 3<br />
4<br />
Methomyl+ Phoset. Al<br />
Zolfo<br />
Zolfo<br />
Dicofol+Tetradifon*+<br />
Methomyl<br />
3* dee. di luglio
CARATTERISTICHE DELLE VARIETÀ' OGGETTO DELLE PROVE<br />
Anno 1996-97<br />
Varietà<br />
Dorai<br />
Utopia<br />
Helios<br />
Indalico<br />
Biga<br />
Mesol<br />
PROVA DIMOSTRATIVA - AZ. TRANCHIDA, C/DA MENDOLA<br />
Coltivazione in asciutto con una irrigazione dì soccorso<br />
Anno 1997-98<br />
Ciclo*<br />
78<br />
85<br />
85<br />
76<br />
63<br />
70<br />
Lunghezza<br />
cm<br />
21,3<br />
24<br />
20,5<br />
26,5<br />
22<br />
24,8<br />
Diametro<br />
cm<br />
18,5<br />
20<br />
18,5<br />
19<br />
19,7<br />
18,1<br />
Peso medio<br />
kg<br />
3,3<br />
4<br />
3,3<br />
4,4<br />
3,3<br />
3,8<br />
- TRAPANI<br />
Media di<br />
frutti<br />
a pianta<br />
PROVA DIMOSTRATIVA - AZ. MANGIAROTTI, C/DA CANALOTTI - TRAPANI<br />
Coltivazione in irriguo<br />
Varietà<br />
Dorai<br />
Amarillo n.7<br />
Helios<br />
Indalico<br />
Biga<br />
Ktion<br />
(ex My 257),<br />
Marzio<br />
(ex My 260)<br />
Anno 1998-99<br />
Varietà<br />
Dorai<br />
Helios<br />
Incas<br />
Rugoso di<br />
Cosenza<br />
Amarillo n.7<br />
ISI010<br />
Ciclo*<br />
90<br />
105<br />
85<br />
76<br />
63<br />
95<br />
80<br />
Lunghezza<br />
cm<br />
32<br />
35,6<br />
20,5<br />
26,5<br />
22<br />
26,3<br />
30<br />
Diametro<br />
cm<br />
18,2<br />
19,7<br />
18,5<br />
19<br />
19,7<br />
13,4<br />
15,2<br />
Peso medio<br />
kg<br />
3,5<br />
4,9<br />
3,3<br />
4,4<br />
3,3<br />
1,9<br />
2,6<br />
2<br />
2,5<br />
1,5<br />
2<br />
2<br />
2<br />
Media di<br />
frutti<br />
a pianta<br />
4,5<br />
2,5<br />
1,5<br />
2<br />
2<br />
PROVA DIMOSTRATIVA - AZ. ISCA, C/DA BORDINO - TRAPANI<br />
Coltivazione in asciutto con una irrigazione di soccorso<br />
Ciclo*<br />
78<br />
85<br />
70<br />
100<br />
100<br />
78<br />
Lunghezza<br />
cm<br />
23<br />
20<br />
21<br />
29<br />
24<br />
24,5<br />
* Giorni dal trapianto all'inizio della raccolta<br />
Diametro<br />
cm<br />
18<br />
17<br />
16<br />
16,5<br />
16,7<br />
18,7<br />
Peso medio<br />
kg<br />
3,5<br />
2,7<br />
2,9<br />
3,1<br />
3,1<br />
3,4<br />
5<br />
5<br />
Media di<br />
frutti<br />
a pianta<br />
3,5<br />
4<br />
3,5<br />
3,5<br />
3,5<br />
4,5<br />
Zucchero<br />
%<br />
11,9<br />
12,7<br />
11,9<br />
13,5<br />
14<br />
12,2<br />
Zucchero<br />
%<br />
12<br />
11<br />
11,9<br />
13,5<br />
14<br />
12<br />
13<br />
Zucchero<br />
%<br />
12,2<br />
13,3<br />
12,3<br />
12,1<br />
12,9<br />
12,2
RISULTATI<br />
Anno 1996-97<br />
Sono state messe a confronto le cultivar Helios, Dorai, Biga, Indalico, Mesol<br />
e Utopia. I risultati del confronto varietale evidenziano una spiccata precocità<br />
delle cv. Biga, Mesol e Indalico (inizio raccolta dopo la prima decade di luglio).<br />
Tali varietà hanno fatto rilevare buona produttività e resistenza all'oidio. Le<br />
cultivar Biga e Mesol sono adatte per il pronto consumo mentre la cv. Indalico<br />
ha buona conservabilità.<br />
In ordine all'epoca di maturazione, sono seguite alle prime, le cultivar<br />
Dorai, Helios ed Utopia (prima decade di agosto).<br />
E' stata ottenuta una produzione complessiva di 160 q/ha.<br />
Le cultivar più produttive si sono dimostrate Indalico e Utopia rispettivamente<br />
con 8,8 e 10 kg/pianta e con frutti di grossa pezzatura.<br />
La cv. Helios si è dimostrata sensibile all'oidio rispetto alle altre cultivar ma<br />
conserva la sua validità per caratteristiche organolettiche e per conservabilità.<br />
Per quanto riguarda l'influenza della pacciamatura in funzione del colore<br />
del film di PE, si è osservato che le piante pacciamate con PE nero mostravano<br />
un ritardo del ciclo produttivo di circa una settimana rispetto al PE trasparente,<br />
fin dall'inizio dell'impianto.<br />
Anno 1997-98<br />
La prova dimostrativa è stata condotta in regime irriguo.<br />
Sono state messe a confronto le cultivar Helios, Dorai, Amarillo n.7, Biga,<br />
Indalico, My 260 e My 257. Le cultivar provate l'anno precedente hanno confermato<br />
le loro caratteristiche aumentando il numero di frutti per pianta, rispetto<br />
al primo anno, per l'influenza dell'irrigazione.<br />
La cv. My 260 ha una produttività scalare di 5 frutti a pianta con una pezzatura<br />
media di 2,6 kg.<br />
La cv. My 257, con caratteristiche molto simili alla precedente, risultava<br />
rispetto a questa più tardiva, meno resistente all'oidio e meno produttiva. La<br />
produzione è scalare e di buona conservabilità.<br />
La cv. Amarillo n.7 ha una buona produttività, ha prodotto frutti più grossi<br />
(4,9 kg) rispetto alle altre cultivar e si è dimostrata la più tardiva.<br />
La cv. Dorai è risultata la più produttiva, mentre la cv. Helios presentava il<br />
più alto tenore zuccherino (15,2%).<br />
In totale è stata realizzata una produzione di 280 q/ha.<br />
Per quanto riguarda l'epoca di maturazione, si è evidenziata una spiccata<br />
precocità della cv. Biga (63gg dal trapianto), seguita dalle cultivar My 260,<br />
Helios, Dorai, Indalico, My 257 ed infine dall'Amarillo n.7, quest'ultima con<br />
105 giorni dal trapianto.<br />
34
Le cultivar tradizionali conservano la loro validità, tuttavia quelle di nuova<br />
introduzione meritano attenzione.<br />
Per quanto riguarda l'influenza della pacciamatura in funzione del colore<br />
del film di PE, in questo anno, dai risultati ottenuti non si evidenziano differenze<br />
sostanziali. Infatti, le piante pacciamate con PE nero mostravano un<br />
ritardo del ciclo produttivo di circa una settimana rispetto al PE trasparente,<br />
ma questo ritardo si è completamente annullato alla raccolta.<br />
Anno 1998-99<br />
Sono state provate le cultivar Helios, Dorai, Amarillo n.7, Incas, Rugoso di<br />
CosenzaelSIOlO.<br />
Dall'analisi dei risultati del confronto varietale la cultivar più produttiva è<br />
stata TISI 010, con una media di 4,5 frutti a pianta del peso medio di 3,4 kg,<br />
seguita dalla cv. Dorai.<br />
La cv. Helios ha prodotto 4 frutti a pianta del peso medio di 2,7 kg.<br />
Le cultivar Rugoso di Cosenza ed Amarillo n.7 presentano caratteristiche<br />
molto simili fra loro con frutti di uguale pezzatura (3,1 kg) e con lo stesso<br />
numero di frutti a pianta. La cv. Incas ha prodotto meno di tutte le altre cultivar<br />
in prova .<br />
Complessivamente è stata ottenuta una produzione di 250 q/ha.<br />
Per quanto riguarda la precocità la cv. Incas è risultata più precoce, con raccolta<br />
a 70 giorni dal trapianto, seguita dalle cultivar Dorai, ISI 010 ed Helios.<br />
Le cultivar Rugoso di Cosenza e Amarillo n.7 sono risultate le più tardive<br />
(100 giorni dal trapianto). La percentuale di zuccheri riscontrata è stata più alta<br />
nella cv. Helios (13,3%) seguita dalla cv. Amarillo n.7 (12,9%) e dalle altre<br />
cultivar in prova con valori intorno al 12%.<br />
CONSIDERAZIONI<br />
Dall'esperienza maturata nell'ultimo triennio di prove, la cv. Helios,<br />
ampiamente diffusa nel territorio, risulta ancora valida per le caratteristiche<br />
merceologiche ed organolettiche, riscontrando i favori del mercato. Unico problema<br />
la suscettività all'oidio.<br />
Le cultivar Biga, per la scarsa conservabilità, e Indalico, per la buccia liscia,<br />
hanno avuto problemi commerciali. Le cultivar Amarillo n.7 e Rugoso di<br />
Cosenza sono risultate le più tardive e con frutti di grossa pezzatura.<br />
In generale, bisogna tenere presente che il mercato richiede frutti di pezzatura<br />
medio piccola , con buccia giallo rugosa e buon contenuto zuccherino.<br />
Per quanto riguarda la pacciamatura è da ritenere consolidato l'impiego del<br />
PE trasparente. Il PE nero non ritarda la raccolta, specie se in irriguo, per cui<br />
per allargare il calendario di produzione bisogna contare sull'epoca di trapianto<br />
o semina e sul ciclo della varietà.
BIBLIOGRAFIA<br />
AA.VV., 1995 - Costituito il Consorzio di tutela e valorizzazione del melone di Sicilia,<br />
Sviluppo Agricolo, n. 5/6.<br />
AA.VV, 1997 - Le orti ve in Sicilia - <strong>Regione</strong> <strong>Siciliana</strong>, Assessorato Agricoltura e<br />
Foreste.<br />
AA. VV, 1997 - Atti della Giornata Studio "II melone d'inverno", Buseto Palizzolo.<br />
BIANCO V.,1990 - Orticoltura, Melone - Patron Editori, Bologna.<br />
CANARINI B., 1988 - La difesa delle piante orticole - Edagricole, Bologna.<br />
O.M.P. PALERMO, 1997 - Scheda difesa fitosanitaria melone, Servizi allo Sviluppo.<br />
POLLINI A., PONTI I., LAFFI F, 1989 -1 litofagi delle piante ortive - L'Informatore Agrario,<br />
Verona.<br />
PONTI L, LAFFI F., 1985 - Malattie crittogamiche delle piante ortive - L'informatore<br />
Agrario, Verona.<br />
REO. CEE 2078/92.<br />
SIVIERO P.,1993 - La coltivazione del melone - L'Informatore Agrario, Verona.<br />
INDICE<br />
Introduzione Pag<br />
Caratteristiche pedoclimatiche del territorio 2<br />
Storia della coltura 3<br />
Caratteristiche botaniche 3<br />
Esigenze ambientali 4<br />
Varietà coltivate 5<br />
Proprietà nutrizionali 11<br />
Caratteristiche qualitative 11<br />
Tecnica colturale 12<br />
Difesa fitosanitaria 19<br />
Costo di produzione 29<br />
Prove dimostrative 31<br />
Bibliografia 36<br />
36
Composizione QUICK SERVICE - TRAPANI<br />
Stampa Litotip. Galatioto - Trapani<br />
Finito di stampare nel mese di maggio 2001