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ll Catalogo della mosta "LUMEN et SPLENDOR" - Allegra combriccola

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La pa<strong>ll</strong>a di pezza<br />

La brocca de<strong>ll</strong>’Angeloni è «morbida e sensuale: ricorda la pa<strong>ll</strong>a di pezza<br />

e carta, tutta bozze, che facevamo da ragazzi, ne<strong>ll</strong>’Italia povera<br />

di a<strong>ll</strong>ora, co<strong>ll</strong>o spago che teneva insieme le parti povere aggregate».<br />

Così Eduardo Alamaro ha descritto la prima brocca del Cero realizzata<br />

da Lucia Angeloni nel 2003. Un paragone – que<strong>ll</strong>o tra brocca e pa<strong>ll</strong>a<br />

di pezza – che ha indotto la ceramista eugubina a ‘confezionare’<br />

questo simbolico ogg<strong>et</strong>to de<strong>ll</strong>a memoria, nel quale risultano espliciti<br />

i rimandi a<strong>ll</strong>’universo e al lavoro femminile. Come è già stato notato,<br />

l’Angeloni si avvale spesso de<strong>ll</strong>a fantasia del patchwork, accostando e<br />

ricomponendo frammenti coloratissimi che recano vari tipi di ornati,<br />

a<strong>ll</strong>a stessa stregua di quanto si farebbe, in sartoria, con il riutilizzo<br />

creativo degli scampoli. Gli strappi, le lacerazioni, le ricuciture con<br />

filamenti di argi<strong>ll</strong>a dorata, rappresentano un’esplicita a<strong>ll</strong>usione a<strong>ll</strong>a<br />

mi<strong>ll</strong>enaria confidenza de<strong>ll</strong>e donne con l’ago ed il filo: pratica nobilitata<br />

dai riflessi dorati che l’autrice conferisce a questi inserti. Anche<br />

nel nostro caso, baluginii e cangianze m<strong>et</strong>a<strong>ll</strong>iche richiamano le celebri<br />

maioliche di Mastro Giorgio Andreoli, al pari degli elementi ornamentali<br />

in rilievo, tipici de<strong>ll</strong>e ‘coppe abborchiate’ cinquecentesche, le quali<br />

presentano su<strong>ll</strong>a par<strong>et</strong>e motivi rilevati, con un’alternanza di superfici<br />

concave e convesse assai favorevole a<strong>ll</strong>o sfavi<strong>ll</strong>io dei lustri.<br />

Ciotole e piatti fatti di striscioline maiolicate<br />

(“Pensieri sovrapposti”)<br />

In questo tipo di ciotole e di piatti l’Angeloni perviene a una sorta<br />

di m<strong>et</strong>onimia: le tante striscioline di argi<strong>ll</strong>a smaltata, sovrapposte e<br />

saldate assieme, assumono infatti la conformazione del cavo in cui<br />

sono state posate, recandone indissolubilmente l’impronta. È dunque<br />

il ‘contenuto’ che si fa ‘contenitore’, registrando a volte il dinamismo<br />

di movimenti traslatori e rotatori, come accade per esempio quando<br />

un cercatore d’oro s<strong>et</strong>accia la sabbia con la batea per trovare pagliuzze<br />

di m<strong>et</strong>a<strong>ll</strong>o prezioso. Il piatto e la ciotola sono pur sempre presenti:<br />

sfalsati risp<strong>et</strong>to a<strong>ll</strong>’insieme de<strong>ll</strong>e strisci<strong>et</strong>te sovrapposte oppure semplicemente<br />

suggeriti dal ‘contenuto’ che – quasi fosse una controimpronta<br />

– ne registra la forma.<br />

Il ‘contenuto’ diventa anche ornato de<strong>ll</strong>e ciotole e dei piatti. Sono singoli<br />

elementi con motivi impressi su<strong>ll</strong>a superficie che ne d<strong>et</strong>erminano<br />

la particolare texture: segni filiformi e puntini impressi nel morbido<br />

corpo de<strong>ll</strong>’argi<strong>ll</strong>a, atti ad esaltare le cangianze m<strong>et</strong>a<strong>ll</strong>iche e le riflessature<br />

spesso applicate in terza cottura.<br />

Le differenze di colore dei singoli elementi (rosso su predominanza grigio-m<strong>et</strong>a<strong>ll</strong>izzata;<br />

oro su predominanza bianca e color terracotta; oro e<br />

grigio-m<strong>et</strong>a<strong>ll</strong>izzato su rosso; grigio-m<strong>et</strong>a<strong>ll</strong>izzato su rosso ramato) assumono<br />

un valore ‘el<strong>et</strong>tivo’ e una d<strong>et</strong>erminante funzione compositiva.<br />

Panne<strong>ll</strong>i su fondo d’oro<br />

La lucentezza e lo splendore de<strong>ll</strong>a maiolica e dei lustri m<strong>et</strong>a<strong>ll</strong>ici vengono<br />

messi a confronto in queste opere con la luminosità più tenue e<br />

satinata del fondo d’oro in foglia su panne<strong>ll</strong>o di legno, che costituisce<br />

5<br />

quasi un’atmosferica e astratta aura dorata entro la quale il panne<strong>ll</strong>o<br />

maiolicato assume tutta la sua concr<strong>et</strong>ezza, la sua evidenza t<strong>et</strong>tonica<br />

e tattile. Le m<strong>et</strong>a<strong>ll</strong>izzazioni e i colori degli smalti spiccano così su ovattate<br />

campiture auree risp<strong>et</strong>to a<strong>ll</strong>e quali assumono il dovuto rilievo sia i<br />

ritmi compositivi, scanditi da lacerazioni e tagli de<strong>ll</strong>a materia plastica,<br />

sia le intense cangianze m<strong>et</strong>a<strong>ll</strong>iche in rosso e oro, a cui sono affidate<br />

le note più alte di lucentezza.<br />

Diario<br />

Di forte impatto e di notevole eff<strong>et</strong>to risulta il grande panne<strong>ll</strong>o intitolato<br />

Diario, composto da 47 fogli maiolicati disposti su quattro<br />

file, tutti su fondo nero. I colori su fondo nero acquistano in genere<br />

un’altissima luminosità, e questo è il caso dei rossi, dei bianchi, dei<br />

grigi, dei blu madreperlacei e degli ori che si succedono e si alternano<br />

lungo le file de<strong>ll</strong>’opera in discorso.<br />

Ogni foglio ha una sua storia da narrare, ed è esemplificativo di un<br />

anno di vita de<strong>ll</strong>’autrice. La successione dei fogli è d<strong>et</strong>tata, dunque,<br />

da motivi str<strong>et</strong>tamente autobiografici: sono gli eventi narrati, o soltanto<br />

simboleggiati, a d<strong>et</strong>erminare la posizione del foglio ne<strong>ll</strong>a serie.<br />

Pertanto l’equilibrio tra i singoli elementi del grande panne<strong>ll</strong>o risulta<br />

subordinato a motivi esterni da que<strong>ll</strong>i di mera natura est<strong>et</strong>ica, pur<br />

ricadendo inevitabilmente in questo contesto.<br />

I fogli possono essere raggruppati in diverse ‘famiglie’ su<strong>ll</strong>a base del<br />

colore predominante degli stessi, ma ognuno ha una propria individualità,<br />

sia formale che cromatica. La loro forma r<strong>et</strong>tangolare appare<br />

variata, caso per caso, a seconda de<strong>ll</strong>o stato de<strong>ll</strong>’elemento preso in<br />

considerazione: disteso, piegato, sgualcito, ondulato, legato, tagliato,<br />

accartocciato … A ciò si aggiungano la varianza policromatica,<br />

l’alternanza di superfici lucide e opache, e soprattutto l’uso di calchi e<br />

impressioni che segnano in modo sempre diverso i campi maiolicati.<br />

Le increspature de<strong>ll</strong>e superfici ceramiche catturano la luce e la fanno<br />

vibrare, risplendere, creando zone d’ombra e picchi di luminosità. A<br />

questi spegnimenti e accensioni si associano e si sommano le contrazioni<br />

e i distendimenti dei singoli fogli, che fanno pulsare l’opera<br />

come se fosse un organismo vivente.

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