ll Catalogo della mosta "LUMEN et SPLENDOR" - Allegra combriccola
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di Marine<strong>ll</strong>a Caputo<br />
La ricerca creativa de<strong>ll</strong>’artista si concentra interamente sul potenziale<br />
espressivo del lustro, adattando la tecnica tradizionale ad una visione<br />
contemporanea, con soluzioni inedite e gusto sperimentale.<br />
La sua vocazione è inevitabilmente d<strong>et</strong>erminata da<strong>ll</strong>’appartenere ad una<br />
famiglia storica nel campo de<strong>ll</strong>a ceramica, que<strong>ll</strong>a dei Rubboli, con cui<br />
ebbe inizio, nel XIX secolo, la maiolica a lustro a Gualdo Tadino, città<br />
che, proprio grazie a loro, divenne rinomata per tale produzione.<br />
I riflessi m<strong>et</strong>a<strong>ll</strong>ici sono senz’altro impressi ne<strong>ll</strong>a sua cultura e nel suo<br />
vissuto, ma la pratica artistica e la po<strong>et</strong>ica che ne ispira gli esiti, rappresentano<br />
una scelta consapevole e del tutto autonoma. Il passato è al<br />
contempo forza e limite e, per raggiungere la libertà creativa che ogni<br />
artista richiede, va superato e non rimosso.<br />
Maurizio Tittare<strong>ll</strong>i Rubboli è divenuto esperto ne<strong>ll</strong>’arte del terzo fuoco<br />
in <strong>et</strong>à adulta, provenendo da una formazione universitaria linguistico-l<strong>et</strong>teraria.<br />
Non ha appreso quindi le tecniche automaticamente,<br />
ma ha dovuto scoprirle e verificarle, con una comprensione profonda<br />
dei processi di realizzazione. Passare attraverso questa fase gli ha permesso<br />
di ripercorrere la storia, individuando le radici de<strong>ll</strong>a sua motivazione<br />
artistica.<br />
Lumen <strong>et</strong> Splendor -<br />
La mostra accosta le opere di due artisti che impiegano la ceramica<br />
come mezzo espressivo, indagando le possibilità e gli eff<strong>et</strong>ti de<strong>ll</strong>e<br />
superfici riverberate. Su cinque dei lavori di Lucia Angeloni, Maurizio<br />
Tittare<strong>ll</strong>i Rubboli ha applicato il lustro in vernice, in modo da intrecciare<br />
gli interventi, con un rimando reciproco di sicuro interesse.<br />
Il denominatore comune che guida la ricerca dei due artisti è la luce,<br />
come energia intrinseca del visibile, nel carattere costruttivo de<strong>ll</strong>a forma<br />
plastica (lumen) e ne<strong>ll</strong>a natura rifl<strong>et</strong>tente de<strong>ll</strong>a superficie (splendor).<br />
Lo scinti<strong>ll</strong>io che si sviluppa da<strong>ll</strong>’epidermide de<strong>ll</strong>’ogg<strong>et</strong>to, contribuisce<br />
a creare la dimensione evanescente de<strong>ll</strong>’immaginario, con la sua mobilità<br />
i<strong>ll</strong>usoria e fugace.<br />
Le Porte -<br />
Il percorso espositivo de<strong>ll</strong>e opere di Maurizio Tittare<strong>ll</strong>i Rubboli prevede<br />
una serie di insta<strong>ll</strong>azioni su porte, impiegate come sostegno<br />
orizzontale.<br />
Le porte, fotografate per il catalogo da Sandro Be<strong>ll</strong>u sul pavimento<br />
de<strong>ll</strong>e muffole ottocentesche, scandiscono degli episodi instaurando<br />
unità ne<strong>ll</strong>a cornice. Provengono dal vecchio opificio di famiglia e na-<br />
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turalmente sono in condizioni precarie con i segni tangibili - incrostazioni,<br />
macchie, rotture - del quotidiano ne<strong>ll</strong>a vita di bottega. Sono<br />
memorie, obj<strong>et</strong>s trouvés intrisi di vissuto che riconducono a<strong>ll</strong>e origini<br />
materiali de<strong>ll</strong>’attività artistica. Inoltre contribuiscono a instaurare un<br />
contrasto di pronunciato impatto visivo per il carattere sontuoso degli<br />
ogg<strong>et</strong>ti che sostengono.<br />
Prima Porta: Specchi Ustori -<br />
L’insta<strong>ll</strong>azione unisce tre elementi in maiolica a lustro in vernice, realizzati<br />
seguendo il mode<strong>ll</strong>o degli specchi ustori inventati da Archimede<br />
che nel corso dei secoli hanno ispirato ricostruzioni grafiche e prototipi<br />
tridimensionali.<br />
Le forme sono risp<strong>et</strong>tivamente rivestite in argento caldo, oro e rosso<br />
rame e vengono inclinate per mostrare a pieno la propria concavità.<br />
L’eff<strong>et</strong>to rifl<strong>et</strong>tente de<strong>ll</strong>a superficie a lustro evoca il carattere magicamente<br />
funzionale de<strong>ll</strong>’ingegnosa trovata attribuita a<strong>ll</strong>o scienziato siracusano.<br />
Archimede riuscì con tale sistema, nel III secolo a.C, a incendiare<br />
la flotta romana, escogitando un ordigno be<strong>ll</strong>ico basato su<strong>ll</strong>’uso<br />
sottile de<strong>ll</strong>’inte<strong>ll</strong><strong>et</strong>to che studia la natura per impiegarne la potenza.<br />
L’apparato non ha mai smesso di trasm<strong>et</strong>tere un richiamo accattivante<br />
per chi indaga i processi de<strong>ll</strong>a fisica e de<strong>ll</strong>’ingegneria, ma è comprensibile<br />
come anche le arti visive possano subirne il fascino.<br />
Maurizio Tittare<strong>ll</strong>i Rubboli ha tradotto l’idea de<strong>ll</strong>o specchio parabolico<br />
in forme ceramiche da<strong>ll</strong>a superficie lucida che interpr<strong>et</strong>ano, piuttosto<br />
che imitare, l’asp<strong>et</strong>to de<strong>ll</strong>e creazioni di Archimede.<br />
Lo specchio che convoglia i raggi solari per produrre energia incandescente<br />
è una immagine decisamente evocativa che lascia trapelare<br />
una dimensione simbolica, senz’altro adatta a<strong>ll</strong>’arte visiva. La luce,<br />
sostanza imprescindibile di ogni operazione artistica, innesca e sviluppa<br />
la scinti<strong>ll</strong>a mentale da cui ha origine l’azione creativa. La citazione<br />
degli specchi ustori si dimostra quindi un espediente per rifl<strong>et</strong>tere<br />
su<strong>ll</strong>e implicazioni perc<strong>et</strong>tive e conc<strong>et</strong>tuali del fare arte. In fondo l’atto<br />
creativo non è così diverso da un processo fisico, ne<strong>ll</strong>a condivisione<br />
reciproca de<strong>ll</strong>e leggi basilari.<br />
Seconda Porta: Candelieri -<br />
Gli otto candelieri che sv<strong>et</strong>tano con eleganza su<strong>ll</strong>a base ruvida e consunta<br />
de<strong>ll</strong>a porta, derivano da un disegno degli anni venti di Aldo<br />
Ajò. L’artista eugubino, infatti, fu dir<strong>et</strong>tore artistico de<strong>ll</strong>a manifattura<br />
Rubboli a Gualdo Tadino, dove realizzò molti disegni e stampi di de