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bullettino dell' istituto di diritto romano - World eBook Library

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l'arbitrato pubblico presso I ROMANI 323<br />

ses querehantiir praeter agrum, de quo ante legati oh Roma, qui in<br />

re praesenti cognoscerent, missi erant, ampUtis septiiaginta oppida ca-<br />

steìlaqtie agri Carthaginiensis biennio proximo Massinissam ri atqne<br />

armis posse<strong>di</strong>sse. Cartagine manda legati a Roma, che perorano la<br />

causa innanzi al senato, presente anche Gulussa, figlio <strong>di</strong> Massi-<br />

nissa. Il senato invita Gulussa a <strong>di</strong>fendersi, ma questi si rifiuta<br />

per non avere avuto un mandato dal padre, e per non essere stato<br />

il medesimo avvertito da Cartagine del ricorso fatto a Roma. Il<br />

senato allora delibera che Gulussa lasci Roma, faccia mandare da<br />

Massinissa dei legati e ne <strong>di</strong>a partecipazione a Cartagine, e che<br />

intanto sia conservato il possesso come era stato stabilito innanzi<br />

nel trattato <strong>di</strong> pace tra Roma e Cartagine (Liv. 42, 23. 24). Nel-<br />

l'anno seguente, infatti, vengono i legati dei due Stati (Liv. 43, 3, 5 :<br />

« Eodem tempore ex Africa et Gulussa regulus, Massinissae filius,<br />

legatus patris, et Carthaginienses » etc.) ; ma<br />

una lacuna nello sto-<br />

rico non lascia intravedere il risultato del <strong>di</strong>battimento nel senato.<br />

4** a. 594-160 a. Cr. — L'antica vertenza per l'occupazione <strong>di</strong><br />

Emporia (n. 1. 2) si risolve: Polibio (32. 2, 8) non accenna espli-<br />

citamente a nuove legazioni venute in Roma, ma ciò è probabile<br />

che sia stato ; certo è che una sentenza è pronunziata da delegati<br />

del senato, secondo la quale Cartagine è condannata a consegnare<br />

a Massinissa anche le città <strong>di</strong> Emporia, che egli non avea ancora<br />

occupate, e a pagargli 500 talenti come indennizzo <strong>dell'</strong>ingiusto<br />

possesso del territorio. L'Ihne {RiJm. Gesch. 3 p. 274) fa qui una<br />

confusione. Egli crede che il conflitto <strong>dell'</strong>anno 572-182 a. Cr.<br />

(n. 2) sia avvenuto per un'occupazione <strong>di</strong>versa da quella <strong>di</strong> Empo-<br />

ria; che i commissari del senato rimisero a questo la decisione, e<br />

che nello stosso tempo avvenne anche la sentenza che decideva<br />

l'antica controversia circa Emporia. Ma sarebbe strano davvero che<br />

i commissari mandati a giu<strong>di</strong>care in una nuova lite, lasciassero<br />

questa in sospeso e invece decidessero l'antica. Evidentemente, come<br />

abbiamo osservato, nel 572 si trattò pure <strong>di</strong> Emporia, e l'aver ri-<br />

messo i commissari la sentenza al senato, non implica la necessità,<br />

come vorrebbe l'autore, che questo l'avesse nel fatto pronunziata.

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