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bullettino dell' istituto di diritto romano - World eBook Library

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l'arbitrato pubblico presso I ROMANI 317<br />

si oppongono a una simile decisione, « vocatae tribus iu<strong>di</strong>cave-<br />

runt agrum publicum populi Romani esse, nec abnuitur ita<br />

fuisse, si ad iu<strong>di</strong>ces alios itum foret : nunc haud sane quicquam<br />

bono causae levatur dedecus iu<strong>di</strong>cii ».<br />

Liv. 3, 71. 72 cff. DioxYs. 11, 52.<br />

E la controversia federale più antica che la storia ricor<strong>di</strong>, e de-<br />

cisa con un giu<strong>di</strong>zio arbitrale <strong>di</strong> Roma. Si <strong>di</strong>stingue dalle seguenti<br />

e dalle stesse internazionali, in quanto che quel giu<strong>di</strong>zio non è pro-<br />

nunziato, come si vede in quelle, dal senato, bensì dai comizi. Ma<br />

ne questa circostanza, nò l'altra <strong>dell'</strong>aver lo storico usato la parola<br />

non propria <strong>di</strong> coìiciìmm populi invece <strong>di</strong> comifia, sono bastevoli<br />

per mettere in dubbio l'autenticità del racconto (p. 157 nota 3).<br />

Ne si può anche dubitare che qui si tratti <strong>di</strong> veri comizi tributi,<br />

composti <strong>di</strong> patrizi e plebei, e non già d'una vera assemblea plebea<br />

(conciIiì4m piebis)^ essendo essi presieduti dai consoli. Il proce<strong>di</strong>mento<br />

è lo stesso <strong>di</strong> quello seguito in simili giu<strong>di</strong>zi innanzi al senato:<br />

i legati delle due città perorano innanzi al popolo la loro causa e<br />

adducono testimoni. Alleate <strong>di</strong> Roma erano tutte e due, e soci in-<br />

fatti le chiama Livio a principio del luogo citato : (« Victoriam ho-<br />

nestam ex hostibus partam turpe domi de finibus sociorum iu<strong>di</strong>cium<br />

populi deformavit »). Aricia apparteneva alla confederazione latina,<br />

con la quale nei tempi anteriori si vede combattere contro gli Etru-<br />

schi (Liv. 2, 14. DiONYs. 5, 36; 7, 5 seg.) e poscia contro gli stessi<br />

Romani (Dionys. 5, 51. 61 seg.); e non <strong>di</strong>venne wunicipmm sine iure<br />

suffraga se non dopo sciolta quella confederazione nel 416-338 a. Cr.<br />

(Liv. 8, 14, 4 cfr. Vell. 1, 14). Quanto ad Ardea, nel paese dei Rutuli<br />

(Strab. 5, 3, 2 p. 228), essa non entrò nella lega latina che qualche<br />

anno dopo la sentenza arbitrale, quando nel 312-442 a. Cr. (Diod. 12,<br />

34. Liv. 4, 9-11 cfr. 5, 43. Dionys. 3, 15 etc.) i Romani la trasfor-<br />

marono in colonia latina; e a questo fatto appunto si riferisce il<br />

foedus Ardeatinum <strong>di</strong> Livio (4, 7), non a un trattato speciale.<br />

Cfr. MoMMSEN, Ròm, Gesch. V p. 344 seg. C. I. Lat. X p. 675<br />

cfr. Dessau, C. I. Lat. XIV p. 203.

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